Sindrome delle apnee notturne: sintomi, cause, terapia

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francocoladarci
00mercoledì 19 dicembre 2012 18:48
Posted: 16 Dec 2012 11:31 PM PST
Introduzione
Cause
Sintomi
Pericoli
Diagnosi
Cura
Introduzione

La sindrome delle apnee notturne è un disturbo abbastanza diffuso, in cui la respirazione del paziente si interrompe una o più volte oppure rallenta eccessivamente durante il sonno.

Le pause possono durare da pochi secondi ad alcuni minuti. Possono essere anche più di 30 in un’ora. Di solito la respirazione riprende, in alcuni casi con un russare sonoro.

L’apnea nel sonno di solito è una patologia cronica (continua) che disturba il sonno e quando la respirazione si interrompe o rallenta spesso il paziente passa dal sonno profondo a un sonno più leggero.

La qualità del sonno, quindi, è molto scarsa, per questo motivo ci si sente stanchi durante il giorno. L’apnea nel sonno è una delle cause più frequenti dell’eccessiva sonnolenza diurna.

E’ un disturbo che in molti casi non viene diagnosticato e i medici di base, di solito, non sono in grado di individuarla durante le visite di routine e non esistono esami del sangue utili per diagnosticarla.

La maggior parte dei pazienti che soffrono di apnea notturna non sa di essere malato, perché il disturbo si presenta soltanto durante il sonno. In genere sono i famigliari o il partner a notare per primi i sintomi.

La tipologia più comune è l’apnea ostruttiva, in cui le vie respiratorie collassano o si ostruiscono durante il sonno, rallentando o interrompendo la respirazione: quando si cerca di respirare l’aria che attraversa l’ostruzione può causare un forte russamento. L’apnea ostruttiva del sonno è più diffusa tra i pazienti in sovrappeso, ma può colpire chiunque; ad esempio i bambini che hanno le tonsille ingrossate possono soffrire di apnea ostruttiva.

L’apnea centrale nel sonno è invece un tipo di apnea nel sonno meno diffuso: la zona del cervello che controlla la respirazione non invia i segnali corretti ai muscoli addetti alla respirazione, quindi, per brevissimi istanti, l’organismo “si dimentica” di respirare.

L’apnea centrale nel sonno può colpire chiunque, tuttavia è più diffusa tra i pazienti che soffrono di alcune patologie o usano determinati farmaci.

L’apnea centrale nel sonno può colpire il paziente insieme all’apnea ostruttiva, oppure può presentarsi da sola. Normalmente l’apnea centrale del sonno non provoca il russamento.

Cause

Durante la veglia i muscoli del collo sostengono le vie respiratorie tenendole aperte, quindi l’aria può arrivare senza problemi nel polmoni. Durante il sonno questi muscoli si rilassano, quindi le vie respiratorie si restringono.

In condizioni normali il restringimento non impedisce all’aria di entrare e uscire dai polmoni tuttavia, se si soffre di apnea nel sonno, le vie respiratorie possono rimanere ostruite, in tutto o in parte, per questi motivi:

i muscoli del collo e la lingua si rilassano più del normale;
la lingua e le tonsille (le masse di tessuto nella parte posteriore della bocca) sono troppo grandi rispetto all’ampiezza delle vie respiratorie;
il paziente è in sovrappeso, quindi il tessuto adiposo in eccesso può far ispessire le pareti della trachea (canale dove passa l’aria);
la forma della testa e del collo (struttura ossea) può causare un restringimento delle vie respiratorie nella bocca e nel collo;
il processo dell’invecchiamento limita la capacità degli impulsi nervosi di mantenere rigidi i muscoli del collo durante il sonno, le vie respiratorie corrono quindi un maggior rischio di restringersi o di collassare.
Se le vie respiratorie sono bloccate in tutto o in parte durante il sonno, i polmoni non ricevono una quantità sufficiente di aria, quindi si possono avere un forte russamento e un abbassamento improvviso del livello di ossigeno nel sangue.

Se i livelli dell’ossigeno si abbassano troppo il cervello inizia a disturbare il sonno, perché manda impulsi nervosi per cercare di irrigidire i muscoli delle vie aeree superiori e di tenere aperta la trachea. La respirazione, quindi, ritorna alla normalità, spesso russando in modo rilevante.

Gli abbassamenti frequenti del livello di ossigeno nel sangue e la cattiva qualità del sonno possono provocare il rilascio degli ormoni dello stress che fanno aumentare la frequenza cardiaca e il rischio di ipertensione, infarto, ictus e aritmie (anomalie del battito cardiaco). Questi ormoni, inoltre, fanno aumentare il rischio di insufficienza cardiaca, o aggravano un’insufficienza cardiaca preesistente.

