LA PREGHIERA

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(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:45
Con queste schede parliamo della PREGHIERA come ce ne parla il Compendio e il Catechismo della Chiesa Cattolica.... quali sono le vie della preghiera? Quando è il momento di pregare? Come pregava Gesù o Maria? Ecco, in questo anno della Fede cerchiamo di comprendere meglio la nostra bella dottrina cattolica.

Vi ricordiamo che siamo anche su Facebook alla pagina 

[SM=g27998]   VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO: PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE    [SM=g27998]









(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:48



534. Che cos'è la preghiera?

2558 « Grande è il mistero della fede ». La Chiesa lo professa nel Simbolo degli Apostoli (parte prima) e lo celebra nella liturgia sacramentale (parte seconda), affinché la vita dei fedeli sia conformata a Cristo nello Spirito Santo a gloria di Dio Padre (parte terza). Questo mistero richiede quindi che i fedeli credano in esso, locelebrino e di esso vivano in una relazione viva e personale con il Dio vivo e vero. Tale relazione è la preghiera.

2505 La verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nelle proprie azioni e nell’esprimere il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e dall’ipocrisia.

IN SINTESI

2590 « La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni convenienti ».



(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:49



560. Qual'è la via della nostra preghiera?

2664 Per la preghiera cristiana non c’è altra via che Cristo. La nostra preghiera, sia essa comunitaria o personale, vocale o interiore, giunge al Padre soltanto se preghiamo « nel nome » di Gesù. Quindi, la santa umanità di Gesù è la via mediante la quale lo Spirito Santo ci insegna a pregare Dio nostro Padre.

IN SINTESI

2680 La preghiera è principalmente rivolta al Padre; tuttavia essa è indirizzata anche a Gesù, soprattutto attraverso l’invocazione del suo santo nome: « Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori! ».


2681 « Nessuno può dire: "Gesù è Signore" se non sotto l’azione dello Spirito Santo » (1Cor 12,3). La Chiesa ci esorta a invocare lo Spirito Santo come il maestro interiore della preghiera cristiana.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:50





(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:51



426. Che cos'è il merito?

2006 Il termine « merito » indica, in generale, la retribuzione dovuta da una comunità o da una società per l’azione di uno dei suoi membri riconosciuta come buona o cattiva, meritevole di ricompensa o di punizione. Il merito è relativo alla virtù della giustizia in conformità al principio dell’eguaglianza che ne è la norma.

2007 Nei confronti di Dio, in senso strettamente giuridico, non c’è merito da parte dell’uomo. Tra lui e noi la disuguaglianza è smisurata, poiché noi abbiamo ricevuto tutto da lui, nostro Creatore.

2008 Il merito dell’uomo presso Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che Dio ha liberamente disposto di associare l’uomo all’opera della sua grazia. L’azione paterna di Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell’uomo viene dopo nella sua collaborazione, così che i meriti delle opere buone devono essere attribuiti innanzi tutto alla grazia di Dio, poi al fedele. Il merito dell’uomo torna, peraltro, anch’esso a Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la loro origine, in Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo.

2009 L’adozione filiale, rendendoci partecipi per grazia della natura divina, può conferirci, in conseguenza della giustizia gratuita di Dio, un vero merito. È questo un diritto derivante dalla grazia, il pieno diritto dell’amore, che ci fa « coeredi » di Cristo e degni di conseguire l’eredità promessa della vita eterna. I meriti delle nostre opere buone sono doni della bontà divina. « Prima veniva elargita la grazia, ora viene reso il dovuto. [...] Sono proprio doni suoi i tuoi meriti ». 

2010 Poiché nell’ordine della grazia l’iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all’origine della conversione, del perdono e della giustificazione. Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità, possiamo in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la nostra santificazione, per l’aumento della grazia e della carità, come pure per il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni temporali, quali la salute e l’amicizia, possono essere meritati seguendo la sapienza di Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Questa provvede al nostro bisogno di grazia per le azioni meritorie.

