Elezioni 2013, propaganda, giochi di potere, candidati e perle varie

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Carlo Maria
00mercoledì 9 gennaio 2013 13:11
Ragazzi, come voterete?
I giochi e le alleanze si sono palesati, entro pochi giorni si dovranno consegnare i simboli, entro il 21 le firme.
Io fino all'ultimo ho confidato che la mia formazione potesse aderire a questa tornata, ma siamo troppo piccini e non riusciremo.

Il quadro sarà quindi questo:



e ne sono assai desolato. [SM=x74955]


Intanto, stanno uscendo i nomi dei candidati. Il duz, su facebook, ha pubblicato questo video che merita d'esser riproposto. Rammento a tutti che la Vezzali è una dei candidati della lista Monti che il premier uscente ha comunicato con enfasi alla stampa un paio di giorni fa.
Imbarazzante.

Juan Galvez
00mercoledì 9 gennaio 2013 18:48
Dai, Ricuzzo Letta ha esplicitato che dopo le elezioni il PD(menoelle) chiederà a Monti di tenergli la manina. Credevate di morire democristiani, eh? Poi berlusconiani. Invece schiatterete e basta, impallinati dal fuoco "amico".

V.
ozymandias
00mercoledì 9 gennaio 2013 19:00
Io voterò il Movimento 5 stelle.

Populisti, beceri, antipolitici (???)

Eppure nonostante il loro delirante leader, sono la cosa più pulita che rimane una volta tolta la merda dal quadro postato da Carlo Maria.

Juan Galvez
00mercoledì 9 gennaio 2013 19:39
Re:
ozymandias, 09/01/2013 19:00:

Io voterò il Movimento 5 stelle.

Populisti, beceri, antipolitici (???)

Eppure nonostante il loro delirante leader, sono la cosa più pulita che rimane una volta tolta la merda dal quadro postato da Carlo Maria.



Purtroppo è esattamente così. Questo è il quadro che ci viene da un secolo quasi di scelte sbagliate (scelte del cazzo a essere onesti). Che ci hanno consegnato a vent'anni di fascismo, trentacinque anni di DC, quindici anni di variegato craxismo, vent'anni di berlusconismo stampellato (da leghe, pds-ds-pd).

Sempre e comunque scelte da schiavi. E non credo che sarà diverso questa volta.

V.

Carlo Maria
00mercoledì 9 gennaio 2013 20:19
Re:
ozymandias, 09/01/2013 19:00:

Io voterò il Movimento 5 stelle.

Populisti, beceri, antipolitici (???)

Eppure nonostante il loro delirante leader, sono la cosa più pulita che rimane una volta tolta la merda dal quadro postato da Carlo Maria.





La fregnaccia dell'antipolitica è una mistificazione orrida, perché alla fine Grillo dirà anche tante stronzate, ma si esprime nel merito, cioè su tematiche politiche e quella che fa è politica. Così come è una fregnaccia che il suo sia un Movimento e non un Partito, perché con una direzione così verticistica e impositiva sembra un partito della prima Repubblica, ma proprio di quelli più duri e puri.
Ciò detto, capisco le vostre motivazioni... ma sto facendo fatica, un casino di fatica.
Fino all'ultimo -e Raffina e Vinnie lo sanno perché via mail li ho tenuti costantemente aggiornati- ho sperato che il mio Partito partecipasse alla tornata elettorale: eravamo confluiti in una lista civica (dal nome generico di Lista Civica Italiana) in cui tutte le cosine sembravano al loro posto. Confesso che speravo di candidarmi anche in prima persona: non per ottenere un posto, non da capolista o tra i primi nomi, ma giusto per ricordare che in questo preciso momento storico, con l'esigenza di cambiamento che c'è, io avevo fatto la mia parte. Invece, Ingroia s'è fatto infinocchiare (o meglio: ha scelto coscientemente di farsi infinocchiare, ma comunque da babbeo) da nomi riciclati (IdV, RC, PdCI, Verdi), Cambiare si Può (altra lista civica) ha contraddetto i propri vertici (che ora si sono dimessi in massa) e ha aderito alla lista Ingroia e dalle votazioni interne di Lista Civica Italiana ha vinto la posizione "Non aderiamo" per un voto di merda...
Davvero non so cosa scegliere tra i partiti di questo ventaglio... vedo solo difetti ovunque. [SM=x74955]
Carlo Maria
00venerdì 11 gennaio 2013 20:53
Moggi si candida come capolista con Stefania Craxi.
Una scelta di continuità [SM=x74935]


Per sapere, invece... cosa ne pensano Vinnie e ozy dell'apertura di Grillo a Casa Pound?


Fog
00venerdì 11 gennaio 2013 23:36
Carlo Maria, 11/01/2013 20:53:

Per sapere, invece... cosa ne pensano Vinnie e ozy dell'apertura di Grillo a Casa Pound?



Non so cosa ne pensino loro, ma immagino quel che penso io ([SM=x2114809]). E cioè che non vi sarebbe alcuna sorpresa se davvero si dovesse assistere alla convergenza in un unico soggetto di due movimenti entrambi inequivocabilmente fascisti.

