Johann Gottlieb Fichte

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vanni-merlin
00venerdì 30 giugno 2006 01:40
Johann Gottlieb Fichte




a cura di
Marco Ivaldo
Università di Napoli Federico II

Johann Gottlieb Fichte (Rammenau 1764-Berlino 1814), è stato dal 1794 al 1799 professore nell’Università di Jena e poi dal 1809 al 1814 nell’Università di Berlino. Di questa Università – eretta proprio in quegli anni - fu anche rettore (1811-1812). Nell’intermezzo fra gli insegnamenti di Jena e Berlino ricoprì incarichi di docenza a Erlangen (1805) e a Königsberg (1807), ma si impegnò soprattutto nella elaborazione della sua filosofia, che designava come “dottrina della scienza” e che espose per lo più in conferenze a un pubblico misto o in lezioni private. Al tempo della sconfitta della Prussia contro Napoleone (Jena 1806) Fichte lavorò attivamente a preparare una rinascita della nazione tedesca, che doveva essenzialmente muovere dal piano della cultura e della educazione.

La dottrina della scienza è la comprensione sistematica degli atti originari che rendono possibile il nostro sapere o esperienza. Fichte intende con ciò prolungare il programma trascendentale che era stato inaugurato da Descartes (cogito) e poi sviluppato da Kant, per il quale la filosofia trascendentale deve occuparsi del nostro modo di conoscenza a priori di oggetti (cfr. “Critica della ragion pura”). Fichte enuclea tre principi trascendentali, o atti originari: posizione, opposizione e limitazione. Non si dà sapere, o esperienza, senza un agire originario dello spirito (“io”), ovvero senza il suo “porsi”. Ma l’esperienza viene in essere soltanto se questo agire originario incontra, si “oppone”, una alterità (“non-io”). Infine l’esperienza è sempre il concreto risultato di una “limitazione” reciproca fra l’agire dell’io e l’urto che il non-io esprime nei suoi confronti (cfr. “Fondamento dell’intera dottrina della scienza”).

Parlando di agire dell’io si intende che la costituzione dell’esperienza non è solamente un processo teoretico, ma ha primariamente una radice e una struttura pratica. L’io agente “si sforza” di configurare l’esperienza secondo un telos di armonia, armonia fra le diverse facoltà e capacità dell’uomo, ma soprattutto armonia intersoggettiva e sociale (cfr. “Lezioni sulla missione del dotto”). La centralità della dimensione intersoggettiva in Fichte si coglie anche dal fatto che per la dottrina della scienza la coscienza dell’io viene a sé soltanto in grazia di un appello alla libertà che proviene da un’altra coscienza: non l’incontro con un oggetto, ma l’incontro con un (altro) soggetto è l’esperienza originaria per la costituzione dell’autocoscienza (cfr. “Fondamento del diritto naturale”).

Se il “porsi” dello spirito è l’atto costituente della esperienza, o sapere, esso non è però ancora il principio assolutamente primo. Se l’io “si pone”, ciò avviene perché esso esprime, o manifesta, una vita, o meglio un “vivere” (verbo!) originario e fondante. L’io è pertanto manifestazione, immagine, schema dell’assoluto, o Dio. La dottrina della scienza è perciò, in definitiva, teoria del sapere o coscienza come manifestazione (“Erscheinung”) dell’assoluto. Questa prospettiva di svolgimento sistematico della dottrina della scienza si profila in maniera decisa durante gli anni di soggiorno e poi di insegnamento di Fichte a Berlino.

L’intera dottrina della scienza non comprende però soltanto questa elaborazione di carattere fondamentale sull’io come manifestazione dell’assoluto, ma anche quattro discipline particolari, che prendono in considerazione i modi originari attraverso i quali l’io stesso è in relazione con il “mondo”: si tratta della dottrina della natura, della teoria del diritto, dell’etica, della filosofia della religione.

Inoltre non deve essere sottaciuto l’impulso di Fichte a unire strettamente teoria e prassi e a incidere sulla cultura e la vita sociale della sua epoca. Nasce da qui il suo impegno a chiarire il compito dell’uomo di cultura nel quadro di una tematizzazione della “destinazione dell’uomo”, la quale ha un duplice profilo: temporale e etico-spirituale. Inoltre Fichte elabora una filosofia della storia e una caratterizzazione della propria epoca, allo scopo di orientare la prassi. Storia è per lui la edificazione delle relazioni fra gli esseri umani sulla base della ragione e mediante la libertà. Contro la piattezza ‘empiristica’ che giudicava carattere fondamentale della sua epoca Fichte si è pronunciato per un programma di rinnovazione della cultura, che doveva realizzare una sintesi aperta e dinamica di spirituale e fattuale, nel quadro però di un primato dello spirituale e della libertà. La dimensione delle istituzioni politiche e dello Stato doveva perciò venire concepita al servizio della sintesi della cultura. Lo Stato è funzionale alla creazione di relazioni fra gli esseri umani che incrementino via via il contenuto di valore (estetico, sociale, morale, religioso, scientifico) presente nella sfera della manifestazione, ovvero nella vita storica. Quella di Fichte vuole essere in definitiva, sia sul piano speculativo che pratico, una filosofia della libertà.




Bibliografia secondaria minima in lingua italiana:

Luigi Pareyson, Fichte. Il sistema della libertà, Mursia. Milano 1976 (II ed.);
Francesco Moiso, Natura e cultura nel primo Fichte, Mursia, Milano 1979;
Marco Ivaldo, Fichte. L’assoluto e l’immagine, Studium, Roma 1983;
Aldo Masullo, Fichte. L’intersoggettività e l’originario, Guida, Napoli 1986;
Claudio Cesa, Introduzione a Fichte, Laterza, Roma-Bari 1994;
Autori Vari, Filosofia trascendentale e destinazione etica. Indagini su Fichte a cura di A. Masullo e M. Ivaldo, Guerini e associati, 1995;
Gaetano Rametta, Le strutture speculative della dottrina della scienza. Il pensiero di J. G. Fichte negli anni 1801-1807, Pantograf, Genova 1995;
Reinhard Lauth, Il pensiero trascendentale della libertà. Interpretazioni di Fichte, a cura di M. Ivaldo, Guerini e associati, Milano 1996;
Faustino Fabbianelli, Antropologia trascendentale e visione morale del mondo. Il primo Fichte e il suo contesto, Guerini e associati, Milano 2000;
Carla de Pascale, Vivere in società, agire nella storia. Libertà, diritto, storia in Fichte, Guerini e associati, Milano 2001



da: lgxserver.uniba.it/lei/filosofi/autori/fichte-scheda.htm

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