IN SINTESI

2025 Non c’è per noi merito davanti a Dio se non come conseguenza del libero disegno di Dio di associare l’uomo all’opera della sua grazia. Il merito in primo luogo è da ascrivere alla grazia di Dio, in secondo luogo alla collaborazione dell’uomo. Il merito dell’uomo spetta anch’esso a Dio.

2026 La grazia dello Spirito Santo, in virtù della nostra filiazione adottiva, può conferirci un vero merito in conseguenza della giustizia gratuita di Dio. La carità è in noi la principale sorgente del merito davanti a Dio.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:52



427. Quali beni possiamo meritare?

2010 Poiché nell’ordine della grazia l’iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all’origine della conversione, del perdono e della giustificazione. Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità, possiamo in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la nostra santificazione, per l’aumento della grazia e della carità, come pure per il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni temporali, quali la salute e l’amicizia, possono essere meritati seguendo la sapienza di Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Questa provvede al nostro bisogno di grazia per le azioni meritorie.

2011 La carità di Cristo è in noi la sorgente di tutti i nostri meriti davanti a Dio. La grazia, unendoci a Cristo con un amore attivo, assicura il carattere soprannaturale dei nostri atti e, di conseguenza, il loro merito davanti a Dio e davanti agli uomini. I santi hanno sempre avuto una viva consapevolezza che i loro meriti erano pura grazia:

IN SINTESI

2027 Nessuno può meritare la grazia prima, che sta all’origine della conversione. Sotto la mozione dello Spirito Santo, possiamo meritare per noi stessi e per gli altri tutte le grazie utili per giungere alla vita eterna, come pure i beni materiali necessari.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:53




535. Perchè esiste una chiamata universale alla preghiera?

2566 L’uomo è alla ricerca di Dio. Mediante la creazione Dio chiama ogni essere dal nulla all’esistenza. Coronato di gloria e di splendore, l’uomo, dopo gli angeli, è capace di riconoscere che il nome del Signore è grande su tutta la terra. Anche dopo aver perduto la somiglianza con Dio a causa del peccato, l’uomo rimane ad immagine del suo Creatore. Egli conserva il desiderio di colui che lo chiama all’esistenza. Tutte le religioni testimoniano questa essenziale ricerca da parte degli uomini.

2567 Dio, per primo, chiama l’uomo. Sia che l’uomo dimentichi il suo Creatore oppure si nasconda lontano dal suo volto, sia che corra dietro ai propri idoli o accusi la divinità di averlo abbandonato, il Dio vivo e vero chiama incessantemente ogni persona al misterioso incontro della preghiera. Questo passo d’amore del Dio fedele viene sempre per primo nella preghiera; il passo dell’uomo è sempre una risposta. A mano a mano che Dio si rivela e rivela l’uomo a se stesso, la preghiera appare come un appello reciproco, un evento di alleanza. Attraverso parole e atti, questo evento impegna il cuore. Si svela lungo tutta la storia della salvezza.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:53











(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:55




540. Qual'è l'importanza dei Salmi nella preghiera?

2579 Davide è per eccellenza il re « secondo il cuore di Dio », il pastore che prega per il suo popolo e in suo nome, colui la cui sottomissione alla volontà di Dio, la cui lode e il cui il pentimento saranno modello di preghiera per il popolo. Unto di Dio, la sua preghiera è fedele adesione alla Promessa divina, fiducia colma di amore e di gioia in colui che è il solo Re e Signore. Nei salmi, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, è il primo profeta della preghiera ebraica e cristiana. La preghiera di Cristo, vero Messia e figlio di Davide, rivelerà e compirà il senso di questa preghiera.