Se l’apnea nel sonno non viene curata può causare alterazioni del metabolismo, e quindi far aumentare il rischio di obesità e diabete.

Fattori di rischio

L’apnea ostruttiva nel sonno è una patologia diffusa e circa la metà dei pazienti che ne soffrono è in sovrappeso.

Gli uomini sono più a rischio delle donne.

L’apnea ostruttiva nel sonno può colpire a qualsiasi età, ma il rischio aumenta proporzionalmente al passare degli anni.

Il rischio, inoltre, aumenta se ci sono precedenti nella famiglia.

Se le vie aeree del naso, della gola o della bocca sono piccole, il rischio di soffrire di apnea nel sonno è più elevato. Le vie aeree possono essere piccole per cause anatomiche, a causa di allergie o di altre patologie che provocano la congestione.

I bambini piccoli possono avere le tonsille ingrossate e quindi correre un rischio maggiore di soffrire di apnea nel sonno. Anche i bambini in sovrappeso sono a rischio.

La metà circa dei pazienti con apnea nel sonno soffre anche di ipertensione.

L’apnea nel sonno, inoltre, è connessa al fumo, alla sindrome metabolica e al diabete, ed è un fattore di rischio per l’ictus e l’insufficienza cardiaca.

La razza e il gruppo etnico potrebbero influire come fattori di rischio per l’apnea nel sonno, tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche in proposito.

Sintomi

Uno dei sintomi più frequenti dell’apnea ostruttiva del sonno è il russamento, forte e cronico (continuo). Può essere interrotto da pause: dopo le pause, il paziente può ansimare o boccheggiare.

Il russamento di solito è più forte quando si dorme supini e può essere meno rumoroso quando ci si gira su un lato. Il paziente può russare solo qualche notte ogni tanto; con il passare del tempo, tuttavia, inizia a russare più forte e con maggior frequenza.

Quando si russa o si boccheggia, non ci si sveglia. Con ogni probabilità non ci si rende conto di avere problemi di respirazione e non si è in grado di stimare la gravità del disturbo. Spesso sono i famigliari o il partner a notare per primi che c’è qualcosa che non va.

Russare non significa necessariamente soffrire di apnea nel sonno.

Un altro sintomo frequente dell’apnea nel sonno è la sonnolenza diurna, sul posto di lavoro o quando si è alla guida. In molti casi ci si ritrova ad addormentarsi velocemente nei momenti tranquilli della giornata quando non si è attivi. Anche se non si soffre di sonnolenza diurna, è opportuno parlare con il medico se si sospetta di avere problemi di respirazione durante il sonno.

Altri segni e sintomi

Tra gli altri segni e sintomi dell’apnea nel sonno ricordiamo:

mal di testa al mattino,
problemi di memoria e di apprendimento, incapacità di concentrarsi.,
irritabilità, depressione, sbalzi d’umore o alterazioni della personalità,
svegliarsi spesso e alzarsi per urinare,
bocca secca o mal di gola quando ci si sveglia.
Nei bambini, l’apnea nel sonno può causare iperattività, problemi scolastici, collera o comportamento ostile. I bambini che soffrono di apnea nel sonno possono respirare con la bocca anziché col naso durante le ore diurne.

Pericoli

L’apnea del sonno, se non viene curata, può aumentare il rischio di:

ipertensione, infarto, ictus, obesità e diabete,
insufficienza cardiaca, o peggiorare un’insufficienza cardiaca preesistente,
aritmie o anomalie del battito cardiaco,
incidenti sul lavoro o alla guida di veicoli.
L’apnea nel sonno è una patologia cronica che deve essere gestita e curata sul lungo periodo. Nella maggior parte dei pazienti può essere curata modificando lo stile di vita, ricorrendo all’intervento chirurgico e agli ausili per la respirazione.

Diagnosi

I medici diagnosticano l’apnea nel sonno basandosi sull’anamnesi del paziente e sui precedenti di apnea in famiglia, sui risultati della visita e dello studio del sonno. In alcuni casi il primo a notare i sintomi è il medico di famiglia, che poi può decidere se è opportuno consultare uno specialista per una diagnosi.

Gli specialisti in medicina del sonno sono medici che diagnosticano e curano le persone affette da disturbi del sonno: tra di essi figurano pneumologi, neurologi e otorinolaringoiatri ma anche altre categorie di medici.

Anamnesi personale e famigliare

Se pensate di soffrire di un disturbo respiratorio del sonno, potete tenere un diario del sonno per una, due settimane e portarlo con voi alla prima visita.