Carlo Maria
00sabato 12 gennaio 2013 01:01
Re:
Fog, 11/01/2013 23:36:



Non so cosa ne pensino loro, ma immagino quel che penso io ([SM=x2114809]). E cioè che non vi sarebbe alcuna sorpresa se davvero si dovesse assistere alla convergenza in un unico soggetto di due movimenti entrambi inequivocabilmente fascisti.





E questo mi riporta alla mente le aperture di Ingroia a Grillo di cui ti raccontavo di persona (e la risposta sprezzante del comico genovese, che lo ha definito, giustamente, "foglia di fico" dei partiti tradizionali) e ribadisco e rafforzo la mia sensazione che l'ex magistrato sia politicamente un babbeo.
E questo mi riporta al dilemma iniziale: chi cazzo voto?
Guardo e riguardo le possibilità: tutto ciò che è destra, centro-destra o centro non lo prendo neanche in considerazione. I radicali di Pannella sono storicamente ultraliberisti e quindi no. Tabacci fa ridere persino che lo collochino in un'area di centro-sinistra. M5S no perché è deriva fascista: un cambiamento che non voglio fare. Il Partito Comunista dei Lavoratori no perché è il voto più inutile possibile e oltretutto non ne condivido gli ideali.
Il PD con le primarie si è spostato un poco a sinistra nei diritti, ma continua a esser di destra sull'economia. SEL è il suo degno braccio destro. Resta Ingroia e per carità: se avessi voluto votare per quelli avrei cercato di far convergere la nostra lista dentro la loro, anziché oppormi. Voglio votare, ma per dio, è da mani nei capelli... [SM=x74955]
Mi son messo a cercare notizie su altri partiti presenti alla sfida elettorale e non citati dal manifesto che ho postato: "I socialisti? Quelli di Boselli, che almeno non sono liberisti, che fine hanno fatto?" Toh, Boselli è passato all'API (Alleanza Per l'Italia) di Rutelli (!!!), ma guarda: non lo sapevo. Ora i Socialisti non craxiani sono guidati dal nipote del valido ciclista Nencini (devo ancora avere una biglia che lo raffigura), appoggia Bersani e fa parte della coalizione "Italia. Bene Comune", insieme a SEL e al PD.
Mi pare che mi resti un'interessante scelta tra Oscar Giannino e il Partito Pirata...
Juan Galvez
00sabato 12 gennaio 2013 11:51
E che vuoi pensare, Carlo? Se esistesse un'alternativa seria la sceglierei all'istante, ma non esiste.

Comunque, Grillo è un uomo di spettacolo (al pari di Al Pappone) e sa che a far parlare di sé si fa bene a prescindere.

V.
ozymandias
00sabato 12 gennaio 2013 13:28
difatti ho visto il video e come al solito si pompa il nulla...

e comunque non votando uno dei partiti nell'arco descritto nell'immagine postata da Carlo Maria in alternativa ho solo il movimento Fare di Giannino...
Juan Galvez
00sabato 12 gennaio 2013 16:37
Re:
ozymandias, 12/01/2013 13:28:

difatti ho visto il video e come al solito si pompa il nulla...



Infatti. Li prende per il sedere tutti (come meritano), quindi il solo modo che hanno di combatterlo è di propagandare fesserie e sperare che i fessi abbocchino. Cosa che i fessi fanno, purtroppo. Ma i fessi sono impermeabili comunque, e quindi irraggiungibili.

ozymandias, 12/01/2013 13:28:


e comunque non votando uno dei partiti nell'arco descritto nell'immagine postata da Carlo Maria in alternativa ho solo il movimento Fare di Giannino...


Che null'altro è se non un vecchio arnese liberista che si è dato una pittata di bizzarria.

V.


Carlo Maria
00sabato 12 gennaio 2013 17:59
Re: Re:
Juan Galvez, 12/01/2013 16:37:




Infatti. Li prende per il sedere tutti (come meritano), quindi il solo modo che hanno di combatterlo è di propagandare fesserie e sperare che i fessi abbocchino. Cosa che i fessi fanno, purtroppo. Ma i fessi sono impermeabili comunque, e quindi irraggiungibili.

V.





T'ho risposto sull'altro topic: anch'io ci ho visto mooolto meno di quanto i giornalisti abbiano voluto evidenziare, ma la citazione c'è stata e non la trovo casuale.
Juan Galvez
00sabato 12 gennaio 2013 18:16
Esatto, la citazione c'è stata. E basta ascoltarla per rendersi conto che non esiste nessuna fantomatica "apertura a Casa Pound".

V.
Carlo Maria
00giovedì 17 gennaio 2013 15:12
Leggendo quest'articolo di Internazionale, che di politica non parla per niente, la tornata elettorale prossima ventura m'è invece venuta in mente subito perché ho associato le analisi cui fa riferimento con la percentuale di votanti di certi partiti...


Italia-Francia 5 a 1
di Tullio De Mauro.

"I livelli di alfabetizzazione delle popolazioni sono stati a lungo stimati con i dati sulla scolarità incrociati, come fa l’Istat, con autocertificazioni (ma pochi dichiarano volentieri analfabeti se stessi o propri familiari). La dealfabetizzazione però colpisce anche adulti scolarizzati, come è apparso dalle indagini internazionali (2000, 2005) promosse da Statistics Canada.