2585 Dopo Davide, fino alla venuta del Messia, i Libri Sacri contengono testi di preghiera che testimoniano come si sia fatta sempre più profonda la preghiera per se stessi e per gli altri. I salmi sono stati a poco a poco riuniti in una raccolta di cinque libri: i Salmi (o « Lodi »), capolavoro della preghiera nell’Antico Testamento.

2586 I salmi nutrono ed esprimono la preghiera del popolo di Dio come assemblea, in occasione delle solenni feste a Gerusalemme e ogni sabato nelle sinagoghe. Questa preghiera è insieme personale e comunitaria; riguarda coloro che pregano e tutti gli uomini; sale dalla Terra santa e dalle comunità della Diaspora, ma abbraccia l’intera creazione; ricorda gli eventi salvifici del passato e si estende fino al compimento della storia; fa memoria delle promesse di Dio già realizzate ed attende il Messia che le compirà definitivamente. Pregati da Cristo e attuati pienamente in lui, i salmi restano essenziali per la preghiera della sua Chiesa.

2587 Il Salterio è il libro in cui la parola di Dio diventa preghiera dell’uomo. Negli altri libri dell’Antico Testamento « le parole dichiarano le opere di Dio per gli uomini e chiariscono il mistero in esse contenuto ». Nel Salterio le parole del salmista esprimono, cantandole per Dio, le sue opere salvifiche. Il medesimo Spirito ispira l’opera di Dio e la risposta dell’uomo. Cristo unirà l’una e l’altra. In lui, i salmi non cessano di insegnarci a pregare.

2588 Le espressioni multiformi della preghiera dei salmi nascono ad un tempo nella liturgia del Tempio e nel cuore dell’uomo. Si tratti di un inno, di una preghiera di lamentazione o di rendimento di grazie, di una supplica individuale o comunitaria, di un canto regale o di pellegrinaggio, di una meditazione sapienziale, i salmi sono lo specchio delle meraviglie di Dio nella storia del suo popolo e delle situazioni umane vissute dal salmista. Un salmo può rispecchiare un avvenimento del passato, ma è di una sobrietà tale da poter essere pregato in verità dagli uomini di ogni condizione e di ogni tempo.

2589 Nei salmi si scorgono alcuni tratti costanti: la semplicità e la spontaneità della preghiera; il desiderio di Dio stesso attraverso tutto e con tutto ciò che nella creazione è buono; la situazione penosa del credente il quale, nel suo amore preferenziale per il Signore, è esposto a una folla di nemici e di tentazioni; e, nell’attesa di ciò che farà il Dio fedele, è certo del suo amore e si consegna alla sua volontà. La preghiera dei salmi è sempre animata dalla lode ed è per questo che il titolo della raccolta si addice pienamente a ciò che essa ci consegna: « Le Lodi ». Composta per il culto dell’assemblea, ci fa giungere l’invito alla preghiera e ne canta la risposta: « Hallelu-Ia! » (Alleluia), « Lodate il Signore! ».
« Che cosa vi è di più bello del salmo? Bene ha detto lo stesso Davide: "Lodate il Signore, poiché bello è il salmo. Al nostro Dio sia lode gioiosa e conveniente". Ed è vero! Il salmo infatti è benedizione del popolo, lode a Dio, inno di lode del popolo, applauso generale, parola universale, voce della Chiesa, canora professione di fede... ».

IN SINTESI

2596 I salmi costituiscono il capolavoro della preghiera nell’Antico Testamento. Presentano due componenti inseparabili: personale e comunitaria. Abbracciano tutte le dimensioni della storia, facendo memoria delle promesse di Dio già realizzate e sperando nella venuta del Messia.


2597 Pregati da Cristo e attuati pienamente in lui, i salmi sono un elemento essenziale e permanente della preghiera della sua Chiesa. Sono adatti agli uomini di ogni condizione e di ogni tempo.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:57




544. Come Gesù ci insegna a pregare?

2608 Fin dal discorso della montagna, Gesù insiste sulla conversione del cuore: la riconciliazione con il fratello prima di presentare un’offerta sull’altare, l’amore per i nemici e la preghiera per i persecutori, la preghiera al Padre « nel segreto » (), senza sprecare molte parole, il perdono dal profondo del cuore nella preghiera, la purezza del cuore e la ricerca del Regno. Tale conversione è tutta orientata al Padre: è filiale.