Prendete nota degli orari in cui andate a dormire, in cui vi svegliate e in cui fate i pisolini. Scrivete quanto riuscite a dormire per notte, quanto vi sentite vigili e riposati al mattino e quanto avvertite la sonnolenza nei vari momenti della giornata. Queste informazioni aiuteranno il medico a capire se soffrite di un disturbo del sonno.

Durante la visita il medico vi farà diverse domande sulla qualità del sonno e su come vi sentite durante la veglia.

Il medico, inoltre, vorrà sapere se russate, quanto spesso russate e a che volume russate oppure se, durante il sonno, producete singulti o rumori come di soffocamento. Spesso il paziente non è consapevole di questi sintomi e deve chiedere a un famigliare o al partner se davvero sono presenti.

Ricordate di dire al medico se qualche vostro famigliare ha ricevuto la diagnosi di apnea nel sonno, oppure ha sofferto dei sintomi di questo disturbo.

Se ritenete che vostro figlio soffra di apnea nel sonno, informate il pediatra dei segni e dei sintomi che avete osservato.

Visita

Il medico controllerà la bocca, il naso e la gola per escludere eventuali gonfiori o ingrossamenti dei tessuti. I bambini che soffrono di apnea nel sonno, infatti, potrebbero avere le tonsille ingrossate. Potrebbero essere sufficienti solo la visita medica e l’anamnesi per diagnosticare l’apnea nel sonno nei bambini.

Gli adulti che soffrono di apnea nel sonno potrebbero avere l’ugola o il palato molle ingrossati. L’ugola è il tessuto che sporge nella parte centrale posteriore della bocca. Il palato molle è la parte superiore della bocca, che va indietro verso la gola.

Studi del sonno

Gli studi del sonno sono esami che misurano la qualità del sonno e la risposta dell’organismo ai problemi del sonno. Questi esami possono aiutare il medico a scoprire se soffrite di un disturbo del sonno e la gravità di tale disturbo. Gli esami del sonno sono gli esami più attendibili per la diagnosi di apnea nel sonno.

Esistono diversi tipi di esami del sonno. Se il medico ritiene che soffriate di apnea notturna, può consigliarvi la polisonnografia o un monitor portatile per lo studio a domicilio.

Polisonnografia

La polisonnografia è il tipo di esame del sonno più usato per diagnosticare l’apnea nel sonno: registra l’attività cerebrale, i movimenti oculari, il battito cardiaco e la pressione.

La polisonnografia registra anche la quantità di ossigeno presente nel sangue, il movimento dell’aria nel naso mentre si respira, il russamento e i movimenti del torace. I movimenti del torace indicano se il paziente sta facendo uno sforzo per respirare.

L’esame di norma viene eseguito in ospedale o in una clinica specializzata, è del tutto indolore e il paziente può addormentarsi normalmente, ma gli vengono attaccati diversi sensori sul cuoio capelluto, sul volto, sul torace, sugli arti e su un dito. Gli infermieri e i medici usano i sensori per controllare il paziente per tutta la notte.

Lo specialista, al termine dell’esame, controlla i risultati per verificare se il paziente soffre di apnea nel sonno e la gravità del disturbo. I risultati dell’esame vengono usati per programmare la terapia.

Il medico, inoltre, può usare la polisonnografia per adeguare la terapia con il ventilatore a pressione positiva continua (CPAP). La ventilazione a pressione positiva continua è la terapia più diffusa per l’apnea del sonno, in grado di creare una lieve pressione dell’aria per tenere aperte le vie respiratorie mentre il paziente dorme.

Se la polisonnografia indica che il paziente soffre di apnea nel sonno, questi sarà esposto al ventilatore a pressione positiva continua durante la seconda metà della notte. Gli infermieri modificheranno il flusso d’aria dell’apparecchiatura per trovare le impostazioni più adatte al paziente.

Monitor a domicilio

Il medico può consigliarvi un esame del sonno a domicilio con un monitor portatile. Il monitor portatile registrerà alcune delle informazioni ricavabili anche dalla polisonnografia, ad esempio:

la quantità di ossigeno nel sangue,
il movimento dell’aria nel naso durante la respirazione,
il battito cardiaco,
i movimenti del torace che indicano che si sta facendo uno sforzo per respirare.
Lo specialista può usare i risultati dell’esame del sonno a domicilio per diagnosticare l’apnea nel sonno e anche per decidere se è necessario eseguire la polisonnografia in un centro specializzato.

Cura e terapia

L’apnea nel sonno può essere curata modificando lo stile di vita, con apparecchi ortodontici, con dispositivi per la respirazione e con l’intervento chirurgico. I farmaci di solito non vengono usati.

