La strega di mezzanotte

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lucky_luke
00martedì 27 gennaio 2009 14:21
La strega di mezzanotte


La curiosità di Lino era grande. Erano due settimane che nell'appartamento sfitto del suo stesso pianerottolo era venuta ad abitare una strana donna.

La vedeva di rado, ma si era scoperto curioso e si era messo a spiarla di nascosto. Non era riuscito a vederla bene in volto perché portava sempre uno strano cappello scuro e con la tesa abbassata ma, un paio di volte, in controluce riuscì a intravedere un volto piacente di una donna che poteva avere all'incirca la sua età 30 o 35 anni.

La cosa più strana però la notava verso mezzanotte, dallo spioncino della sua porta osservava l'ingresso dell'appartamento di fronte, ogni sera, da sotto la porta notava un'intensificarsi della luce, una linea di luce che si intensificava sempre di più, abbagliante che, nonostante la fessura fosse piccola illuminava anche il pianerottolo.

La curiosità cresceva, ormai era diventata una fobìa, doveva conoscere quella donna a tutti i costi. Sapeva solo il nome per averlo letto sul campanello: Anna Morgan. Quel nome gli parve stranamente familiare, gli vennero in mente scene della sua vita fanciullesca che non riusciva a mettere a fuoco. Diede una scrollata di testa e cancellò quegli strani flash.

Un giorno ebbe fortuna, la incrociò sulle scale mentre saliva con una borsa della spesa, il caso volle che le si rompesse il fondo ed il contenuto rotolasse per gli scalini. Non ci pensò nemmeno un secondo e d'istinto raccolse le cose cadute, e gliele porse, fu la prima volta che lei alzò la testa per guardarlo nel ringraziarlo. Lino rimase senza fiato, il volto era carino ma gli occhi erano qualcosa di speciale. Profondi, scuri con riflessi rossoramati, a guardarli si sentì come precipitare in un vortice senza fondo.
- Grazie della sua cortesia – gli disse.
Il suono della sua voce lo riportò fuori dal vortice per precipitarlo in un universo di campanellini tintinnanti:
- Posso offrirle qualcosa per sdebitarmi? Proseguì il dolce tintinnio della sua voce.
- Beh… sì… grazie, volentieri. - rispose Lino cercando di riprendere il controllo dei suoi pensieri e delle sue emozioni.

L'interno dell'appartamento gli sembrò una casa normale escluso il fatto che, sopra i mobili, tutti di legno ma semplici, vi erano predisposte delle candele di vari colori; "non credo che possano essere le candele a creare quella luce abbagliante" disse fra sé.

Erano circa le 19,00, si accomodò su una sedia di legno vicino ad un tavolo dello stesso legno e fattura, sembravano antichi e perciò attrassero la sua attenzione, anche lui amava l'antiquariato. Spaziando con lo sguardo si accorse che tutto l'arredamento era in sintonia:
- Mobili ereditati da mia nonna che li aveva ereditati dalle sua - il tintinnio della sua voce anticipò la sua domanda.
- Devono avere un bel valore.
- Solo affettivo, mi fanno tenere in mente i miei antenati, genitori, nonni, avi, risalgono al medioevo.

Cominciarono a sciogliersi e a chiacchierare. Lino ora l'aveva osservata attentamente, il volto gli sembrava un po’ pallido specialmente perché era incorniciato da dei fluenti capelli nerissimi, ormai si stava abituando allo strano effetto dei suoi occhi abbinato alla voce.

Le ore trascorsero senza che nessuno dei due se ne accorgesse. La grande pendola all'ingresso cominciò a scandire i rintocchi di mezzanotte.
- Mezzanotte! La prego, se ne vada! - gli disse lei con voce angosciata. Non era più un tintinnio, ma cominciava e prendere un tono leggermente roco.
- Perché? - chiese lui sentendosi un po’ nervoso dal repentino cambiamento di voce e di comportamento.

Non giunse risposta, lei gli ripeté solamente di andarsene mentre gli voltava le spalle, le stava succedendo qualcosa. Le varie candele sparse per la stanza si accesero da sole contemporaneamente, la loro luminosità aumentava ad ogni rintocco fino ad emettere una luce accecante, Lino non riusciva a vedere più niente e dovette quasi chiudere gli occhi.
Al dodicesimo rintocco la luce scemò e tutto ritornò in penombra. Lei era cambiata, i capelli le erano cresciuti e le arrivavano quasi alle ginocchia, la schiena era leggermente incurvata.

Lentamente si voltò verso di lui, il suo volto era più rugoso anche se manteneva una bellezza misteriosa, gli occhi erano fiammeggianti mentre con una voce leggermente roca e graffiante gli disse:
- Ti avevo detto di andartene, ora è troppo tardi! Non sapevi che mezzanotte è l'ora delle streghe?
- Morgana! - esclamò Lino, mentre i sopiti ricordi gli tornavano in mente.
- Chi sei? Come fai a conoscermi? - si arrestò lei sorpresa.

Lino si alzò, mormorò alcune parole in una lingua arcaica e sconosciuta, una tenue nebbia lo avvolse per qualche istante. Quando si dissolse apparve un uomo, alto, magro, con lunga barba e lunghi capelli bianchi, e rivolgendosi a lei con voce baritonale le chiese:
- Adesso sai chi sono?
- Merlino! – esclamò Morgana come impietrita dall'apparizione.

L.L.


(continuerà?)



auroraageno
00mercoledì 28 gennaio 2009 09:46

Che bel racconto! Scritto meravigliosamente bene..!

Guarda Giuliano, per come è stato concepito e sviluppato potrebbe finire benissimo così. Ma se ci fosse un seguito.... ben venga!!!!

Grazie, carissimo e complimenti!

Un abbraccio

aurora


Fata ballerina
00giovedì 4 febbraio 2010 20:59
bel racconto veramente giuliano! [SM=g7372] bravo!!! complimenti! [SM=g7348]! me lo sono come immaginata e miè piaciuto molto [SM=g7451]!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fata ballerina
00venerdì 5 febbraio 2010 15:49
[SM=g7340] se c'è un finale cvomunque ben venga!!!!!!!!!!!!!!!!mi farebbe piacere un finale diverso e fantasioso come il racconto!!!!!!!!!!!!!!! [SM=g27988]
mi piace molto come scrivi!!!!!!!!! [SM=g7423]
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