2014 Il progresso spirituale tende all’unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama « mistica », perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti – « i santi misteri » – e, in lui, al mistero della Santissima Trinità. Dio chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti.

IN SINTESI

2621 Nel suo insegnamento, Gesù educa i suoi discepoli a pregare con un cuore purificato, con una fede viva e perseverante, con un’audacia filiale. Li esorta alla vigilanza e li invita a rivolgere le loro domande a Dio nel suo nome. Gesù Cristo stesso esaudisce le preghiere che gli vengono rivolte.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:58



546. Come pregava la Vergine Maria?

2617 La preghiera di Maria ci è rivelata all’aurora della pienezza dei tempi. Prima dell’incarnazione del Figlio di Dio e prima dell’effusione dello Spirito Santo, la sua preghiera coopera in una maniera unica al disegno benevolo del Padre: al momento dell’annunciazione per il concepimento di Cristo, e in attesa della pentecoste per la formazione della Chiesa, corpo di Cristo. Nella fede della sua umile serva il dono di Dio trova l’accoglienza che fin dall’inizio dei tempi aspettava. Colei che l’Onnipotente ha fatto « piena di grazia », risponde con l’offerta di tutto il proprio essere: « Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ». « Fiat », è la preghiera cristiana: essere interamente per lui, dal momento che egli è interamente per noi.

2018 La giustificazione, non diversamente dalla conversione, presenta due aspetti. Sotto la mozione della grazia, l’uomo si volge verso Dio e si allontana dal peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall’alto.

2674 Dopo il consenso dato nella fede al momento dell’annunciazione e mantenuto, senza esitazione, sotto la croce, la maternità di Maria si estende ora ai fratelli e alle sorelle del Figlio suo, ancora pellegrini e posti in mezzo a pericoli e affanni. Gesù, l’unico mediatore, è la via della nostra preghiera; Maria, Madre sua e Madre nostra, è pura trasparenza di lui: ella « mostra la via » (Όδηγήτρια), ne è « il segno », secondo l’iconografia tradizionale in Oriente e in Occidente.

2675 È a partire da questa singolare cooperazione di Maria all’azione dello Spirito Santo che le Chiese hanno sviluppato la preghiera alla santa Madre di Dio, incentrandola sulla persona di Cristo manifestata nei suoi misteri. Negli innumerevoli inni e antifone in cui questa preghiera si esprime, si alternano di solito due movimenti: l’uno « magnifica » il Signore per le « grandi cose » che ha fatto per la sua umile serva e, mediante lei, per tutti gli uomini; l’altro affida alla Madre di Gesù le suppliche e le lodi dei figli di Dio, dal momento che ora ella conosce l’umanità, che in lei è sposata dal Figlio di Dio.

2676 Questo duplice movimento della preghiera a Maria ha trovato un’espressione privilegiata nella preghiera dell’« Ave Maria »:

« Ave, Maria (rallegrati, Maria) ». Il saluto dell’angelo Gabriele apre la preghiera dell’Ave. È Dio stesso che, tramite il suo angelo, saluta Maria. La nostra preghiera osa riprendere il saluto a Maria con lo sguardo che Dio ha rivolto alla sua umile serva, e ci fa rallegrare della gioia che egli trova in lei. 

