Le antiche madri adottive

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Strega della terra
00lunedì 5 giugno 2006 21:37


Un altro aspetto della vita sociale al tempo dei Celti è il fostering, cioè l’affidare il bambino o la bambina intorno ai sette anni fino all’adolescenza o al matrimonio, a una famiglia diversa, legata o meno da vincoli di parentela diretti per completare la loro educazione. Questa usanza molto radicata per secoli rispondeva al bisogno di ampliare le alleanze tra un clan e un altro e quindi fungeva da correttivo allo stato di continua belligeranza tra i gruppi diversi. In alcuni casi anzi, l’affidamento poteva essere dato anche a un gruppo non esattamente in buoni rapporti con il clan di provenienza, per creare così un legame al posto del conflitto.

La madre adottiva si chiamava muimme e spetta a lei il compito di istruire, formare il ragazzo o la ragazza. Inoltre la maestra dei guerrieri era quasi sempre una donna. L’insegnamento era compreso di tre fasi: dare il nome, dare l’arma, l’iniziazione sessuale. Solo dopo un periodo in cui venivano completate le tre fasi, per lo più in un luogo diverso da quello di residenza abituale, il guerriero o la guerriera, potevano ritenersi tali a pieno titolo.

Dare il nome è connesso con il potere che veniva attribuito al nome vero di una persona, che doveva essere segreto: ognuno aveva un nome d’uso comune e uno o più nomi segreti di cui pochissimi erano a conoscenza, perché conoscere il vero nome di qualcuno da a chi lo conosce un potere enorme sulla persona. La tradizione del nome segreto esiste in ogni contesto culturale che opera con il potere e il controllo delle energie invisibili.

Dare l’arma invece vuol dire realmente e simbolicamente conferire la forza, la capacità e lo strumento adeguato per combattere. Ci troviamo di fronte a un nuovo archetipo che contrasta con quelle che sono le immagini più comuni della donna; ma non è estranea all’immaginazione né alla matura del femminile la possibilità di essere guerriera. Il guerriero e la guerriera sono persone con grandissima capacità di concentrazione, che eseguono esercizi di forza, perché per colpire occorre sapere perfettamente cosa colpire, dove colpire e qual è la forza dei tuoi muscoli e della mente.

Fonte: Simboli e Riti delle Donne Celtiche
Sarah Perini – Ed Psiche 2





Nel libro non è riportato nulla riguardo la terza ed ultima fase che viene prima dell’ultimo passo che conduce all’età adulta, ma ormai credo che ognuna di noi abbia nella sua mente un’immagine che ci accomuna tutte! Trovo il fostering molto interessante per quanto possa essere traumatico il distacco .. avete presente quando i bambini devono andare a scuola e devono lasciare la propria madre?

stregaviolet )O(
00lunedì 5 giugno 2006 21:49
Ma pensa...
In effetti questo combacerebbe con moltissime leggende e racconti, e con la mitologia antica celtica.
In effetti vediamo la stessa usanza nella vicenda di Re Artù, quando Lancillotto viene istruito dalla Dama del Lago, che è la sua madre adottiva ed è colei che si prende cura di lui, lo alleva e gli insegna tutte le arti, poi gli dona le armi e, a malincuore, lo lascia libero.
Ma prima di Re Artù sicuramente la fonte principale di questa usanza è senza dubbio quella fornita dai Mabinogion. Qui Llew Llaw deve ricevere il nome, le armi e persino la donna da sua madre Arianrhod, che per odio nei suoi confronti, per il semplice fatto che egli esista, gli nega tutte queste cose, e lo spinge, così, a rimanere un fanciullo mai cresciuto.
Con l'aiuto di Gwydion però Llew riesce ad aggirare le maledizioni di sua madre e riesce, in questo modo, a superare tutte e tre le fasi del suo apprendimento... le vogliamo chiamare iniziazioni....? [SM=g27817]

Ora...
i Mabinogion sono miti, le vicende di Artù sono racconti basati su una esistenza che poi non è che sia stata così documentata e ritenuta storicamente vera.
Noi sappiamo, noi sentiamo che è tutto vero, ma sentirlo aiuta noi, ma non dà nessuna garanzia ad altri.
Quello che mi chiedo è.. questa autrice ha le basi per affermare tutto ciò? Non ho mai letto nulla del genere in altri libri sui celti e nonostante si debba dare fondamentale importanza ai miti, perchè in essi è racchiusa l'antica saggezza e, quasi sicuramente, le antiche usanze, non è detto che tutto ciò sia provabile o provato..
Non so.. sinceramente spero che le sue ricerche siano riscontrate, ma non mi fido moltissimo.
Poi magari sono io che ho letto troppo poco sui celti (ed è certamente vero) e non posso quindi avere una conoscenza adeguata per dire alcunchè a riguardo.

Molto molto bella comunque questa cosa..
Sarebbe la prova reale di ogni cosa che qui stiamo studiando attraverso le Dame del Lago e la Tradizione Avaloniana nella sezione "I volti della Dea".

Strega della terra
00martedì 6 giugno 2006 00:03

Mhh .. dunque, alla fine del libro c'è una lunga Bibliografia. "Sarah Perini è laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università degli Studi di Torino dove vive e lavora occupandosi si consuleza e comunicazione nell'ambito delle librerie specializzate in storia, esoterismo e discipline dello spirito. Appassionata ricercatrice in campo di storia arturiana, sentibile alle tematiche antropologiche e nedievaliste". Il libro è stato scritto molto bene, storico e preciso .. anche se, ammetto, ci sono un paio di cose che mi lasciano perplessa, ingnoranza mia magari. parla di Cernunnos come consorte di Diana e Ilmbolc come "la più grande festa delle streghe" con l'unione tra la Dea e il Dio. Mumble. Comunque .. a parte queste piccole imprecisazioni (giusto una o due righe) ho una buona impressione del lavoro fatto da questa storica
Misaela
00martedì 6 giugno 2006 12:38
Avevo letto anche io quel libro, ma devo ammettere solo di sfuggita perchè non era mio, avevo preso degli appunti a riguardo, ma poi non mi ero segnata il libro.
Non so se sia vero o meno quello che scrive, tuttavia è una pratica che mi pare piuttosto plausibile, anche in italia e più in generale nel medioevo i bambini venivano mandati molto spesso in altre famiglie per acquisire un lavoro, specie se erano gli ultimi di famiglie numerose e il lavoro del padre era già stato trasmesso ai primogeniti.
Probabilmente le motivazioni erano diverse, anche perchè dettate da strutture sociali-famigliari diverse...ma mi sembra molto interessante come pratica, e anche ricca di simbologia..
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