Re: Re: Re: Re:
laidon, 10/07/2007 21.12:
Premettendo che mi piacciono molto le tue recensioni devo però ammettere che su questa però mi hai negativamente sorpreso: il film non è impregnato di grazia ma di lentezza, il piattume è dietro l'angolo e l'angolo stesso, padrone della scena, diventa presto il preambolo di un nuovo sketch senza capo nè coda, senza coinvolgimento; vuol essere poesia ma è mediocrità; non basta che l'ambiente sia un paese per far sì che la fotografia diventi magica. manca costrutto, mancano idee, mancano esperienze da comunicare e da far vivere. E' il classico film per finti intellettuali, quelli della stirpe del facciocosevedogente, che non comunica nulla ma lascia senza parole. E a volte il rimanere a bocca aperta non è altro che il fotogramma di uno sbadiglio infinito.
Come potrai capire non sono d'accordo. La grazia è spesso lenta, ma piatto perché? I personaggi non sono molto approfonditi, è vero; ma come da titolo è appunto una "favola", e i personaggi delle favole sono appunto così: bozzetti, tipi. Al principe azzurro (il tizio delle fototessere) o alla strega (il fruttivendolo) non è richiesta la complessità d'animo di Noodles in "C'era una volta in America"; essi si basano su pochi e semplici concetti, che nel film sono innegabilmente originali e spiritosi.
Sequenza di sketch? Forse, nel senso che una trama classica e tradizionale non c'è. Il film descrive tutto il tempo un mondo a parte, ovviamente inesistente nella realtà (e perciò è inutile cercarci esperienze in cui immedesimarsi, se non a grandi linee: ma, per fare un esempio, chi è segretamente innamorato di qualcuno/a ma ha una fifa blu di dichiararsi e preferisce passare tutto il tempo a fantasticare su cosa potrebbe essere, secondo me adora la scena in cui lei immagina che Nino arrivi a casa sua e sente muovere le tende, invece è il gatto) ma raffigurato con estrema cura e senso del dettaglio (poichè si dà grandissimo spazio a oggettini, palline, biglietti, sassolini...). Sì, non succede molto, ma lo spazio è occupato tutto il tempo da simboli, particolari, minuzie che possono essere scoperte anche alla quarta-quinta visione. Soprattutto, a me ha fatto un effetto completamente opposto al tuo: tu non vedevi l'ora che finisse, a me è dispiaciuta la comparsa dei titoli di coda. Boh, magari tra 15 anni mi farà schifo, però non è vero che non comunica nulla; casomai comunicherà semplici pensierini, ma vivaddio c'è bisogno anche di quelli in alternativa alle idiozie del 60% dei presunti "messaggi" del cinema contemporaneo.