« Piena di grazia, il Signore è con te ». Le due espressioni del saluto dell’angelo si chiariscono reciprocamente. Maria è piena di grazia perché il Signore è con lei. La grazia della quale è colmata è la presenza di colui che è la sorgente di ogni grazia. « Rallegrati [...], figlia di Gerusalemme! [...] Il Signore [è] in mezzo a te » ( .). Maria, nella quale il Signore stesso prende dimora, è la personificazione della figlia di Sion, dell’arca dell’Alleanza, il luogo dove abita la gloria del Signore: ella è la « dimora di Dio con gli uomini » (). « Piena di grazia », Maria è interamente donata a colui che prende dimora in lei e che lei donerà al mondo.

« Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù ». Dopo il saluto dell’angelo, facciamo nostro quello di Elisabetta. « Piena di Spirito Santo » ( ), Elisabetta è la prima della lunga schiera di generazioni che chiama Maria beata: « Beata colei che ha creduto... » ( ); Maria è « benedetta fra le donne », perché ha creduto nell’adempimento della parola del Signore. Abramo, per la sua fede, è diventato una benedizione per « tutte le famiglie della terra » ( ). Per la sua fede, Maria è diventata la Madre dei credenti, grazie alla quale tutte le nazioni della terra ricevono colui che è la benedizione stessa di Dio: « Benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù ».

2677 « Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi... ». Con Elisabetta ci meravigliamo: « A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me? » ( ). Maria, poiché ci dona Gesù, suo figlio, è Madre di Dio e Madre nostra; possiamo confidarle tutte le nostre preoccupazioni e le nostre implorazioni: ella prega per noi come ha pregato per sé: « Avvenga di me quello che hai detto » ( ). Affidandoci alla sua preghiera, con lei ci abbandoniamo alla volontà di Dio: « Sia fatta la tua volontà ».

« Prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte ». Chiedendo a Maria di pregare per noi, ci riconosciamo poveri peccatori e ci rivolgiamo alla « Madre della misericordia », alla tutta Santa. Ci affidiamo a lei « adesso », nell’oggi delle nostre esistenze. E la nostra fiducia si dilata per consegnare a lei, fin da adesso, « l’ora della nostra morte ». Maria sia ad essa presente come alla morte in croce del Figlio suo, e nell’ora del nostro transito ci accolga come nostra Madre, per condurci al suo Figlio Gesù, in paradiso.

2678 La pietà medievale dell’Occidente ha sviluppato la preghiera del Rosario, sostitutiva per il popolo della preghiera delle Ore. In Oriente, la forma litanica dell’ _Άκάθιστoς e della Παράκλησις, è rimasta più vicina all’ufficio corale delle Chiese bizantine, mentre le tradizioni armena, copta e siriaca hanno preferito gli inni e i cantici popolari in onore della Madre di Dio. Ma nell’Ave Maria, nelle θεoτoκία, negli inni di sant’Efrem o di san Gregorio di Narek, la tradizione della preghiera rimane fondamentalmente la stessa.

2679 Maria è l’orante perfetta, figura della Chiesa. Quando la preghiamo, con lei aderiamo al disegno del Padre, che manda il Figlio suo per salvare tutti gli uomini. Come il discepolo amato, prendiamo con noi la Madre di Gesù, diventata la Madre di tutti i viventi. Possiamo pregare con lei e pregarla. La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria, alla quale è unita nella speranza. 

IN SINTESI

2622 La preghiera della Vergine Maria, nel suo « Fiat » e nel suo Magnificat, è caratterizzata dalla generosa offerta di tutto il suo essere nella fede.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 10:59



547. Esiste nel Vangelo una preghiera di Maria?

2619 È per questo che il cantico di Maria, il « Magnificat » latino, il Μεγαλυvάριov bizantino, rappresenta ad un tempo il cantico della Madre di Dio e quello della Chiesa, cantico della Figlia di Sion e del nuovo popolo di Dio, cantico di ringraziamento per la pienezza di grazie elargite nell’Economia della salvezza, cantico dei « poveri », la cui speranza si realizza mediante il compimento delle promesse fatte ai nostri padri, « ad Abramo e alla sua discendenza per sempre ».
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 11:01