L’Ocse ha così deciso di realizzare con cadenza triennale in tutti i paesi aderenti e associati il Programme for the international assessment of adult competencies (Piaac) e quest’anno si attendono i primi risultati. La Francia, vincendo una lunga riluttanza ad ammettere di ospitare analfabeti, si è mossa per suo conto in anticipo, creando un’agenzia ad hoc con poteri misti di rilevazione e intervento, e promuovendo indagini attraverso l’Institut national de la statistique et des études économiques, information et vie quotidienne.

I risultati dell’ultima indagine sono stati pubblicati a dicembre. Su testi di comunicazione quotidiana si verifica la totale incapacità di decifrare singole parole o cifre (alfabetizzazione strumentale elementare) per l’1 per cento di adulti nativi o immigrati tra i 16 e i 65 anni (in Italia per il 5 per cento dei nativi). Il 7 per cento non capisce o non sa scrivere una breve frase (in Italia il 33) e percentuali maggiori hanno difficoltà anche nella comprensione di testi orali (l’accertamento di ciò è una novità importante). Le discussioni sul da farsi saranno al centro della campagna elettorale italiana?"
Juan Galvez
00giovedì 17 gennaio 2013 15:44
Re:
Carlo Maria, 17/01/2013 15:12:

Leggendo quest'articolo di Internazionale, che di politica non parla per niente, la tornata elettorale prossima ventura m'è invece venuta in mente subito perché ho associato le analisi cui fa riferimento con la percentuale di votanti di certi partiti...


Italia-Francia 5 a 1
di Tullio De Mauro.

"I livelli di alfabetizzazione delle popolazioni sono stati a lungo stimati con i dati sulla scolarità incrociati, come fa l’Istat, con autocertificazioni (ma pochi dichiarano volentieri analfabeti se stessi o propri familiari). La dealfabetizzazione però colpisce anche adulti scolarizzati, come è apparso dalle indagini internazionali (2000, 2005) promosse da Statistics Canada.

L’Ocse ha così deciso di realizzare con cadenza triennale in tutti i paesi aderenti e associati il Programme for the international assessment of adult competencies (Piaac) e quest’anno si attendono i primi risultati. La Francia, vincendo una lunga riluttanza ad ammettere di ospitare analfabeti, si è mossa per suo conto in anticipo, creando un’agenzia ad hoc con poteri misti di rilevazione e intervento, e promuovendo indagini attraverso l’Institut national de la statistique et des études économiques, information et vie quotidienne.

I risultati dell’ultima indagine sono stati pubblicati a dicembre. Su testi di comunicazione quotidiana si verifica la totale incapacità di decifrare singole parole o cifre (alfabetizzazione strumentale elementare) per l’1 per cento di adulti nativi o immigrati tra i 16 e i 65 anni (in Italia per il 5 per cento dei nativi). Il 7 per cento non capisce o non sa scrivere una breve frase (in Italia il 33) e percentuali maggiori hanno difficoltà anche nella comprensione di testi orali (l’accertamento di ciò è una novità importante). Le discussioni sul da farsi saranno al centro della campagna elettorale italiana?"



Questi dati, tra l'altro, sono noti da tempo. De Mauro li ha posti all'attenzione più volte nel corso degli ultimi anni. In un qualunque paese appena civile si tratterebbe di una vera e propria catastrofe: umana, sociale, culturale ed economica. Che comporterebbe la massiccia mobilitazione di ogni forza politica per un massivo investimento, economico non meno che professionale, nella scuola. Esattamente quanto è avvenuto in Italia negli ultimi vent'anni.

V.
Carlo Maria
00domenica 20 gennaio 2013 09:34
La lista a cui noi abbiamo aderito e che cercheremo di far crescere, visto che questa volta non abbiamo avuto i numeri per partecipare alla tornata elettorale, ha espresso su Rivoluzione Civile Ingroia una posizione che mi trova fortemente concorde:


La vera rivoluzione civica in Italia è non avere dinosauri in parlamento

Lista civica italiana ritiene che il percorso iniziato con Cambiare si può e concluso con Antonio Ingroia non ha portato ad una vera rivoluzione della politica anche se dei semi positivi sono stati gettati.
Lista Civica Italiana rimane disponibile a dialogare con tutte le forze politiche che avranno il coraggio di promuove una nuova politica.
In particolare Lista Civica Italiana ha deciso di non stare all’interno di “Rivoluzione civile”, perché non è d’accordo con la presenza dei partiti, i criteri di scelta dei candidati, i temi del programma che non riteniamo veramente rivoluzionari.
Antonio Ingroia, che gode della nostra stima per il suo impegno come procuratore antimafia, ha incontrato i rappresentanti di LCI, a cui ha praticamente chiesto fiducia incondizionata in lui senza voler mettere in discussione la partecipazione dei partiti.
La Carta di intenti di Lista Civica Italiana parla chiaro: nessuna alleanza con la partitocrazia. LCI ha chiesto a Ingroia di non candidare dinosauri della politica con più di due mandati, come Di Pietro e Diliberto. Il tema del limite dei due mandati è un esempio per tutti: è stato inserito nel programma ma non messo in pratica nelle candidature.
Per quanto riguarda il tema della riduzione dei privilegi e degli emolumenti d’oro, che hanno contribuito ad inquinare la politica e la società con fiumi di denaro e di potere, ci sembra che si poteva guardare più lontano impostando, come in Francia, un tetto al reddito.
Tantomeno c’è chiarezza sulla questione dei rimborsi elettorali che stanno producendo un enorme spreco di denaro pubblico e che rappresentano uno schiaffo morale per i cittadini.
La vera rivoluzione civica si farà con gli strumenti della democrazia diretta, dando alle cittadine e ai cittadini la concreta possibilità di esercitare la sovranità popolare, responsabilizzandoli e rendendoli partecipi delle scelte a livello locale, nazionale, internazionale. Il riferimento è alla legge di iniziativa popolare “Quorum zero – Più democrazia” e alle proposte in essa contenute: eliminazione del quorum dai referendum, istituto di revoca per eletti inadempienti.
Nel programma di “Rivoluzione civile” mancano anche alcuni punti veramente “rivoluzionari” come la riforma tributaria secondo l’art. 53 della Costituzione, l’indicazione delle risorse economiche che serviranno per sostenere i vari propositi programmatici, l’eliminazione della legge obiettivo che favorisce grandi opere inutili, la riforma del sistema bancario.
La riforma fiscale secondo l’articolo 53 della Costituzione sarà al centro dell’azione politica di LCI insieme alla conversione ecologica dell’economia per creare posti di lavoro, uscendo così dalla logica della crisi cronica dovuta ad un concetto sbagliato della crescita. La riforma fiscale interessa 40 milioni di contribuenti rappresentati da lavoratori dipendenti e pensionati che pagano, attualmente, il 93% dell’intero gettito IRPEF pur possedendo solo il 27% della ricchezza nazionale, e da quei 4 milioni di precari, mascherati da false partite IVA.
Infine, ci lascia perplessi il fatto che l’enunciazione programmatica sulla “democrazia di genere” sia resa meno credibile dal fatto che il documento programmatico è firmato da soli uomini e, tra l’altro, tutti rappresentanti di partito e nessuno della società civile!
Il Coordinamento di Lista Civica Italiana
Juan Galvez
00domenica 20 gennaio 2013 11:52
Al di là di tutto...

Ho apprezzato molto il lavoro di Ingroia quale procuratore, ma resto convinto che la confusione dei ruoli vada evitata. Per legge. Così come un parlamentare che venga nominato ministro dovrebbe dimettersi dal parlamento (e viceversa un ministro che si presentasse alle elezioni politiche dovrebbe dimettersi); credo anche che un membro del potere giudiziario non dovrebbe assumere tanto facilmente degli impegni politici: ti dimetti dalla magistratura, e POI - dove POI significa fra un numero congruo di anni - ti candidi al parlamento oppure diventi ministro.

V.
Carlo Maria
00martedì 26 febbraio 2013 09:57
Ne avete parlato su facebook tutto ieri (mentre ero a lavoro, curiosissimo e ignaro di ciò che si stava verificando)...
Non riesco a capire, Beppe, come hai fatto a prenderla in modo così serafico, per esempio. E ozy, invidio il tuo vedere il bicchiere mezzo pieno: io sfascerei tutto.
Posto che un governo di centrosinistra del PD avrebbe avuto tutti i gravi difetti che più volte abbiamo imputato al partito di Bersani, vedere B. a cifre ancora superiori al 20% mi dà una repulsione enorme. [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74955] [SM=x74996] [SM=x74954]
koala3
00martedì 26 febbraio 2013 11:28
Re:
Carlo Maria, 26/02/2013 09:57:

Ne avete parlato su facebook tutto ieri (mentre ero a lavoro, curiosissimo e ignaro di ciò che si stava verificando)...
Non riesco a capire, Beppe, come hai fatto a prenderla in modo così serafico, per esempio. E ozy, invidio il tuo vedere il bicchiere mezzo pieno: io sfascerei tutto.
Posto che un governo di centrosinistra del PD avrebbe avuto tutti i gravi difetti che più volte abbiamo imputato al partito di Bersani, vedere B. a cifre ancora superiori al 20% mi dà una repulsione enorme. [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74955] [SM=x74996] [SM=x74954]


Lo stupore non è che moltissimi scelgano di votare pensando al proprio interesse pur trattandosi di gente indegna. Lo stupore è che ancora non abbiano capito che non è il loro interesse, ma il suo.


Fog
00martedì 26 febbraio 2013 11:57
Carlo Maria, 26/02/2013 09:57:

Ne avete parlato su facebook tutto ieri (mentre ero a lavoro, curiosissimo e ignaro di ciò che si stava verificando)...
Non riesco a capire, Beppe, come hai fatto a prenderla in modo così serafico, per esempio. E ozy, invidio il tuo vedere il bicchiere mezzo pieno: io sfascerei tutto.
Posto che un governo di centrosinistra del PD avrebbe avuto tutti i gravi difetti che più volte abbiamo imputato al partito di Bersani, vedere B. a cifre ancora superiori al 20% mi dà una repulsione enorme. [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74954] [SM=x74955] [SM=x74996] [SM=x74954]



Al contrario: io sono abitualmente così poco sereno da non poter scendere ancora nella scala dell'inquietudine.
Ma a parte la mia emotività, non capisco tutta questa agitazione

