La nebbia

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bliss72
00sabato 12 novembre 2011 17:05
Sono nata sul mare in un posto in cui non sanno cos'è la neve, e la nebbia non rientra nemmeno nel vocabolario. Sono vissuta in mezzo alla nebbia (e zanzare XD), e ho imparato ad amarla.
Dove abitavo io la mattina ti svegliavi e potevi benissimo essere Dorothy nel ciclone verso la città di Oz, per quello che vedevi fuori dalla finestra.
Ho ricordi di mio padre che guidava con la faccia fuori dal finestrino, per la falsa impressione di vedere qualche centimetro più avanti, mia mamma che invece appiccicava la faccia al vetro. Allora era perfino divertente.
L'ho vissuta nell'età delle interminabili notti in discoteca, e sempre lei era lì, calda e avvolgente, perchè quando c'è la nebbia fa meno freddo.
Ci sono cresciuta in mezzo, e ci convivo, non la amo ma neanche la odio.
Non la temo, semplicemente la accetto come parte del mio mondo.
Mi piace vederla attraverso i vetri della mia casa calda, quando tutti i contorni delle case sfumano e in lontananza non si vede nulla.
In realtà mi da quasi un senso di pace e di quiete, mi ispira solitudine e mi sembra di essere in un mondo ovattato, come fossi in mezzo all'acqua.
E in effetti, essendo umidità, ci si è in mezzo all'acqua... ora che ci penso, forse da lì deriva il mio senso di protezione quando mi ci trovo... non so, ho questo rapporto con l'acqua di solito.

Ma la nebbia in questo periodo, è anche simbolo.
Riporto un brano bellissimo da "Lunario", di Cattabiani:

"...la nebbia suscita un senso di inquietudine quasi si stesse vivendo in un mondo cancellato, regredito al caos, tant'è vero che tradizionalmente è considerata il simbolo dell'indeterminato quando, dissolte le vecchie forme, non si sono ancora delineate le nuove: transizione da uno stato all'altro. D'altronde, la sua presenza dalla fine di ottobre ai primi di marzo segna anche fisicamente quel periodo di trapasso da un anno all'altro, periodo di morte apparente della natura nel letargo degli animali, di cancellazione; persino di oblio..."
"...ma la nebbia può essere vissuta anche come cammino iniziatico, come preludio a una rivelazione importante, a una manifestazione che occorre attendere preparandosi con l'unico occhio che possa vedere nella sua opacità: quello del cuore.
AlessandroSkryer
00domenica 13 novembre 2011 06:28

Che bel ricordo e che bella riflessione, Bliss. [SM=g27821]

Ho ricordi simili ai tuoi di percorsi in automobile quasi a passo d’uomo fra casa mia e quella di mia nonna, in campagna, e ritorno, immersi in una nebbia così argentea e densa da impedire di vedere il cofano e da riflettere le luci dei fari come uno specchio, quasi a suggerire significati simbolici analoghi. Ricordo un Natale in cui, con l’automobile avvolta nella nebbia, osservavo il mio piccolo dono alle luci rosse e blu delle spie del cruscotto. La nebbia accarezzava e proteggeva i miei sogni ad occhi aperti permettendomi di viaggiare molto più lontano di dovunque si potesse giungere con qualsiasi mezzo di trasporto. In questo senso era già come un velo fra i mondi, ed era antica, intrisa di memorie, perché era quasi tutto ciò che restava di una terra che era stata un tempo di foreste impenetrabili, di paludi, di torrenti e di fiume, e di nebbia, anche nebbia magica, in cui si celavano prodigi, imboscate, metamorfosi.

Ecco, mi piace in particolare, del tuo racconto e delle tue riflessioni, la nebbia come acqua, acqua sospesa nell’aria, e questo me la fa considerare anche simbolo di paesaggi perduti, di eventi dimenticati, di cui restano soltanto poche tracce sparse.

La nebbia, un tempo, arrivava dalla campagna a lambire la città. Come l’oscurità della notte e come l’acqua dei fiumi, la inondava, saliva, la colmava, sempre lentamente, impercettibilmente, gentilmente, seppure pericolosa e minacciosa, e arrivava persino a nasconderla, talvolta quasi del tutto, talvolta insinuandosi fino al centro della città. Portava un silenzio simile a quello della neve, in cui talvolta risuonavano gli echi e si diffondevano limpidi e fiochi i suoni. Come la neve, era confortante.

E ormai, con il suo mistero, con i misteri che simboleggia, non arriva più ogni notte, bensì soltanto molto più raramente, diversamente.



bliss72
00domenica 13 novembre 2011 10:48
Una riflessione che facevo ancora poco tempo fa, è come la nebbia ormai sia quasi sparita dalle mie parti.
Le situazioni ovattate che ho descritto, 20 anni fa erano quotidiane, oggi sono alquanto rare. Oggi che le città si uniscono quasi senza soluzione di continuità, quasi a formare un unico organismo di cemento, la nebbia non vi trova più posto, se non come una lieve foschia aleggiante sui campi coltivati.
Una volta era il contrario, c'erano sparute case fra i campi, e la nebbia le avvolgeva per intero.
E non vi trovano più posto anche le antiche tradizioni, nessuno racconta più le favole di una volta al calduccio nelle case, nessuno pensa che la nebbia in questo periodo ha una valenza simbolica, di passaggio, di transizione. Anzi, da fastidio, fa paura, come fanno paura i cambiamenti.
Tutto scorre sulla linea del tempo, senza ricordare che il tempo è in realtà circolare. I cambiamenti sono visti come negativi, anzichè positivi, perchè si discostano dalla visione della retta che va sempre dritta e perfetta.
La nebbia in questo mondo non è più qualcosa da attraversare per attuare il cmbiamento che porta alla luce, ma una cosa che non viene vissuta, perchè si spera che passi presto.
In questa commistione tra realtà e simbolo, la nebbia fa capire i tempi in cui viviamo, del "tutto e subito", perchè lei nella sua lentezza imposta, fa perdere tempo.
Se solo ci si fermasse un attimo a viverla questa nebbia, l'attraversarla non sarebbe tempo perso.
Danae_88
00domenica 13 novembre 2011 19:47