563. Come la Chiesa prega Maria?

2676 Questo duplice movimento della preghiera a Maria ha trovato un’espressione privilegiata nella preghiera dell’« Ave Maria »:

Lc 1,46-55

« Ave, Maria (rallegrati, Maria) ». Il saluto dell’angelo Gabriele apre la preghiera dell’Ave. È Dio stesso che, tramite il suo angelo, saluta Maria. La nostra preghiera osa riprendere il saluto a Maria con lo sguardo che Dio ha rivolto alla sua umile serva, e ci fa rallegrare della gioia che egli trova in lei. 

Lc 1,48
Sof 3,17

« Piena di grazia, il Signore è con te ». Le due espressioni del saluto dell’angelo si chiariscono reciprocamente. Maria è piena di grazia perché il Signore è con lei. La grazia della quale è colmata è la presenza di colui che è la sorgente di ogni grazia. « Rallegrati [...], figlia di Gerusalemme! [...] Il Signore [è] in mezzo a te » ( .). Maria, nella quale il Signore stesso prende dimora, è la personificazione della figlia di Sion, dell’arca dell’Alleanza, il luogo dove abita la gloria del Signore: ella è la « dimora di Dio con gli uomini » (). « Piena di grazia », Maria è interamente donata a colui che prende dimora in lei e che lei donerà al mondo.

Sof 3,14
Ap 21,3

« Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù ». Dopo il saluto dell’angelo, facciamo nostro quello di Elisabetta. « Piena di Spirito Santo » ( ), Elisabetta è la prima della lunga schiera di generazioni che chiama Maria beata: « Beata colei che ha creduto... » ( ); Maria è « benedetta fra le donne », perché ha creduto nell’adempimento della parola del Signore. Abramo, per la sua fede, è diventato una benedizione per « tutte le famiglie della terra » ( ). Per la sua fede, Maria è diventata la Madre dei credenti, grazie alla quale tutte le nazioni della terra ricevono colui che è la benedizione stessa di Dio: « Benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù ».

Lc 1,41
Lc 1,48
Lc 1,45
Gen 12,3

2677 « Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi... ». Con Elisabetta ci meravigliamo: « A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me? » ( ). Maria, poiché ci dona Gesù, suo figlio, è Madre di Dio e Madre nostra; possiamo confidarle tutte le nostre preoccupazioni e le nostre implorazioni: ella prega per noi come ha pregato per sé: « Avvenga di me quello che hai detto » ( ). Affidandoci alla sua preghiera, con lei ci abbandoniamo alla volontà di Dio: « Sia fatta la tua volontà ».

Lc 1,43
Lc 1,38

« Prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte ». Chiedendo a Maria di pregare per noi, ci riconosciamo poveri peccatori e ci rivolgiamo alla « Madre della misericordia », alla tutta Santa. Ci affidiamo a lei « adesso », nell’oggi delle nostre esistenze. E la nostra fiducia si dilata per consegnare a lei, fin da adesso, « l’ora della nostra morte ». Maria sia ad essa presente come alla morte in croce del Figlio suo, e nell’ora del nostro transito ci accolga come nostra Madre, per condurci al suo Figlio Gesù, in paradiso.

Gv 19,27

2678 La pietà medievale dell’Occidente ha sviluppato la preghiera del Rosario, sostitutiva per il popolo della preghiera delle Ore. In Oriente, la forma litanica dell’ _Άκάθιστoς e della Παράκλησις, è rimasta più vicina all’ufficio corale delle Chiese bizantine, mentre le tradizioni armena, copta e siriaca hanno preferito gli inni e i cantici popolari in onore della Madre di Dio. Ma nell’Ave Maria, nelle θεoτoκία, negli inni di sant’Efrem o di san Gregorio di Narek, la tradizione della preghiera rimane fondamentalmente la stessa.