1)Banana e i legaioli hanno perso quasi la metà dei loro voti, questa è una delle ultime elezioni in cui dovremo sorbirceli
2)Agli ostinati che ne avessero avuto ancora bisogno Bersani ha dimostrato l'insipienza del proprio partito. Perchè mai i milioni di elettori in fuga da Banana dovrebbero votarli? Poco più di un anno fa avevano la possibilità -l'ennesima- di cancellare Papi dalla mappa politica italiana ed invece lo hanno lasciato a governare facendogli però raccontare che tasse e stangate erano regali del PD e dei "tecnici", e concedendogli infine una scoppiettante campagna elettorale tutta gag e promesse mirabolanti (che mai avrebbe dovuto rispettare, essendo consapevole del fatto che non avrebbe comunque raggiunto la maggioranza) in cui, liberato dalla necessità di doverle vincere, avrebbe potuto però raggiungere il suo vero obiettivo, e cioè quello di non farle vincere neppure agli altri
3)Sempre a proposito del PD. A sinistra vi è un secolare vizio di supponenza nei confronti delle costole -vere o solamente presunte- fuoriuscite verso le quali si reagisce sempre con una scrollata di spalle e con la beata convinzione che "tanto poi ritornano". Così è stato con i vari partiti comunisto-rifondaroli, con i legaioli, con la gente di Grillo. Mai -e ribadisco MAI- una volta che si sia fatto tesoro della spinta di un movimento per rilanciarsi al proprio interno. Ed è così che ci si è fatti scappare tematiche su cui invece il partito avrebbe dovuto provare a spendersi -localizzazione, decentramento, responsabilizzazione della periferia; urbanizzazione, gestione delle tematiche relative all'immigrazione, questioni legate all'istruzione, alla ricerca, al mondo del lavoro; rinnovamento istituzionale, scelte controcorrente rispetto al mainstream finanziario, imprenditoriale, tecnico-infrastrutturale- facendole in parte proprie o comunque lavorando per tenere aperti i canali di comunicazione con altre forze politiche più o meno contigue
4)Stante il quadro attuale, tra pochi mesi si tornerà a votare (con QUESTA legge, nessuno avrà la forza per modificarla né è pensabile di cambiarla senza il consenso dei 5stelle: sarebbe una richiesta di eutanasia politica) oppure si darà vita ad un governo (dalla vita prevedibilmente breve e soffertissima) PD-PDL in cui i primi metteranno faccia e culo mentre gli altri si terranno le mani libere garantendo le chiappe del loro capo in previsione del "dopo": in entrambi i casi, le prossime elezioni Grillo avrà la maggioranza sia alla Camera che al Senato e quindi avremo fin troppa stabilità.
5)Il PD potrebbe (a mio avviso dovrebbe)
a)rottamare la propria classe dirigente
b)cercare di accordarsi con Grillo su un programma che preveda l'elezione a Presidente della Repubblica di una figura alta ed estranea alla politica (uno scienziato, un letterato, un filosofo, un cazzo di italiano decente) e che faccia propri alcuni dei punti cari ai 5S: rifiuto della TAV e dell'acquisto dei caccia militari, fine delle missioni militari all'estero, radicale svolta ambientalista, eliminazione delle province e del cumulo degli incarichi, abolizione del finanziamento ai partiti, abolizione del finanziamento ai giornali, riduzione del numero dei parlamentari e limitazione al numero di legislature accumulabili, riforma del meccanismo di gestione delle municipalizzate e delle fondazioni bancarie, introduzione della Tobin Tax e tassazione delle rendite finanziarie (tutti -o quasi tutti- punti che un partito di sinistra avrebbe dovuto da tempo fare propri o comunque scegliere come affrontare).
Non è affatto detto che Grillo accetti, ed anzi è probabile il contrario; dipenderà dalla sua valutazione sulle reali possibilità del suo movimento di affrontare da solo nella successiva legislatura le questioni sul tappeto e dalla propria convenienza politica. Dovesse essere convinto del fatto che i 5S sarebbero in grado, in un prossimo governo monocolore, di pilotare la macchina governativa la sua risposta sarebbe un secco e beffardo NO. L'alternativa, comunque, non può non passare attraverso l'abbandono di Bersani e soci, i cui scalpi (anche se quello di Bersani non è che sia tutto 'sto gran bottino [SM=x74971] ) penzoleranno alla sua cintura.
Juan Galvez
00martedì 26 febbraio 2013 17:20
Allargando un po' il discorso.

Ciò che sorprende ancor più dei voti raccolti da PDL&co. (che comunque, ha ragione Beppe, è un bacino in via di esaurimento: il "miracolo" berlusconiano non può far dimenticare che la coalizione di Banana ha subito una mazzata da paura) è la quantità di voti raccolti da PD&co. Solo l'antica, acritica e non erodibile fede di un nucleo duro di adepti che vedono nel PD il corpo mistico del PCI giustifica tale quantità. Persone che 30, 40 anni fa votavano PCI per fede, oppure i loro figli.

