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LA TRADIZIONE

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2013 22:35
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21/02/2013 22:07


128 La Chiesa, fin dai tempi apostolici, e poi costantemente nella sua Tradizione, ha messo in luce l’unità del piano divino nei due Testamenti grazie alla tipologia. Questa nelle opere di Dio dell’Antico Testamento ravvisa prefigurazioni di ciò che Dio, nella pienezza dei tempi, ha compiuto nella Persona del suo Figlio incarnato.

129 I cristiani, quindi, leggono l’Antico Testamento alla luce di Cristo morto e risorto. La lettura tipologica rivela l’inesauribile contenuto dell’Antico Testamento. Questa non deve indurre però a dimenticare che esso conserva il valore suo proprio di rivelazione che lo stesso nostro Signore ha riaffermato. Pertanto, anche il Nuovo Testamento esige d’essere letto alla luce dell’Antico. La primitiva catechesi cristiana vi farà costantemente ricorso. Secondo un antico detto, il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico, mentre l’Antico è svelato nel Nuovo: « Novum in Vetere latet et in Novo Vetus patet ».

130 La tipologia esprime il dinamismo verso il compimento del piano divino, quando « Dio sarà tutto in tutti » (). Anche la vocazione dei patriarchi e l’Esodo dall’Egitto, per esempio, non perdono il valore che è loro proprio nel piano divino, per il fatto di esserne, al tempo stesso, tappe intermedie.

140 Dall’unità del progetto di Dio e della sua rivelazione deriva l’unità dei due Testamenti: l’Antico Testamento prepara il Nuovo, mentre il
Nuovo compie l’Antico; i due si illuminano a vicenda; entrambi sono vera Parola di Dio.




142 Con la sua rivelazione, « Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé ». La risposta adeguata a questo invito è la fede.

143 Con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l’uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore. La Sacra Scrittura chiama « obbedienza della fede » questa risposta dell’uomo a Dio che rivela.



144 Obbedire (« ob-audire ») nella fede è sottomettersi liberamente alla parola ascoltata, perché la sua verità è garantita da Dio, il quale è la verità stessa. Il modello di questa obbedienza propostoci dalla Sacra Scrittura è Abramo. La Vergine Maria ne è la realizzazione più perfetta.
Abramo – « padre di tutti i credenti »

145 La lettera agli Ebrei, nel solenne elogio della fede degli antenati, insiste particolarmente sulla fede di Abramo: « Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava » (). Per fede soggiornò come straniero e pellegrino nella Terra promessa. Per fede Sara ricevette la possibilità di concepire il figlio della Promessa. Per fede, infine, Abramo offrì in sacrificio il suo unico figlio.

146 Abramo realizza così la definizione della fede data dalla lettera agli Ebrei: « La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono » (). « Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia » (). « Forte in [questa] fede » (), Abramo è diventato « padre di tutti quelli che credono » (.).

147 Di questa fede, l’Antico Testamento è ricco di testimonianze. La lettera agli Ebrei fa l’elogio della fede esemplare degli antichi che « ricevettero » per essa « una buona testimonianza » (.). Tuttavia « Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi »: la grazia di credere nel suo Figlio Gesù, « autore e perfezionatore della fede » (; ).
Maria – « Beata colei che ha creduto »

148 La Vergine Maria realizza nel modo più perfetto l’obbedienza della fede. Nella fede, Maria accolse l’annunzio e la promessa a lei portati dall’angelo Gabriele, credendo che « nulla è impossibile a Dio » (), e dando il proprio consenso: « Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » (). Elisabetta la salutò così: « Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore » (). Per questa fede tutte le generazioni la chiameranno beata.

149 Durante tutta la sua vita, e fino all’ultima prova, quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere « nell’adempimento » della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede.


[Modificato da (Gino61) 21/02/2013 22:35]
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