2682 In forza della sua singolare cooperazione all’azione dello Spirito Santo, la Chiesa ama pregare in comunione con la Vergine Maria, per magnificare con lei le grandi cose che Dio ha fatto in lei e per affidarle suppliche e lodi.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 11:05


564. In che modo i Santi sono guide per la preghiera?

2683 I testimoni che ci hanno preceduto nel Regno, specialmente coloro che la Chiesa riconosce come « santi », partecipano alla tradizione vivente della preghiera, mediante l’esempio della loro vita, la trasmissione dei loro scritti e la loro attuale preghiera. Essi contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra. Entrando nella « gioia » del loro Signore, essi sono stati stabiliti « su molto ». La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero.

Eb 12,1
Mt 25,21

2684 Nella comunione dei santi si sono sviluppate, lungo la storia delle Chiese, diverse spiritualità. Il carisma personale di un testimone dell’amore di Dio per gli uomini si è potuto trasmettere, come « lo spirito » di Elia a Eliseo e a Giovanni Battista, perché alcuni discepoli avessero parte a tale spirito. Una spiritualità è anche alla confluenza di altre correnti, liturgiche e teologiche, e testimonia dell’inculturazione della fede in un contesto umano e nella sua storia. Le spiritualità cristiane partecipano alla tradizione vivente della preghiera e sono guide indispensabili per i fedeli. Esse, nella loro ricca diversità, riflettono l’unica e pura luce dello Spirito Santo.
« Lo Spirito è veramente il luogo dei santi, e per lo Spirito il santo è una dimora particolarmente adatta, poiché il santo si offre ad abitare con Dio ed è chiamato suo tempio ».

2692 Nella sua preghiera la Chiesa pellegrina sulla terra è unita a quella dei santi, dei quali chiede l’intercessione.

2693 Le varie spiritualità cristiane partecipano alla tradizione vivente della preghiera e sono guide preziose per la vita spirituale.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 11:07




565. Chi può educare alla preghiera?

2685 La famiglia cristiana è il primo luogo dell’educazione alla preghiera. Fondata sul sacramento del Matrimonio, essa è « la Chiesa domestica » dove i figli di Dio imparano a pregare « come Chiesa » e a perseverare nella preghiera. Per i fanciulli in particolare, la preghiera familiare quotidiana è la prima testimonianza della memoria vivente della Chiesa pazientemente risvegliata dallo Spirito Santo.

2686 I ministri ordinati sono anch’essi responsabili della formazione alla preghiera dei loro fratelli e delle loro sorelle in Cristo. Servitori del buon Pastore, essi sono ordinati per guidare il popolo di Dio alle vive sorgenti della preghiera: la Parola di Dio, la liturgia, la vita teologale, l’« Oggi » di Dio nelle situazioni concrete.

2687 Numerosi religiosi hanno dedicato l’intera loro vita alla preghiera. Dopo gli anacoreti del deserto d’Egitto, eremiti, monaci e monache hanno consacrato il loro tempo alla lode di Dio e all’intercessione per il suo popolo. La vita consacrata non si sostiene e non si diffonde senza la preghiera; questa è una delle vive sorgenti della contemplazione e della vita spirituale nella Chiesa.

2688 La catechesi dei fanciulli, dei giovani e degli adulti mira a che la Parola di Dio sia meditata nella preghiera personale, sia attualizzata nella preghiera liturgica ed interiorizzata in ogni tempo perché dia il suo frutto in una vita nuova. La catechesi rappresenta anche il momento in cui la pietà popolare può essere vagliata ed educata. La memorizzazione delle preghiere fondamentali offre un supporto indispensabile alla vita della preghiera, però è di somma importanza che se ne faccia gustare il senso.

2689 I gruppi di preghiera, come pure le « scuole di preghiera » sono, oggi, uno dei segni e uno degli stimoli al rinnovamento della preghiera nella Chiesa, a condizione che si attinga alle fonti autentiche della preghiera cristiana. La sollecitudine per la comunione è segno della vera preghiera nella Chiesa.