Cerco di andare oltre il contingente. Dalla metà degli anni '70 il mondo occidentale ha vissuto una trasformazione profonda, epocale. L'ultima e per certi versi più decisiva del XX secolo, quella i cui effetti finali si stanno dispiegando ai nostri giorni e che rischia di informare il nostro futuro di qui a... a non so quando. A metà degli anni '70 si interrompe una tendenza di eventi iniziata al più tardi con la Rivoluzione Francese, e la cui accelerazione dopo la II Guerra Mondiale aveva prodotto effetti sociali, economici e culturali mai visti prima: l'innalzamento della classe media. In particolare, tengo a ribadire, questo era stato vero a partire dal secondo dopoguerra - e soprattutto in Europa - con la creazione del welfare state vero e proprio: lo stato nazionale moderno. E civile. Nel senso di uno stato al servizio del cittadino (oltre che socialmente evoluto, se poi le cose non coincidono). Con le sue storture, i ritardi e quant'altro. A metà degli anni '70, per motivi contingenti (crisi petrolifera, scomparsa finale del gold standard) e per motivi opportunistici e di puro interesse (opportunità di facili e pingui guadagni finanziari), la prosecuzione di questa tendenza all'innalzamento delle sorti della sempre più vasta e benestante classe media occidentale subisce un mutamento radicale, un autentico stravolgimento: la crescita dei salari e dei redditi viene barattata con l'accesso facile e indiscriminato al credito. Cioè con la possibilità di indebitarsi. Se si crede che l'Italia sia stata parzialmente immune dal fenomeno si vaneggia. È vero che da noi, perfino oggi, la carta di credito è uno strumento meno utilizzato che altrove in occidente, ma in compenso, fatti salvi forse la Spagna e gli USA, il nostro mercato immobiliare è il più drogato dal credito facile. Anche per l'innalzamento a livelli fuori dalla realtà del prezzo degli immobili. Sotto gli occhi dei partiti di sinistra, teorici rappresentanti delle classi meno abbienti, e dei sindacati, teorici rappresentanti degli interessi dei lavoratori, il valore dei salari negli ultimi quarant'anni non è praticamente aumentato (a fronte dello smisurato impennarsi dei guadagni delle grandi industrie, dei grandi enti finanziari e dei manager che tali industrie ed enti controllano e manipolano). Quegli stessi salari sempre più deprezzati debbono altresì garantire il pagamento di debiti sempre più rilevanti. Sotto gli occhi di coloro di cui sopra, in questi ultimi quarant'anni vi è stato un trasferimento di ricchezza reale dalle classi disagiate a quelle più agiate che stordisce. Tutto questo è rimasto mascherato per oltre un trentennio dal fatto che la facilità di accesso al credito (ovvero al debito) ha non soltanto mantenuto ma anche innalzato di parecchio il livello del benessere. Un benessere, però, privo di basi reali. Come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti. Come dovrebbe ormai essere chiaro anche ai più tardi tra i dirigenti della "sinistra" italiana.

Le prime avvisaglie di tutto ciò si sono avute all'indomani della caduta dello spauracchio comunista, con la crisi del 1992-93 (da cui l'Italia, più fragile di quasi tutte le altre nazioni occidentali non si è mai veramente ripresa: l'Italia è in crisi da allora), quando l'alienazione insita in una condizione esistenziale siffatta è giunta a maturazione. Chi vive nella frenesia consumistica di un debito irrealmente infinito, fondato sulla realtà rimossa di un reddito statico laddove non in diminuzione, vive una psicosi. Psicosi che dal singolo individuo si è estesa a gruppi più vasti, conflagrando in ultima in una vera psicosi sociale nel primo decennio del presente millennio, fino all'emergere del rimosso sotto forma della crisi attuale, in atto dal 2007-08 e destinata a perpetuarsi fin quando non ne venga affrontata la causa prima: quel mutamento radicale avvenuto alla metà degli anni '70. Le classi più abbienti non hanno, ovviamente, il MINIMO interesse a che ciò avvenga. La ricchezza delle classi medie ancora drenabile ed esistente (ad esempio sotto forma di ciò che resta del welfare state e delle industrie pubbliche) è tutt'ora immensa, una miniera d'oro. Che le classi più abbienti possono aggredire con l'ausilio dei media psicogeni a loro disposizione (in primo luogo la tv, la pubblicità e gli sport spettacolarizzati, poi il cinema, l'informazione ufficiale, la musica e letteratura commerciali, i gadget elettronici ecc.). In questa temperie, umana prima di tutto, si è innestata nel caso italiano la dinamica PDL/PD (uso i nomi attuali dei due partiti a mo' di icona di due schieramente mutevoli ma comunque sempre riconoscibili). In questa temperie una sinistra che ha abbandonato ciò che qualificava la sua esistenza e dava senso alle sue attività politica e ideologia - appunto la lotta politica per il miglioramento delle condizioni di reddito REALI delle classi disagiate e, a questo punto della storia occidentale delle classi medie - ha continuato a chiedere il voto sulla base di una pura professione di fede e nel silenziamento degli interessi reali per cui nei decenni e decenni aveva ricevuto il voto, venendo scavalcata da una destra che ha invece rappresentato alla perfezione lo spirito dei tempi e la sua psicosi consumistica. Il PDL non ha fatto altro che dare a un organismo psichicamente alterato e sofferente ciò di cui abbisognava per stabilizzarsi (e peggiorare) nella malattia, ovvero un rafforzamento dei comportamenti psicotici; il PD ha perduto ogni contatto con la realtà rinchiudendosi nella coazione a ripetere della rimozione delle cause psicogene di ciò che infine è divenuto la crisi di oggi, rafforzando in tal modo a propria volta la psicosi sociale e rafforzando lo schieramento (più o meno) contrapposto. Tutto questo, naturalmente al netto di letture di bassa cucina; ma anche solo l'alta cucina è in grado di spiegare il momento attuale.

