Il Peperoncino

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stregaviolet )O(
00sabato 5 luglio 2008 02:44
Altro pezzo tratto da "La Maga delle Spezie", di Chitra B. Divakaruni, Ed. Einaudi:



"Voglio parlarvi del peperoncino.
Il peperoncino secco, lanka, è la spezia più potente. Con la sua buccia rossa e rugosa, la più bella. Ha un altro nome: pericolo.
Il peperoncino canta con la voce di un falco che sorvola in cerchio monti calcinati dal sole dove non cresce nulla. "Io, lanka, nacqui da Agni, dio del fuoco, figlio di Brahma. Gli gocciolai dalle punte delle dita per portare il sapore su questa terra insipida".
(...)Lanka, lanka. A volte lascio che il tuo nome mi rotoli sulla lingua. E ne assaggio la seducente puntura.
Innumerevoli volte l'Antica ci ha messo in guardia contro i tuoi poteri.
"Figlie mie, usatelo solo come estremo rimedio. Appiccare un incendio è facile. Ma estinguerne le fiamme?"
Ecco perchè mi trattengo, lanka. Ravana dalle dieci teste ha scelto il tuo nome per il suo regno incantato. La città adorna di un milione di gioielli infine ridotta in cenere.
(...)Lanka, figlio del fuoco, purificatore del male. Quando non esiste altro rimedio."

"l'ira del peperoncino è casta, impersonale. Distrugge purificando come la danza di Shiva."

[SM=g27819]


Tana81
00domenica 6 luglio 2008 15:05
Nato dal sudore di un dio... praticamente l'estratto della sua forza... che bella visione [SM=g27836]
stregaviolet )O(
00domenica 6 luglio 2008 18:15
Sì... [SM=g27822] Nato dall'essenza stessa del Fuoco [SM=g27823]
E credo che queste poche e semplici parole possano aprire tutta una serie di intuizioni sulla magia profonda di questa sacra Spezia.

-Acqua-
00mercoledì 9 luglio 2008 00:35
Scrive Cattabiani nel suo Florario a proposito del Peperoncino:

"Secondo un mito tolteco, il Dio Tezcatlipoca apparve per la prima volta alla futura sposa, figlia del serpente piumato Quetzalcoatl, nelle sembianze di un venditore di peperoncini.
[...] Essendo caldo e secco non poteva non evocare gli inferi solari e purificatori. Fu chiamato benevolmente "diavoletto" nel nostro Meridione, dove si diffuse rapidamente e divenne l'aroma preferito, come testimonia lo stesso d'Annunzio chiamandolo "rossardente diavoletto folle"
.


Storia del Peperoncino







Il peperoncino era già conosciuto e coltivato in Messico ed in Cile da almeno 5000 anni prima di Cristo. Arriva a noi grazie a Cristoforo Colombo. Infatti è una pianta originaria dell’America tropicale; e furono gli spagnoli a diffonderlo, sperando di ottenere ingenti guadagni dal commercio della polvere ricavata dalla macinazione della pianta, considerata all’epoca alla stessa stregua di una spezia preziosa. Infatti, il chile "cili" (questo è il nome che fu dato all’epoca alla spezia e che è rimasto fino ai giorni nostri) ebbe un grande ed immediato successo, ma le aspettative di guadagno dei Reali rimasero ben presto deluse; la pianta si era rapidamente e perfettamente ambientata sia nel continente europeo sia in Africa tanto da essere coltivata con facilità un po’ ovunque ed essere successivamente denominata la droga dei poveri.


