Falena

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thiddy
00lunedì 30 marzo 2009 19:07
Il punto fermo
[Scusate, nel tentativo di modificare il titolo del messaggio l'ho sbadatamente cancellato, quindi posto come risposta una mia riflessione che vorrei condividere. Il suo nucleo è rappresentato da un punto fermo nel mondo che ruota]

Mi capita, a volte leggendo una poesia, di avere timore di pronunciarla, timore di romperne la magia.

“After the kingfisher’s wing
Has answered light to light, and is silent, the light is still
At the still point of the turning world.”
T.S. Eliot – Quattro quartetti

Dopo che l’ala del martin pescatore
Ha risposto luce alla luce, e tace, la luce è ferma
Al punto fermo del mondo che ruota.

Questi versi sono dotati di una bellezza, e una potenza incredibili, quasi. Raccontano di un momento così estatico, e sfuggente.
Rendono bene l’idea della totale mancanza di stabilità, del ruotare, vorticare del mondo e degli eventi.
E poi il punto fermo, il punto fermo nel mondo che ruota. Certo questo punto fermo non può essere identificato con un elemento materiale, non può essere nulla di fisico, perché tutto ciò che è fisico muta continuamente, panta rei, no?
Dunque deve essere qualche cosa di spirituale, fatto della sostanza del pensiero.
Può essere forse un pensiero costante? Qualcosa che, naturalmente, non è continuativamente presente alla coscienza, ma anzi latente, pronto tuttavia a riaffiorare.

Tutta me stessa tende alla ricerca di questo pensiero costante, di questo punto fermo, di questa verità.
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