Porre brutalmente davanti alla realtà un organismo psicotico è sempre un rischio di notevole entità; esiste sempre la fondata possibilità che si rifugi ancor più nella psicosi. Del resto è ciò che continuerebbe ugualmente a fare, soltanto con maggiore lentezza (a meno di irruzioni di elementi esterni).

Viviamo tempi interessanti, e sono cazzi nostri.

V.
koala3
00mercoledì 27 febbraio 2013 12:28
Re:

... non capisco tutta questa agitazione

1)Banana e i legaioli hanno perso quasi la metà dei loro voti, questa è una delle ultime elezioni in cui dovremo sorbirceli



Perché mai?
Queste elezioni hanno invece dimostrato che qualunque, ma proprio qualunque cosa facciano un parte importante dell'elettorato non li abbandonerà.
Basta una buona campagna elettorale, la mancanza di un avversario valido e capace, e tante promesse di tutelare gli interessi economici del loro, consistente, elettorato.
Queste elezioni confermano una volta di più con chiarezza come quell'elettorato - o meglio il suo consistente zoccolo duro - sia abbastanza immobile. Al contrario di altri elettorati provvisti di peli sullo stomaco, senso etico (uhhh, che parolone, me ne scuso in anticipo), senso critico, e, perché no, in alcuni casi anche un pizzico di cultura ed intelligenza. E qui ricordo che il 5 stelle, si è visto, ha tolto più alla sinistra che alla destra, mentre partiti come il fu Idv ha visto AZZERARE il proprio elettorato per una puntata di report che metteva in piazza fatti paragonabili a furti di caramelle, laddove altri elettorati non hanno fatto una piega per stragi di bambini. Ed il neo-fu-rivoluzionecivilediingroia ha rotto le scatole anche ai più legalitari per l'atteggiamento della schiera di ex magistrati in carriera.
In sintesi: valli a smuovere, quelli lì.



2)Agli ostinati che ne avessero avuto ancora bisogno Bersani ha dimostrato l'insipienza del proprio partito. Perchè mai i milioni di elettori in fuga da Banana dovrebbero votarli? Poco più di un anno fa avevano la possibilità -l'ennesima- di cancellare Papi dalla mappa politica italiana ed invece lo hanno lasciato a governare facendogli però raccontare che tasse e stangate erano regali del PD e dei "tecnici", e concedendogli infine una scoppiettante campagna elettorale tutta gag e promesse mirabolanti (che mai avrebbe dovuto rispettare, essendo consapevole del fatto che non avrebbe comunque raggiunto la maggioranza) in cui, liberato dalla necessità di doverle vincere, avrebbe potuto però raggiungere il suo vero obiettivo, e cioè quello di non farle vincere neppure agli altri



d'accordo su tutto, difficile però restare serafici piuttosto che imbufaliti proprio per queste considerazioni




3)Sempre a proposito del PD. A sinistra vi è un secolare vizio di supponenza nei confronti delle costole -vere o solamente presunte- fuoriuscite verso le quali si reagisce sempre con una scrollata di spalle e con la beata convinzione che "tanto poi ritornano". Così è stato con i vari partiti comunisto-rifondaroli, con i legaioli, con la gente di Grillo. Mai -e ribadisco MAI- una volta che si sia fatto tesoro della spinta di un movimento per rilanciarsi al proprio interno. Ed è così che ci si è fatti scappare tematiche su cui invece il partito avrebbe dovuto provare a spendersi -localizzazione, decentramento, responsabilizzazione della periferia; urbanizzazione, gestione delle tematiche relative all'immigrazione, questioni legate all'istruzione, alla ricerca, al mondo del lavoro; rinnovamento istituzionale, scelte controcorrente rispetto al mainstream finanziario, imprenditoriale, tecnico-infrastrutturale- facendole in parte proprie o comunque lavorando per tenere aperti i canali di comunicazione con altre forze politiche più o meno contigue



naturalmente condivido



4)Stante il quadro attuale, tra pochi mesi si tornerà a votare (con QUESTA legge, nessuno avrà la forza per modificarla né è pensabile di cambiarla senza il consenso dei 5stelle: sarebbe una richiesta di eutanasia politica) oppure si darà vita ad un governo (dalla vita prevedibilmente breve e soffertissima) PD-PDL in cui i primi metteranno faccia e culo mentre gli altri si terranno le mani libere garantendo le chiappe del loro capo in previsione del "dopo": in entrambi i casi, le prossime elezioni Grillo avrà la maggioranza sia alla Camera che al Senato e quindi avremo fin troppa stabilità.



non oso immaginare il calvario dei prossimi mesi. salvo miracoli potrebbe far impallidire l'esperienza dell'ultimo Prodi



