In campo fantascientifico sono molto schizzinoso (e chi dicesse "sì, e invece nel resto?" può anche non fare lo spiritoso: sono ancora più schizzinoso, okay? ;-)), e quasi tutto quel che è stato prodotto negli ultimi trent'anni poco mi aggrada. Ecco il mio primo decalogo.
Il podio.
1°
La fantascienza è questo: speculazione cognitiva; riflessione epistemologica; senso dell'avventura e del mistero; visionarietà sfrenata.
2°
La sola volta in cui Philip Dick non è stato tradito al cinema. Anche qui trovo le caratteristiche che ho elencato per l'Odissea. Per Blade Runner intendo l'edizione ormai praticamente introvabile del 1982, non i director's cut e palle varie che girano.
3°
Come sopra. Nella mia memoria è il film che mi ha fatto scoprire la fantascienza, prima della stessa sf letteraria. E ogni volta che mi capita di rivederlo lo trovo immutato nella freschezza e una straordinaria e sottile interpretazione dell'anima umana.
Gli altri, a cominciare da un triplice ex aequo.
4°
Uno dei più bei film di satira mai fatti. Satira in senso politico e sociale; ma ancor più, e soprattutto: metafisico.
4°
L'alienità rappresentata con forza straordinaria, e attraverso la dislocazione del punto di vista. Il romanzo di Boulle viene stravolto, ma la scelta - forzata - di povertà si rivela vincente.
4°
Forse la più incisiva rappresentazione del potere che la fantascienza cinematografica abbia fornito.
7°
Trasposizione perfetta del romanzo di Matheson, permeata da un senso di orrore, alienità e catastrofe immanenti, che nel finale lasciano luogo a una ripartenza dell'umanità su basi quanto meno ugualmente orrorifiche, aliene e catastrofiche. La capacità della sf di mostrare la relatività del punto di vista è resa al meglio.
8°
Riduzione "povera" (come buget) ma perfetta nelle atmosfere e nello spirito del capolavoro di John Wyndham. Riflessione sull'uomo e sense of wonder prendono corpo, quasi magicamente, in una campagna inglese come atemporale e aliena.
9°
Estrapolazione sociologica e catastrofe ecologica in un film sobrio e lirico. In Italia lo hanno azzoppato con il titolo furbesco di "2002 la seconda odissea".
Una tripletta ex aequo anche per finire.
10°
Dal romanzo di Harry Harrison
Make room! Make room! una visione di un futuro incattivito e abbrutito che potrebbe finire per appartenerci. La scena della morte di Edward G. Robinson è una delle sequenze più memorabili del cinema di fantascienza.
10°
Prima riduzione della novella di John W. Campbell, e poco fedele al racconto, per uno dei più memorabili confronti con l'Alieno.
10°
Carpenter rimane più fedele racconto di Campbell, e accentua la dimensione materiale dell'orrore dell'invasione aliena senza minimamente sfigurare al confronto della pellicola di trent'anni prima dove quell'orrore era più metafora politica e metafisica.
V.