I sommersi e i salvati, ma anche saggi che aprono la mente e passioni dissepolte

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
koala3
00martedì 23 ottobre 2012 15:15
I sommersi e i salvati di Primo Levi è la sua ultima matura riflessione sui meccanismi del male, del potere e dell'annullamento dell'individuo. In una parola i campi di concentramento, in tante parole pura psicologia sociale.
E' chiaro che per molti di noi il testo in sé non dice molto di nuovo. Per me che quei temi avevo già evidentemente esplorato ha però ricordato il fascino di certe considerazioni, che aprono alle zone grigie della condotta umana e ricordano il ruolo sfuggente e un po' terrificante delle circostanze.
Ci sono testi che valgono in pensieri e domande quanto cento volumi e danno concretezza ad alcune delle nostre passioni.
Chiudendo il libro mi chiedevo quali testi abbiano dato questa sensazione a voi.
Juan Galvez
00martedì 23 ottobre 2012 16:58
Ne ho appena terminato uno

http://www.codiceedizioni.it/libri/non-di-soli-geni/

Non esattamente un libro immediato; tuttavia uno sguardo e una serie di ipotesi davvero in profondità sui meccanismi della trasmissione della cultura umana.

V.
Takfir
00sabato 10 novembre 2012 22:21
Ne ho riletto un altro...
Forse apparentemente diverso il contesto, ma credo invece pregnante ed attuale.

www.doppiozero.com/dossier/cultura-di-destra/religioni-della-morte-i-volti-della-cultura-di-destra-fu...

Cultura di destra è un libro che torna perché le domande che poneva trent’anni fa sono rimaste inevase, insabbiate e sfigurate a causa della loro scomodità e impertinenza; è un libro che pone la questione dell’immaginario del potere e del potere dell’immaginario mostrando che il nodo da sciogliere è nel loro rapporto. È un libro che, disarticolando le pieghe delle cultura di destra, mostra impietosamente come la cultura di sinistra sia implosa su se stessa nel momento in cui non è stata capace di essere veramente emancipativa fino in fondo. Che evidenzia come le forze politiche di sinistra siano state incapaci di proporre una narrazione convincente, abbiano giocato in difesa e lasciato che i discorsi pubblici fossero colonizzati diversamente, abbiano rinunciato al potere di delineare scenari, quando non abbiano addirittura ripetuto l’identica canzone dei loro nemici. Un libro sull’oggi e sulla liquidazione fallimentare di un patrimonio di ideali e realizzazioni di lotte secolari che spiega perché una destra securitaria, neoliberista, xenofoba sia diventata senso comune. Un libro sull’identità, necessario perché parla ancora di noi.
Muasie
00domenica 11 novembre 2012 17:57
Il primissimo che mi viene in mente – per rimanere in tema con le tematiche del libro di Levi (che peraltro non ho ancora avuto modo di leggere) - "Cuore vigile" di Bruno Bettelheim, che a sua volta visse sulla propria persona l'esperienza dei campi di concentramento nazisti. Fu una lettura che mi colpì profondamente e che mi diede di che pensare su molti fronti. Su tutto però ciò che mi spiazzo' completamente fu una cosa a ben vedere del tutto banale. Banale nel senso che è ovvio aspettarselo da uno studioso: vale a dire il rigore scientifico con il quale affrontava l'analisi delle condotte e dinamiche comportamentali degli attori coinvolti. Banale, appunto, non fosse che l'oggetto di studio faceva capo a un contesto che l'aveva visto a sua volta attore e nei panni della vittima. Egli stava non solo raccontando ciò che aveva vissuto ma si proponeva, con ferma determinazione, di capire, interpretare, spiegare per arrivare poi a fornire un quadro interpretativo dotato di una sua coerenza e validità scientifica applicabile anche ad altri contesti umani.
Non farsi fagocitare dagli eventi, non cedere alla tentazione di annullarsi in essi... non derogare a se stessi neppure nelle situazioni-limite. Non derogare in particolare alla necessità tutta umana in primis di capire. Facile a dirsi ma.... Ricordo che chiudendo il libro rimasi un po' con quello in mano, sentendomi ridicola per la posa che sapeva insopportabilmente di retorico ma non riuscendo a fare niente di diverso. Lo rileggerò, prima o poi.
koala3
00martedì 13 novembre 2012 12:00
Re:
Muasie, 11/11/2012 17:57:

Il primissimo che mi viene in mente – per rimanere in tema con le tematiche del libro di Levi (che peraltro non ho ancora avuto modo di leggere) - "Cuore vigile" di Bruno Bettelheim, che a sua volta visse sulla propria persona l'esperienza dei campi di concentramento nazisti. Fu una lettura che mi colpì profondamente e che mi diede di che pensare su molti fronti. Su tutto però ciò che mi spiazzo' completamente fu una cosa a ben vedere del tutto banale. Banale nel senso che è ovvio aspettarselo da uno studioso: vale a dire il rigore scientifico con il quale affrontava l'analisi delle condotte e dinamiche comportamentali degli attori coinvolti. Banale, appunto, non fosse che l'oggetto di studio faceva capo a un contesto che l'aveva visto a sua volta attore e nei panni della vittima. Egli stava non solo raccontando ciò che aveva vissuto ma si proponeva, con ferma determinazione, di capire, interpretare, spiegare per arrivare poi a fornire un quadro interpretativo dotato di una sua coerenza e validità scientifica applicabile anche ad altri contesti umani.
Non farsi fagocitare dagli eventi, non cedere alla tentazione di annullarsi in essi... non derogare a se stessi neppure nelle situazioni-limite. Non derogare in particolare alla necessità tutta umana in primis di capire. Facile a dirsi ma.... Ricordo che chiudendo il libro rimasi un po' con quello in mano, sentendomi ridicola per la posa che sapeva insopportabilmente di retorico ma non riuscendo a fare niente di diverso. Lo rileggerò, prima o poi.


Sembra davvero interessante


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:33.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com