Altre notizie sul Peperoncino tratte dal sito di Taccuini Storici, a cura di Franco Maestrini
[SM=g27821]


Al pari dei fagioli, il peperoncino (capsicum frutescens o c.annuum) trovò entusiastica accoglienza fin dal suo primo apparire e si diffuse rapidamente in Europa – e da lì successivamente in Asia e in Africa – da noi col nome di pepe americano, pepe d’India o pepe cornuto, grazie alla facilità della coltivazione e, in cucina, alla funzione succedanea del pepe propriamente detto, assai più costoso.
Gli amerindiani,, che lo chiamano ajì, chili o thapi a seconda del ceppo linguistico, “continuamente ne mangiano col pesce e con l’altre vivande loro – scrive nel primo quarto del ‘500 Gonzalo Fernandez de Oviedo – e non piace meno al gusto dei Cristiani…”, aggiungendo che “ve n’è alcuna specie di asci che si può il suo frutto mangiar crudo e non mordica”: evidentemente l’antenato del nostro peperone dolce.
In breve non c’è orto o giardino che non ospiti l’allegra pianticella dai cornetti rossi così felicemente acclimatata e la reputazione del peperoncino, sul solco del pregiato pepe, decolla nell’opinione dei medici che lo accreditano delle virtù di quello: “conforta molto questo pepe, risolve la ventosità, è buono per il petto & anche per coloro che sono di frigida complessione e conforta corroborando i membri principali” afferma Castor Durante da Gualdo nel suo Herbario Nuovo che nel 1585 accoglie anche le specie vegetali provenienti dall’America e ne raccomanda l’uso esterno come rubefacente e revulsivo contro la sciatica e i “tumori”, termine generico che nella medicina dell’epoca designava enfiagioni di ogni tipo, non necessariamente di natura neoplastica.
Il peperoncino, nonostante la vasta diffusione nell’uso alimentare, non scalfisce tuttavia il prestigio del pepe – ancora uno status symbol sulle mense magnatizie dato l’altissimo costo – e perciò non compare nei ricettari, anche se si ha notizia da fonte botanica di una preparazione in candito per mitigarne il piccante. Al contrario, sembra che in alcune regioni del sud d’Italia particolarmente povere il largo consumo a crudo trovi ragione nel potere della capsicina di inibire la peristalsi esofagea che causa la sensazione della fame.




Il genere Capsicum comprende varie specie: peperoncini piccanti, ornamentali e peperoni dolci. Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriverebbe da "Capsa" (scatola), per la forma del frutto che ricorda una scatola con dentro i semi. Altri invece lo fanno derivare dal greco “kapto” (mordere), con evidente riferimento al suo gusto piccante che "morde" la lingua quando si mangia.
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Reperti archeologici testimoniano che già nel 5.500 a.C. era conosciuto in Messico come l’unica spezia coltivata presente in quelle zone.
In Europa il peperoncino arrivò con Colomboa bordo delle sue imbarcazioni spagnole. Fino ad allora, nessun appartenente alle civiltà occidentali aveva mai aromatizzato le vivande con questo vegetale, acutissimo al gusto, e adatto anche a conservare gli alimenti. Il peperoncino ebbe un veloce successo, ma i guadagni che la Spagna si aspettava dal commercio di tale “spezia” furono deludenti, poiché questa si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali come aroma “popolare” in grado di sostituire le preziose spezie.
Il frutto identificato nel nuovo mondo come “Chili” venne ribattezzato “Peperoncino” per il suo gusto che somigliava a quello del pepe.
Il Mattioli, medico senese autore di un famoso trattato di botanica, nel 1557 ne parlò già come di una pianta comune, chiamandola pepe cornuto o pepe d'India.
All’inizio non venne considerato un afrodisiaco, ma poi nell’Ottocento alcuni medici sostennero che tra le sue virtù ci fosse anche quella di stimolare Venere, perché succedaneo del pepe.
Anche se recenti studi avrebbero dimostrato che il peperoncino favorisce la liberazione di endorfine, capaci di provocare un senso di benessere e appagamento, questo frutto rappresenta ancora nella credenza popolare un potente eccitante. Esistono seicento tipi diversi di peperoncino, utilizzati in gastronomia sia freschi (a pezzetti o rosolati), che secchi (interi, pestati o tritati e polverizzati).


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