Da ogni angolo si guardi la CB13 è fantastica, un immagine maschia che ha rischiato di scomparire completamente dagli schemi dei moderni designer, quella onestà senza tempo e senza inganni che è stata troppo spesso rapidamente rimpiazzata da linee ingannevoli e sovraccariche.
La CB è l’espressione della muscolarità su due ruote, grosse e semplice tecnica, grossa e semplice potenza. Grossa e semplice.
Non ci sono tentativi di nascondere la sua imponenza, ognuno dei suoi 266 kg si mostra forte ed orgoglioso quando la togli dal cavalletto.
Buffo pensare che persino la R1200RT (supertourer iperaccessoriata) alla fine pesa 10 kg di meno.
Ma è questo il senso del progetto CB, costruito su inclinazioni estetiche retrò con una ostentata solidità che la distingue dalle Super Dukes o dalle Speed Triple, che porta subito la mente verso un concetto meno frenetico e più maturo di approccio alla vita.
Ma se l’aspetto e le dimensioni sono retro, il motore di 1284 cc non è vecchio stile per niente.
Guidato liscio è troppo godibile per incitare alla guida esasperata ma non fa mai dimenticare le sue effettive capacità.
Ha più coppia di qualsiasi superbike di 1000 cc e la eroga dal primo giro di gas, spalancare il gas troppo presto o troppo decisamente in una mattina fredda farà perdere aderenza alla gomma posteriore, ma basta dargli il tempo di riscaldarsi e la brutale forza motrice alzerà la CB da terra..
L’eccezionale eccesso di trazione ha più senso nelle marce alte, anche se sono solo cinque, la quarta è universale, dai 20 ai 120 mph (di 30 ai 190 kmh), senza indugi di erogazione, con le lancette di contakm e contagiri che salgono in parallelo.
Delle moto hanno bisogno di scalare una marcia prima di sorpassare, con la CB è meglio mettere la la marcia superiore…
Fortunatamente c’è molto altro da fare con una CB che andare semplicemente diritti.
Per esempio si può andare molto lontano, per l’incomparabile comodità della sella, le cui dimensioni e consistenza me l’hanno fatta trovare più confortevole di molti B&B in cui sono stato.
E se pensate di far salire qualcuna sull’altra metà del cuscino, questa troverà una abbondante porzione di sella non troppo più in alto del pilota ed una maniglia dove tenersi stretta.
La vocazione turistica è agevolata dal serbatoi da 21 lt, con indicatore digitale, e dalle tasche nella mezza carena per biglietti autostradali o altri piccoli oggetti.
La regolazione del precarico della coppia di ammortizzatori posteriori è una operazione semplicissima.
Non che si debba lavorare molto sulle sospensioni, anche se la CB può apparire un minimo “semplice” è un’altra espressione dell’equilibrio tipico delle Honda fra confort e prestazione.
Non è ballerina e poco controllata come la XJR o la GSX, la CB ha una superba qualità di guida, lo stesso si può dire dei freni, che se possono sembrare dei semplici quattro pistoncini sono pur sempre le unità che equipaggiavano la Fire blade e fanno un ottimo lavoro nel fermare l’imponente massa della CB. Per ulteriore sicurezza, c’è un ABS poco invasivo.
Fortunatamente, anche se le Dunlop D220 non sono le mie favorite, non ho avuto episodi di slittamento, perdita di aderenza né ci sono andato vicino ma qualcosa non mi ha convinto del tutto e mi ha lasciato una sensazione strana, non scommetterei la mia casa su questi pneumatici.
Comunque, pur senza una religiosa fede nelle gomme, la CB è maneggevole, neutra e prevedibile.
Frequenti o rapidi cambi di direzione richiedono forza ma il riallineamento è rapido e sicuro, c’è un impressione di leggero squilibrio nella distribuzione dei pesi fra l’anteriore ed il posteriore ma è più questo, un impressione, che un difetto.
Comunque dopo una settimana qualcosa mi ha lasciato perplesso…..ma non per la moto in sé, che è ottima.
Sono perplesso del perché questa moto sia così ingiustamente ignorata. La CB è idonea a ricoprire e soddisfare le aspettative ed i bisogni di molte diverse tipologie di motociclisti….turisti, appassionati del retrò-look, smanettoni da quarto di miglio, che, anche ispirati dalla versione da 150 bhp che ha partecipato alla 8 ore di Suzuka del 2003, potrebbero con qualche ricorso all’after market andare a caccia delle supersportive in un giorno di prove libere a Caldwell Park…
Quoto praticamente tutto quello che c'e' scritto!!!