[26/05/06] La via Sarda delle pietre

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Stormwind
00venerdì 26 maggio 2006 18:34
da "Mondointasca.org":


La via Sarda delle pietre

Non lontano da un mare selvaggio e bellissimo la Sardegna manda, a chi sa ascoltare, antichi messaggi di pietra concepiti circa quattromila anni fa. Per seguire un percorso interiore, in simbiosi con arcaiche manifestazioni del sacro

di Patrizia Giancotti

Sull'isola sono oltre ventimila i siti archeologici in pietra, la maggioranza dei quali a carattere religioso; un fenomeno unico al mondo che fa pensare alla Sardegna antica come all'isola sacra del Mediterraneo.

Secondo il professor Lello Fadda, che da quando non insegna più storia dell’arte si è dedicato con passione ancora maggiore allo studio del megalitismo (la civiltà delle grandi pietre) e del simbolismo in Sardegna, pubblicando molti libri ed articoli su questi temi, l'isola doveva essere meta di pellegrinaggio per popoli diversi che trovavano solo qui, nel magnetismo particolare di questa terra, nella conformazione geografica, nella ricettività della pietra, una sorta di tempio a cielo aperto, costellato di ierofanie, cioè di manifestazioni naturali alle quali si attribuiva un carattere sacro.

Pietre come ossa

Qui sono le pietre, considerate dai popoli sardi del passato le ossa della Grande Madre, che vengono allo scoperto a raccontare l’essenza, l’anima di questa terra: basalto, calcare, ossidiana, selce, granito, trachite, per costruire i primi utensili del genere umano, per erigere centinaia di “menhir” e “dolmen” (dal basso bretone “dol”, tavola; “men”, pietra), ma anche per dare corpo a complessi megalitici che esistono solo in Sardegna, come i nuraghi, dalla tipica forma a “tholos”, le tombe dei giganti (monumenti funerari collettivi), le “domus de Janas”, grotte funerarie scavate nella roccia, i pozzi sacri per il millenario culto dell’acqua.

Tutti i siti archeologici di carattere sacro presenti in Sardegna sono di pietra, come le domus de Janas, di “Jenn’e jalis” non lontano da Villa Sant’Antonio, in provincia di Oristano. Domus de Janas significa “case delle fate” o delle “streghe”, dimore di donne dagli arcani poteri, insomma; poteri che riguardano la vita e la morte, la nascita e la sfera sessuale.
Il nome risale al medioevo, ma la loro edificazione viene collocata tra il IV e il III millennio avanti Cristo...

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)Tisifone(
00sabato 27 maggio 2006 18:17
le tombe nella roccia
mi ricordano molto la valle delle Tombe etrusche
fra Sorano e Sovana
vicino a Pitigliano...

bell'articolo

Grazie Lae [SM=x69335]
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