Purchè i contraenti siano un gay e una lesbica
Sposarsi tra gay. Ma senza infrangere la tradizione ebraica. Ortodossa, per di più. Agli ebrei di Israele, dilaniati tra fede e amore terreno, una soluzione originale l’ha offerta il rabbino ortodosso Areleh Harel che, a dire il vero, tanto ortodosso non è.
Per aiutare un amico omosessuale a realizzare il sogno di diventare marito e padre senza scandalizzare la comunità dei credenti, si è inventato un matrimonio gay tutto particolare, che non infrange le regole dell’ebraismo. Harel ha, infatti, sposato l’amico a un’altra persona omosessuale. Non un altro uomo, però: una donna.
Così, un gay e una lesbica si sono uniti in matrimonio davanti a Dio, salvando la forma della tradizione.
Ma senza nascondere a se stessi, e all’altro la loro vera natura.
Il matrimonio tra gay diventa business
Matrimoni gay tra ortodossi.
Dopo il successo della prima volta, il rabbino Harel tuttavia non si è fermato. Ha continuato a risolvere le angosce e le frustrazioni dei suoi fedeli omosessuali impegnandosi a trovare per loro la persona giusta, ugualmente gay, ma desiderosa di mettere su una famiglia e fare dei bambini. Qualcuno, insomma, con cui non dover tradire sé stessi e la propria natura. Ma poter comunque proliferare.
AGENZIA MATRIMONIALE. Il numero dei matrimoni congegnati in tal modo, a partire dal 2005, sono diventati 13. Ma fino a poco tempo fa, esclusi i diretti interessati, nessuno sapeva della natura di queste unioni. La notizia si è diffusa quando il rabbino Harel, invitato a una tavola rotonda sui diritti degli omosessuali, ha svelato il segreto, rivendicandone i pregi.
A quel punto la voce è diventata di dominio pubblico. E le persone si sono messe a cercare il rabbino per chiedergli di trovare anche per loro una persona da sposare, sono diventate tantissime.
Tanto che Harel ha pensato bene di uscire pienamente allo scoperto, andando oltre le cose fatte in casa e salendo al livello di pubblicità più ampio possibile, quello di internet.
IL BUSINESS DELL’AMORE. Insieme con un fidato collaboratore, animatore di Kamoha, l’organizzazione omosessuale ortodossa di Israele, il rabbino sta progettando lo sbarco sul web.
Un sito permetterà agli omosessuali di mettersi in contatto, scegliere l’anima più gemella possibile tra un altro gay dell’altro sesso, e accordarsi per il matrimonio. E, come ogni agenzia matrimoniale che si rispetti, anche il portale del rabbino avrà un costo: 40 dollari per accedere al data base.
Se poi l’incontro avrà successo e i due convoleranno a nozze, allora pagheranno altri 400 dollari per il servizio.
I puristi sono contro, ma potrebbe essere il futuro
Non tutti sono felici e contenti della trovata, e non solo tra i fedeli. Molte associazioni gay israeliane considerano la soluzione repressiva e falsa: un sotterfugio per chi non ha il coraggio di compiere battaglie per conquistarsi il diritto di un vero matrimonio gay.
Di certo, è indubbio che lo stratagemma di Harel è stato tirato fuori dal cilindro in un momento molto delicato per l’ortodossia ebraica, con le organizzazioni gay di matrice religiosa sulle barricate per reclamare il diritto degli omosessuali a essere riconosciuti dalle istituzioni religiose.
Una rivendicazione di tolleranza che, nel caso fosse accolta, si riverbererebbe nell’intero mondo ortodosso ebraico, anche fuori da Israele, scuotendo decisamente le rigidità con la quale gli ortodossi hanno sempre trattato (come quasi tutte le religioni, del resto) il tema dell’omosessualità. L’esperimento di Harel potrebbe funzionare così come un mezzo per sedare le rivendicazioni e costruire un ponte con l’ortodossia. Ma non è detto che funzionerà.
Domenica, 21 Agosto 2011
www.lettera43.it/attualita/23803/il-rabbino-accoppia-gay.htm