I ritmi quotidiani ci impongono di "fare in fretta" e di non "perdere tempo" in ogni cosa che facciamo. La nebbia è oggi odiata, come la pioggia. Tanto che è un luogo comune dire in proposito "brutto tempo". Ma secondo me non c'è niente di più bello dell'acqua in tutte le sue forme...
In questi giorni di Discesa la nebbia è sempre più presente. Sale dal fiume e giunge lungo i pendii delle montagne insinuandosi soffusa fra le borgate. Sembra avere volontà propria, come Onda magica creata e sollevata dal fiume... Si forma lentamente, eppure è inarrestabile. La terra umida spande intorno nebbiolina leggera e si unisce ad Essa in una danza incantata. La rugiada sull'erba è invitata a brillare. Dalla finestra osservo le forme delle nuvole che nella gola della montagna veleggiano sospinte dal vento confondendosi con il Velo. La Nebbia aiuta il Viandante a perdersi, è una prova e una porta per chi desidera Vedere e viaggiare. E' uno spettacolo meraviglioso... [SM=g27819]

bliss72
00martedì 15 novembre 2011 10:19
E vogliamo parlare dell'odore?? La nebbia ha un odore.
Un'aptra riflessione: la nebbia sale. Sale dalla terra umida, come hai detto giustamente, quindi è Acqua che viene dalla Terra. infatti porta odore di terra, di humus, di vita.
Misaela
00venerdì 18 novembre 2011 15:49
Io vivo poco lontano da Milano...in uno di quei paesini geograficamente vicini alla città, ma profondomente distanti. In questi giorni è salita la nebbia...e sembra di essere in un altro mondo. E' una nebbia fitta che costringe anche me, che non la temo e ci sono abituata tanto da amarla, ad andare piano per essere sicura di essere ancora sulla strada e non decollare in un fosso. C'è un'atmosfera magica, un silenzio particolare..io ne approfitto per uscire con il cane e respirarla perchè gli anziani dicono che respirare la nebbia (almeno questa fuori dalle città) fa bene. Mi fa sentire coccolata e protetta come avvolta in un batuffolo di cotone per potermi riposare e nascondere un po' dal mondo...fa molto Avalon e quasi mi aspetto di scorgere tra le ombre la sagoma incerta di un cavaliere e un'antica dama. In effetti con la nebbia...si sogna un po' di più!
mausci
00lunedì 9 gennaio 2012 17:08
Quando fuori c'è nebbia, Greta deve uscire e camminare, la sciarpa bene avvolta intorno al collo e alla bocca, il berretto di lana giù fino alle orecchie, il giubbo di pelle chiuso a ripararla dal vento.
Ama camminare veloce. Non che debba arrivare da qualche parte. Forse sente che deve andarsene al più presto e perciò cammina in fretta.
Chi lo sa. Chi ne sa niente, di qualsiasi cosa, forse tutti siamo ignoranti e viviamo senza sapere mai veramente niente, ottusi e soli. Ma chi se ne frega.
Quando capisci, quando sai, raramente questa conoscenza ti porta a qualcosa di buono. Quindi.
Greta cammina nella nebbia ed i pensieri non le servono, il solo pensiero che vuole tenersi ora è "non mi importa niente di niente".
La pioggia si nota subito, ti disturba quando cammini e ti fa scivolare e bagnare i piedi così finisce che pensi sempre a lei, alla pioggia, invece che badare ai fatti tuoi come desideravi fare quando sei uscita.
La nebbia invece. E' lì, copre tutto quindi non puoi non notarla, ma se sei a piedi dopo un po' smetti di accorgertene, non ti preoccupi di bagnarti o altro e pian piano ti sembra che il mondo e la realtà potrebbero davvero essere così, offuscati indefiniti imprecisi confusi. Come te.
Quando Greta è triste stordita incerta ed incasinata, la nebbia le fa credere, per un po', che il mondo reale sia uguale a lei.
E che importa se non è vero, se in effetti la vita è precisa e chiara e ineluttabile, e sei solo tu che ti confondi, la vita è lì davanti, inequivocabile, perfettamente a fuoco, con contorni tagliati al bisturi. E se ti incasini sono solo affari tuoi, non è alla realtà che puoi dare la colpa.
Che importa. La nebbia accompagna Greta che cammina, se ne va da qualcosa e non ha idea se arriverà a qualcos'altro, ma non conta. Solo andarsene conta.
Toglie le mani dalle tasche, si accende una sigaretta e la luce tremolante e che subito muore dell'accendino, è perfettamente in sintonia col resto. Con lei.
Magari qualcuno la aspetta, se ritorna. O magari c'è qualcuno ad aspettarla dove arriverà. Magari no.
Cammina e adesso riesci a vederla solo se strizzi gli occhi, rimpicciolita dalla distanza e avvolta e sfumata dalla nebbia. Esiste ancora, Greta? E' mai stata a fuoco?

Spero di non disturbare nessuno con i miei sproloqui, è un piccolo testo che mi è uscito così.. [SM=g27821] ma se non vi piace o se pensate che non c'entri qui, cancellatelo che già mi vergogno di averlo scritto...... [SM=g27821]
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