Gli europei preistorici e il latte: 7 mila anni per imparare a digerirlo

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vanni-merlin
00mercoledì 28 febbraio 2007 00:28
Lo rivela uno studio dell'inglese University College of London
compiuto analizzando il Dna di otto uomini del Neolitico

Gli europei preistorici e il latte: 7 mila anni per imparare a digerirlo



LONDRA - Il latte bevanda universale? Per gli europei della preistoria non era affatto così. Perché anche se impararono a farlo in "soli" settemila anni, non erano in grado di digerirlo. E' quanto afferma uno studio dell'University College of London, pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Science. Realizzata analizzando il corredo genetico degli scheletri di 8 uomini vissuti nel Neolitico, la ricerca ha infatti appurato che in nessuno dei campioni, datati da 5500 a 5000 anni prima di Cristo, è stato trovato il gene indispensabile per poter tollerare questo alimento.

A permettere la tolleranza al latte è un gene specifico, che nell'uomo si "spegne" intorno ai 4 anni di età. Questo gene permette la produzione di un enzima, la lattasi, a sua volta in grado di sciogliere il lattosio, lo zucchero principale presente nel latte.

Il fatto di non aver trovato il gene in nessuno degli otto individui ha fatto ipotizzare agli studiosi che esso fosse del tutto assente nella popolazione preistorica europea. E che solo lo sviluppo della pastorizia, iniziato nel periodo neolitico, avrebbe selezionato gli individui in grado di digerire il latte.

"La possibilità di bere il latte era un grande vantaggio per i nostri antenati - spiega Mark Thomas, coordinatore dello studio - per l'apporto di sostanze nutritive, la grande reperibilità e anche per la mancanza di parassiti, abbondanti invece nell'acqua".
Fra le virtù fondamentali del latte, vi è però anche la fissazione del calcio, minerale necessario per il nostro organismo. La sua assimilazione è resa possibile anche dalla vitamina D, ma la produzione di essa dipende dall'esposizione al sole. Soprattutto nelle popolazioni del nord Europa, il latte è dunque vitale per due motivi: perché assicura ad un tempo il calcio e il suo assorbimento.

Ai giorni nostri il 90% della popolazione europea è tollerante al lattosio. Possiede cioè attivato il gene che codifica la lattasi. Lo stesso non è invece presente nella grande maggioranza degli asiatici e degli africane che, proprio per questo fatto, non può digerire il latte. Nonostante ciò, un asiatico o un africano su tre è in grado di tollerare i latticini.

"Questa è un'altra prova del fatto - spiega Olga Rickards, esperta di Antropologia molecolare dell'università romana di Tor Vergata - che a favorire lo sviluppo del gene è stata la pastorizia. Secondo l'esperta, "le popolazioni che hanno iniziato ad allevare gli animali hanno continuato a bere latte anche in età adulta. E questo ha fatto sì che venissero favoriti gli individui che avevano mutazioni del Dna in grado di sintetizzare la lattasi". Un processo che, hanno calcolato gli studiosi inglesi, nel caso degli europei della preistoria è durato circa 7000 mila anni. "Un tempo breve ma plausibile", ha commentato la Rickards.


(27 febbraio 2007)


da: www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/latte-preistoria/latte-preistoria/latte-preisto...

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