Chi invece soffre di apnea moderata o grave può aver bisogno di un ventilatore o dell’intervento chirurgico.

La terapia dell’apnea nel sonno mira a:

ripristinare la respirazione normale durante il sonno,
alleviare i sintomi, come il russamento forte e la sonnolenza diurna.
La terapia può migliorare altri problemi di salute connessi all’apnea nel sonno, ad esempio l’ipertensione. Può inoltre diminuire il rischio di patologie cardiache, ictus e diabete.

Se nonostante la terapia il paziente continua ad avvertire sonnolenza diurna, il medico gli può chiedere se dorme a sufficienza. Gli adulti dovrebbero dormire almeno 7-8 ore per notte, mentre i bambini e gli adolescenti hanno bisogno di più ore (approfondimento).

Se la terapia e la durata ottimale del sonno non alleviano la sonnolenza diurna, il medico prenderà in considerazione altre possibili terapie.

Modifiche dello stile di vita

Se soffrite di apnea nel sonno lieve, probabilmente tutto ciò che dovrete fare per curarvi sarà modificare leggermente le abitudini o le attività quotidiane.

Evitate l’alcol e i farmaci che provocano sonnolenza, perché causano difficoltà nel tenere la gola aperta durante il sonno.
Se siete in sovrappeso o obesi, cercate di dimagrire. Dimagrire anche solo di poco può alleviare di molto i sintomi.
Dormite sdraiati su un lato anziché supini per avere meno difficoltà a tenere aperte le vie respiratorie. Potete usare cuscini o pigiami speciali che vi impediscono di dormire supini.
Di notte, se necessario, tenete aperto il naso usando gli spray nasali o i farmaci contro le allergie (ma non vasocostrittori!). Chiedete al medico se queste terapie possono esservi utili.
Smettete di fumare. Chiedete al medico di indicarvi programmi e prodotti utili per smettere.
Apparecchi ortodontici

Indossare l’apparecchio ai denti può essere utile per alcuni dei pazienti che soffrono di apnea nel sonno lieve. Il medico, inoltre, può consigliarvi di mettere l’apparecchio se russate molto ma non soffrite di apnea nel sonno.

Il dentista o l’ortodontista possono realizzare un apparecchio di plastica su misura per curare l’apnea nel sonno. L’ortodontista è specializzato nella correzione dei problemi dei denti e delle mandibole. L’apparecchio rimetterà in posizione la mandibola e la lingua e vi aiuterà a tenere aperte le vie respiratorie durante il sonno.

Se usate l’apparecchio e trovate che è scomodo o vi fa male, avvertite il medico. Con ogni probabilità dovrete effettuare visite periodiche per regolarlo in modo che vi stia bene.

Ventilatore a pressione positiva continua

La ventilazione a pressione positiva continua è la terapia più frequente per l’apnea nel sonno da moderata a grave nei pazienti adulti. Il ventilatore a pressione positiva continua (CPAP) usa una maschera che copre il naso e la bocca, oppure solo il naso.



Maschera per sindrome da apnea notturna (Photo Credit: www.flickr.com/photos/11921146@N03/6981941985/)

Il ventilatore soffia delicatamente l’aria nella gola del paziente. La pressione dell’aria aiuta a tenere aperte le vie respiratorie mentre si dorme.

Se l’apnea nel sonno viene curata, il paziente probabilmente smetterà di russare; tuttavia, se non russa, non significa automaticamente che le apnee nel sonno siano cessate o che può smettere di usare il ventilatore L’apnea nel sonno, infatti, può ripresentarsi se non si usa il ventilatore a pressione positiva continua oppure se non lo si usa correttamente.

Di norma il ventilatore a pressione positiva continua viene consegnato a domicilio da un tecnico che lo installa e lo tara a seconda della prescrizione medica. Dopo l’installazione, è comunque necessario farlo tarare di tanto in tanto per ottenere risultati ottimali.

La ventilazione a pressione positiva continua può causare effetti collaterali in alcuni pazienti; tra di essi ricordiamo:

secchezza nasale o naso che cola,
irritazione della pelle del volto,
bocca secca,
mal di testa.
Se il ventilatore non è tarato correttamente, si può soffrire di gonfiore di stomaco e di mal di stomaco quando si indossa la maschera.

Se avete problemi con il ventilatore, chiedete consiglio allo specialista, agli infermieri e al tecnico: insieme potete prendere provvedimenti per diminuire gli effetti collaterali. Ad esempio può essere necessario modificare le impostazioni del ventilatore oppure le dimensioni della mascherina. Per alleviare la secchezza nasale o non avere più il naso che cola, può essere utile umidificare l’aria che attraversa la maschera oppure usare uno spray nasale.