5)Il PD potrebbe (a mio avviso dovrebbe)
a)rottamare la propria classe dirigente



suona come fantascienza



b)cercare di accordarsi con Grillo su un programma che preveda l'elezione a Presidente della Repubblica di una figura alta ed estranea alla politica (uno scienziato, un letterato, un filosofo, un cazzo di italiano decente) e che faccia propri alcuni dei punti cari ai 5S: rifiuto della TAV e dell'acquisto dei caccia militari, fine delle missioni militari all'estero, radicale svolta ambientalista, eliminazione delle province e del cumulo degli incarichi, abolizione del finanziamento ai partiti, abolizione del finanziamento ai giornali, riduzione del numero dei parlamentari e limitazione al numero di legislature accumulabili, riforma del meccanismo di gestione delle municipalizzate e delle fondazioni bancarie, introduzione della Tobin Tax e tassazione delle rendite finanziarie (tutti -o quasi tutti- punti che un partito di sinistra avrebbe dovuto da tempo fare propri o comunque scegliere come affrontare).
Non è affatto detto che Grillo accetti, ed anzi è probabile il contrario; dipenderà dalla sua valutazione sulle reali possibilità del suo movimento di affrontare da solo nella successiva legislatura le questioni sul tappeto e dalla propria convenienza politica. Dovesse essere convinto del fatto che i 5S sarebbero in grado, in un prossimo governo monocolore, di pilotare la macchina governativa la sua risposta sarebbe un secco e beffardo NO.



Spero si faccia qualcosa in questo senso. Ma anche a voler essere ottimisti anche secondo me sarà moooolto molto molto difficile che ci si riesca




L'alternativa, comunque, non può non passare attraverso l'abbandono di Bersani e soci,



E qui siamo ad un punto secondo me drammatico. La sostituizione, oltre a presupporre la volontà di attuarla (e qui la storia lascia almeno dubitare), presuppone anche un'alternativa. Un'alternativa che non sia peggiore del vecchio. Per anni in molti abbiamo desiderato la rottamazione della classe dirigente PD. Poi abbiamo conosciuto Renzi e ci siamo fermati un attimo...
Ecco, le inevitabili, irritantissime, voci post voto sull'errore fatto lasciando da parte Renzi, sulla necessità di dare tutto in mano a Renzi (tipico di chi con scorrettezza o semplice stupidità fa la storia con i se) aprono uno scenario futuro a dir poco agghiacciante.


Fog
00mercoledì 27 febbraio 2013 20:14

Queste elezioni hanno invece dimostrato che qualunque, ma proprio qualunque cosa facciano un parte importante dell'elettorato non li abbandonerà.


Fattene una ragione, l'Italia è quel che è: fino alla sua dipartita una consistente fetta di italiani continuerà ad idolatrare Banana, scegliendo dopo di lui un altro cialtrone ancora più improponibile.
L'obiettivo della sinistra dovrà essere quello di conquistare a sé la gran parte del restante 70-80 per cento di elettori.

d'accordo su tutto, difficile però restare serafici piuttosto che imbufaliti proprio per queste considerazioni


Si, vabbè, ma imbufaliti contro chi?
Contro gli irriducibili di Banana? L'abbiamo detto, non sono recuperabili. E comunque, su quel versante ho già dato.
Contro il PD? Ma guarda che il gruppo dirigente intero è composto da cialtroni da molto prima di lunedì, per cui la tua rabbia in tal caso sarebbe quanto meno tardiva. Ed anche su questo versante il mio contributo di incazzature c'è stato.
Contro gli elettori cattivi che non hanno votato il PD? Ma perché, se il PD e il suo programma ultra liberista avesse raggiunto la maggioranza assoluta al Senato sarebbe cambiato qualcosa? Non sarebbe stato comunque vergognoso se, grazie ad una legge ignobile, un partito ancora più ignobile si fosse trovato a controllare entrambe le camere avendo raccolto poco più di un terzo dei votanti?
Juan Galvez
00mercoledì 27 febbraio 2013 20:52
Al netto del fatto, come scrivevo su facebook, che un nucleo duro di elettori per fede (o convenienza) Banana lo avrà sempre, il PD e più precisamente la sua classe dirigente non può illudersi che valanghe di persone votino il partito per fede speculare. Un nucleo duro speculare a quello dei berluskones esiste senza dubbio, ma non può garantire al partito una vittoria certa. Nè, del resto, quella classe dirigente può sperare all'infinito, come è stato ancora questa volta in funzione antibananesca, di essere votata democristianamente: cioè a naso turato perchè l'alternativa fa ancora più schifo. A me personalmente votare il meno peggio appare una scelta da servi; a volte si è anche costretti a farla, ma nei momenti topici si deve avere il coraggio di rifiutare scelte infingarde.

La classe dirigente del PD (rinnovata radicalmente) può ragionevolmente sperare di ottenere il voto del proprio elettorato potenziale - ovvero l'elettorato identificabile come "di sinistra" ma non per fede perinde ac cadaver - solo facendo una cosa: tornando a un'ideologia politica riconoscibile come diversa dal vangelo neoliberista e finalmente attenta ai bisogni del corpo sociale, delle classi medie oggi svantaggiate e del mondo del lavoro stritolato. Viceversa, è assolutamente necessario che il PD e il suo elettorato perinde ac cadaver vengano ridotti ai minimi termini; perchè solo così una forza di sinistra vera avrà la possibilità di affermarsi.

V.
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