2690 Lo Spirito Santo dà ad alcuni fedeli doni di saggezza, di fede e di discernimento in vista di quel bene comune che è la preghiera (direzione spirituale). Gli uomini e le donne che ne sono dotati sono veri servitori della vivente tradizione della preghiera:
Per questo l’anima che vuole progredire nella perfezione, deve, secondo il consiglio di san Giovanni della Croce, « guardare attentamente in quali mani si mette perché il discepolo sarà uguale al maestro, il figlio al padre ». E ancora: « È necessario che [la guida] sia saggia, prudente e ricca di esperienza. [...] Se i direttori non hanno anche l’esperienza di quanto è più sublime, mai riusciranno ad incamminarvi le anime, allorché Dio ve le vorrà condurre, anzi non le comprenderanno neppure ».

2694 La famiglia cristiana è il primo luogo dell’educazione alla preghiera.

2695 I ministri ordinati, la vita consacrata, la catechesi, i gruppi di preghiera, la « direzione spirituale » assicurano, nella Chiesa, un aiuto per la preghiera.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 11:08




566. Quali sono i luoghi favorevoli alla preghiera?

2691 La chiesa, casa di Dio, è il luogo proprio della preghiera liturgica per la comunità parrocchiale. È anche il luogo privilegiato dell’adorazione della presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento. La scelta di un luogo adatto non è indifferente alla verità della preghiera:

- per la preghiera personale, questo luogo può essere un « angolo di preghiera », con la Sacra Scrittura e con delle icone, per essere là, « nel segreto » davanti al nostro Padre. In una famiglia cristiana, questa specie di piccolo oratorio favorisce la preghiera in comune;

Mt 6,6

- nelle regioni in cui ci sono monasteri, è vocazione di queste comunità favorire la condivisione della preghiera delle Ore con i fedeli e permettere la solitudine necessaria ad una preghiera personale più intensa;

- i pellegrinaggi evocano il nostro cammino sulla terra verso il cielo. Sono tradizionalmente tempi forti di rinnovamento della preghiera. I santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere « come Chiesa » le forme della preghiera cristiana.

2696 I luoghi più propizi per la preghiera sono l’oratorio personale o familiare, i monasteri, i santuari meta di pellegrinaggio e, soprattutto, la chiesa, che è il luogo proprio della preghiera liturgica per la comunità parrocchiale e il luogo privilegiato dell’adorazione eucaristica.
(Gino61)
00lunedì 25 febbraio 2013 11:09




567. Quali sono i momenti più indicati per la preghiera?

2697 La preghiera è la vita del cuore nuovo. Deve animarci in ogni momento. Noi, invece, dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro Tutto. Per questo i Padri della vita spirituale, nella tradizione del Deuteronomio e dei profeti, insistono sulla preghiera come « ricordo di Dio », risveglio frequente della « memoria del cuore »: « È necessario ricordarsi di Dio più spesso di quanto si respiri ». Ma non si può pregare « in ogni tempo » se non si prega in determinati momenti, volendolo: sono i tempi forti della preghiera cristiana, per intensità e durata.

2698 La Tradizione della Chiesa propone ai fedeli ritmi di preghiera destinati ad alimentare la preghiera continua. Alcuni sono quotidiani: la preghiera del mattino e della sera, prima e dopo i pasti, la liturgia delle Ore. La domenica, al cui centro sta l’Eucaristia, è santificata soprattutto mediante la preghiera. Il ciclo dell’anno liturgico e le sue grandi feste rappresentano i ritmi fondamentali della vita di preghiera dei cristiani.

2720 La Chiesa esorta i fedeli a una preghiera regolare: preghiere quotidiane, liturgia delle Ore, Eucaristia domenicale, feste dell’anno liturgico.
(Gino61)
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(Gino61)
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