Esistono diversi tipi di ventilatori e di maschere. Se quello che state usando non vi soddisfa, chiedete consiglio al medico che può suggerirvi di cambiare tipo, passando a uno più comodo.

Chi soffre di sintomi gravi dell’apnea nel sonno di norma si sente molto meglio una volta iniziata la ventilazione a pressione positiva continua

Intervento chirurgico

Alcuni pazienti che soffrono di apnea nel sonno possono trarre beneficio dall’intervento chirurgico. Il tipo di intervento e la sua efficacia dipendono dalla causa dell’apnea.

L’intervento chirurgico è effettuato per allargare le vie respiratorie, di norma vengono rimossi, irrigiditi o ristretti i tessuti in eccesso nella bocca o nella gola, oppure viene risistemata la mandibola.

L’intervento chirurgico per irrigidire o atrofizzare il tessuto in eccesso viene effettuato in ambulatorio oppure in ospedale. Per far contrarre leggermente il tessuto possono essere necessarie piccole iniezioni o altre terapie locali. Per farlo restringere di più, invece, può essere utile una terapia ripetuta. Per irrigidire il tessuto, il medico pratica una piccola incisione al suo interno e inserisce una placca di plastica rigida.

Per rimuovere il tessuto in eccesso, l’intervento chirurgico va effettuato in ospedale in anestesia. Dopo l’intervento, si può continuare ad avere mal di gola per una, due settimane.

L’intervento chirurgico di rimozione delle tonsille può essere utile in alcuni bambini, se sono le tonsille a bloccare la respirazione. Il pediatra può suggerire di aspettare per vedere se i tessuti si atrofizzano spontaneamente, durante la crescita del bambino.

Convivere con l’apnea nel sonno

L’apnea nel sonno può essere molto grave, tuttavia è possibile migliorare almeno un po’ la qualità della vita seguendo una terapia efficace.

La terapia può essere utile per migliorare la qualità del sonno e alleviare la sonnolenza diurna. Può inoltre far diminuire il rischio di ipertensione, patologie cardiache e altri problemi di salute connessi all’apnea nel sonno.

La terapia può migliorare lo stato di salute generale, il benessere del paziente, la qualità del sonno del paziente e anche quella dei famigliari.

Sorveglianza continua

Per essere certi che la terapia sia efficace, dovete farvi visitare regolarmente dal medico. Se la terapia causa effetti collaterali fastidiosi, dovete tenerlo informato.

La sorveglianza continua è importante se siete in terapia con la ventilazione a pressione positiva continua. Prima di adattarsi a questa terapia può volerci un po’ di tempo.

Se il ventilatore è scomodo o se non vi sembra efficace, informate il medico. Probabilmente sarà necessario passare a un ventilatore o a una mascherina diversi; in alternativa potrebbe essere necessaria una terapia per alleviare gli effetti collaterali.

Cercate di non ingrassare. Se ingrassate, l’apnea nel sonno può peggiorare e può essere necessario modificare il ventilatore. Se dimagrite, invece, potreste riuscire ad alleviare i sintomi dell’apnea nel sonno.

Finché l’apnea nel sonno non viene curata, dovete essere consapevoli del rischio derivante dalla guida o dall’uso di macchinari pericolosi.

Se dovete sottoporvi a un intervento chirurgico sotto anestesia, comunicate al chirurgo e ai medici che soffrite di apnea nel sonno. Potrebbero essere necessari particolari accorgimenti per mantenere aperte le vie respiratorie durante l’intervento.

Se usate l’apparecchio per curare l’apnea nel sonno, dovrete andare regolarmente dal dentista

Supporto dei famigliari

In molti casi chi soffre di apnea nel sonno non lo sa. Non è consapevole che la respirazione si interrompe e riprende molte volte durante il sonno. Di solito sono i famigliari o il partner i primi a scoprire i sintomi dell’apnea nel sonno.

I famigliari possono fare molto per aiutare chi soffre di apnea nel sonno.

Far sapere al paziente che russa intensamente o che, durante il sonno, la respirazione si arresta e poi riprende.
Consigliare al paziente di rivolgersi al medico.
Aiutare il paziente a seguire la terapia, compresa quella con il ventilatore a pressione positiva continua.
Offrire un adeguato sostegno emotivo.


Fonte Principale: NIH (traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)
Tratto da
www.farmacoecura.it
Franco
principessac
00venerdì 21 dicembre 2012 13:56
un mio zio 70enne obeso ex fumatore ne soffre [SM=g8318]
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