1971
Elvis si esibisce allo
"Spectrum" di Philadelphia, Pennsylvania, alle ore 20,30.
L'abito indossato è il
"White Spectrum".
Gli spettatori sono 16.601, per un incasso di 156.000 dollari.
Ad oggi, questo
show è disponibile in una registrazione amatoriale del 2022 intitolata
"Live In Philadelphia".
«La città accolse con grandissimo entusiasmo la notizia dell'arrivo del concerto di Elvis, tanto è vero che i biglietti andarono esauriti il giorno stesso in cui furono messi in vendita. Il timore di gruppi di fans senza biglietto che avrebbero cercato di sfondare i cancelli per entrare (una pratica ben nota anche agli organizzatori italiani di quegli anni) indusse l'amministrazione locale a rinforzare l'apparato di sicurezza attorno allo Spectrum (paragonato a quello di una visita presidenziale).
Come di norma, nonostante le forti pressioni sul promoter locale, anche i membri della stampa dovettero pagare il proprio biglietto.
La troupe fu alloggiata al "Bellevue Stratford Hotel" dove occupò l'intero 15° piano e ci restò per due giorni, spostandosi da e per Philadelphia per lo spettacolo previsto a Baltimore.
Per questo concerto e quello del 9 novembre, fu ingaggiata l'Orchestra di Joe Malin (probabilmente la migliore con cui Elvis lavorò in quel periodo, tanto è vero che sarà nuovamente ingaggiata per gli importantissimi concerti al Madison Square Garden dell'anno dopo). Nel pomeriggio, alle ore 14 fu così organizzata una session di prove, direttamente allo Spectrum.
Causa una leggera intossicazione da cibo, il batterista Ronnie Tutt fu impossibilitato ad andare in scena. Dopo un primo momento di panico, ci pensò Elvis che risolse la cosa a suo modo. Chiamò, infatti, nel suo camerino Jerome "Stump" Monroe, il batterista che accompagnava le Sweet Inspirations nello show di apertura, e gli disse semplicemente: "Ronnie ha qualche problemino di salute... Questa sera suonerai dietro di me".
Anni dopo, Stump ricordò che la cosa lo aveva quasi paralizzato, ma Elvis lo mise a suo agio. "Mi disse: 'Non preoccuparti, devi solo guardarmi e vedrai che tutto andrà bene...'. Dovete capire che quell'uomo avrebbe potuto avere ai suoi piedi in un attimo il miglior batterista del mondo, ma chiamò me. Fu un'esperienza straordinaria, davanti a tutta quella gente che urlava"».
Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".