COURMAYEUR - PRE' DE PASCAL - VAL VENY - COURMAYEUR
Alla sera si decide di ritrovarci il mattino successivo alle 8. No! Meglio alle 9.
Io mi presento alle 9,40.
Così che la partenza da Courmayeur per Pré de Pascal Val Veny e, forse, Val Ferret, tra intralci vari (bar antipatico-negozietto antipatico-Courmayeur antipatico-io rompicoglioni) avviene alle ore 12.
Era una ciclopedalata, stante le difficoltà che presentava, da iniziare presto. Sob!
Giornata con meteo da favola! E così sarà per tutta la giornata! Estate!
Lei è un pelino tesa. Ha visto l'altimetria che gli ho presentato e letto i post di Emiliano ed ha paura di non farcela.
Inutile rassicurarla dicendogli che la salita e durissima, ma se l'anno scorso, sia pur sputando l'anima e brandelli di polmone, l'ho fatta pure io (fino a Pré de Pascal)...
Niente! Non mi crede!
Insieme fino al ponticello che attraversa il torrente Val Veny, poi...ognuno per la sua strada. Che in definitiva dovrebbe essere la stessa. Posso solo dirgli “-Ci troviamo a Pré de Pascal” e poi la vedo per qualche minuto danzare davanti a me leggera e leggiadra, per poi diventare sempre più piccola e scomparire alla mia vista. Mi chiedo: “Ma per tutti i santi in cielo! Ma lei non fa fatica?”
Pré de Pascal, e l'ultimo tratto della Val Veny, fanno parte delle salite giudicate da me “estreme” ma già i 3 km. fino a sopra la chiesetta di Notre Dame de Guerison sono da purgatorio pre inferno.
Io la prendo con il mio passo molto cauto, ben sapendo che dovrò centellinare le mie energie.
Tutto ok. Ma d'improvviso m'accorgo che non ho riempito la borraccia. Sono a secco!
Spero di trovare un fontanella prima del bivio per Prè de Pascal.
Niente. Alla chiesetta mi fermo. C'è una fontana sulla strada: non zampilla. Giro attorno alla chiesetta e ne trovo altre tre: non zampillano.
Suono il campanello della sacrestia sapendo già il risultato. In quella chiesetta si dice messa solo alla domenica e oggi è...venerdì.
Mi porto al vicino bar (chiuso, la stagione estiva non ha ancora avuto inizio). Gli giro attorno. Niente fontane. Quasi rassegnato, decido che fermerò qualche macchina chiedendo...acqua.
...Passasse una macchina, anche solo per sommessa.
Mi porto al bivio. Niente macchine. Ho le labbra secche e decido che manderò un sms alla Gise scrivendo che sono fermo. Mai mi sarei avventurato a salire con la disidratazione imminente.
Mi succhio qualche biavetta. La biavetta è una foglia di prato che già succhiavo da bambino nei prati di Cogne. Se non altro mi genera un po' di liquido in gola che poi sputo.
Poi il miracolo. Un camper si ferma nell'attiguo piazzale.
Mi avvicino. Sono una coppietta di tedeschi in vacanza che già hanno iniziato a sdoganare il carico.
Timidamente, ma se sei solo nel deserto, osi: “- Forse mi prenderete per pazzo, ma ho un tremendo bisogno d'acqua”. Non hanno capito nulla ma forse la parola “acqua” sì. La lei mi porge in maniera decisa una bottiglia d'acqua. Naturalmente gliela pagherei in maniera commisurata al mio estremo bisogno ma, capendoci un briciolo utilizzando il francese, si rifiuta. E mi sorridono ben lieti di avermi aiutato! Grazie!!!
Mi sono subito scolato quello che potevo e anche la borraccia era riempita.
Evviva!
Un italiano, quasi valdostano, in Val d'Aosta, a casa sua, miracolato e aiutato da stranieri. La svizzera Gise mi ritrova il portafoglio e due tedeschi mi assetano. Che figura di m....! Ottimo spot per il turista che viene da noi!
A questo punto inizio la scalata al PdP. Ma tra ricerche di fontana e arrivo dei tedeschini avrò perso almeno 45 minuti. Senza contare che il mio pedalare già mi avrà fatto perdere mezz'ora rispetto Gise.
Arrancando, sbuffando e fermandomi sovente arrivo a quota 1700 circa (oltre il Rifugio Mont Blanc) ma è tardi. Mi raggiunge l'sms di Gise che mi scrive che ha raggiunto Courba Dzeleuna (1 km. oltre P.D.P a quota 2048) e che a piedi, per via della neve e del fango, sta rientrando.
Proseguo ancora un po' e sosto al curvone che immette nel drittone verso PdP. E lei arriva.
Ergo: Non ho finito la semitappa e sono da considerare ignominiosamente di nuovo: Ritirato!
Non importa! La Gise è mia ospite e quel che conta è che la semitappa abbia potuto completarla lei.
Emiliano,
Fino a dove sono arrivato la strada era in brutte condizioni come hai descritto tu. Ma non me la aspettavo così...obbrobriosa. La puliranno per la stagione estiva o...le prossime pioggie.
Gise saprà poi eventualmente descrivere il tratto PdP-Courba Dzeleuna.
Qualche foto e si scende a valle. Salutare e gratificante sosta al bar del rifugio Mont Blanc, poi si prosegue in Val Veny fino al lago Combal (1972 mt. slm) al confine con la Francia.
Stavolta il teso sono io: Ho sempre sofferto, il tratto che, dopo la sbarra, porta allo scollinamento. E mai l'ho fatto dopo lo stronca gambe che da Courmayeur porta sino a PdP (sia pure ridotto come oggi), e dopo una giornata in sella come quella di ieri.
Qualche km. in leggera pendenza e poi, appena la pendenza si accentua...lei se ne va.
Dobbiamo anche rientrare prestino perchè ho deciso che si cenerà a Cogne (non proprio vicino) al ristorante dei miei nipoti che mi hanno ricordato che alle 21 la cucina chiude...anche per lo zio.
Io incomincio già ad accorgemi che per arrivare alla Visaille vado...in riserva. Ed il bello ha ancora da venire.
La fatidica sbarra. Vado più piano che posso. Sotto i 3,6 km/h c'è lo stallo pure per un abituè come me. Però vado. Pianissimo ma vado. Mi fermo a circa 1750 di quota e decido di ritornare al mio modo di andare. Biscotti, bevuta, ancora biscotti e bevuta. Dovrei vergognarmi, e se per questo pensate che io non sia degno di voi e vada espulso dal forum...espelletemi!
Mi fumo con sussiego una sigaretta, anzi due. Scendo nel torrente per scattare qualche foto. Rompo i coglioni ad una coppia che passeggia e sto (quasi) bene.
Riparto e arriva...l'sms. “Sto rientrando dal Lago Combal”
Io proseguo per avvicinarmi almeno ad una quota decente. Anche qui mi mancava solo un drittone e ce l'avrei fatta. Ne consegue: terzo ignobile e mortificante ritiro.
Nel frattempo mi ero parecchio intristito pensando che dovevamo correre per raggiungere Cogne, che forse Gise era un po delusa e a questo avevo contribuito io. (quando io scrivo che vado quasi ovunque ma pianissimo, nessuno percepisce i numeri del mio pianissimo e si pensa che io esageri, sino a quando non verificano, sul campo, e a loro spese, cosa significa avermi come compagno di (s)ventura)
Questa tristezza si è volatilizzata all'arrivo di Gise.
Il suo viso parlava. Mi sembrava eterea, camminava sospesa dal suolo. Fulminata sulla via di Damasco. La sua felicità mi è parsa incontrollabile (tant'è che ha abbracciato un plantigrado rabberciato e agonizzante come me).
Era estasiata dal Lago Combal.
Beh! Ero felice anch'io. Felice che anche il finale di questa giornata gli avesse regalato emozioni!
Discesa tranquilla verso Courmayeur. Qualche fermata per fotografare (il pomeriggio avanzato regala contrasti di luce ideali)
Oltretutto, per lei, certe vette avevano il pregio di ricordale ascensioni memorabili, ardite e condivise con amicizie saldissime. Ogni sperone, ogni cresta, erano sicuramente motivo di commozione.
Bellissima la Gisellina!
Si va a Cogne, cena. Rimpinzati come due polli (finalmente Gise mangia in modo umano: antipastino, risotto e polenta concia innaffiati da un buon vino valdostano)
Offre il ristorante dei miei nipotini (per me sono sempre due bimbi anche se hanno superato gli anta). Mai che riesca a pagar loro uno straccio di miniconto. S'incacchiano pure!
Le ore passano. Si rientra ad Ivrea e sono nuovamente passate le una!
Domani è un altro giorno...si vedrà!
Quì le foto abbondano e mi è stato difficile scegliere.
D'altronte se non fai foto in una giornata blu.
Gise penserà ad integrare con altro materiale e con gli scatti dei posti dove io...non sono arrivato
Il massiccio del Bianco da Courmayeur
Sempre da Courmayeur: Il Dente del Gigante
Il ghiacciaio della Brenva
Scorcio del Ghiacciao della Brenva
Salendo a Pré de Pascal
Quì ce l'hai proprio in faccia
Salendo a Pré de Pascal
Scendendo da Pré de Pascal
Risalendo la Val Veny - Dente del Gigante e Monte Bianco
Risalendo la Val Veny - Il torrente...Val Veny
L'estasi e la gioia immensa di Gise al ritorno dal Lago Combal
Non ho atteso la liberatoria per questa foto. Prevedo...querela.
Ritorno a Courmayeur - Dalla Visaille