Quentin Tarantino...

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rimatt1
00giovedì 3 giugno 2010 16:23
...vs Quentin "Truffaldino"!

Parliamone! [SM=x74933]

Le iene mi piaceva molto. Poi, però, ho visto Rapina a mano armata, A Better Tomorrow II, City on Fire, Il colpo dela metropolitana e, grazie a Ghezzi e Fuori Orario, ho conosciuto il cinema noir giapponese (specie quello di Fukusaku). E quando ho rivisto Le iene l'ho fatto con occhi diversi. Non c'è sequenza o personaggio che non richiami qualcosa di già visto o già sentito: perfino la celeberrima sequenza finale, quella del cosiddetto "stallo alla messicana", è prelevata di peso da un altro film (City on Fire, al quale Tarantino "scippa" anche un bel pezzo della trama). E va be' citare, però qui si esagera un pochetto. Va anche detto che l'entusiasmo del regista è sincero: Tarantino ama il cinema che saccheggia, e questo si nota. Ciò non toglie che pur sempre di saccheggio si tratti.

Pulp Fiction può contare su un minimo (ma proprio un pelino) di originalità in più, ma alla fin fine, nonostante la confezione sia luccicante e Tarantino non sia privo di tecnica, il risultato è un furbo e compiaciuto giocattolone che strizza di continuo l'occhio allo spettatore e che può anche divertire, ma IMO non incide molto né lascia un gran segno (e, va da sé, non dice nulla di nuovo). Uno di quei film che piace alla prima visione ma che cala drammaticamente alla seconda, meno "di stomaco" e più analitica (perlomeno, per me è stato così).

...e per ora mi fermo qui, lasciando la parola agli altri. [SM=x2114809]
Juan Galvez
00giovedì 3 giugno 2010 17:37
Non potrei mai essere così cattivo. Ovvero: così preciso, puntuale e veritiero :-P

V.
Sashimi
00giovedì 3 giugno 2010 19:40
Probabilmente...
... se Quentin non fosse diventato cosi' personaggio, un po' per caso un po' per astuta e in fondo comprensibile autopromozione, i suoi film verrebbero tranquillamente accettati per quel che sono, suscitando poco o punto dibattito: meccanismi cinematografici godibili e puramente votati allo spettacolo, un divertente spettacolo ottenuto non grazie ad effetti speciali ma soltanto attraverso i mezzi piu' classici del cinema - il montaggio, la musica, i dialoghi sapidi, il talento degli attori e (ingrediente in piu') le strizzate d'occhio ai cinephile ed ai nerd.

Non e' affatto poco, per me, ma e' tutto qui. Nessun secondo livello, nessun particolare messaggio o presa di posizione sul mondo, nessun alt(r)o scopo, nessuna profondita' che non sia dovuta alla bravura degli attori, in genere scelti tra pezzi grossi di Hollywood, star del passato in crisi e da rilanciare, ed ottimi caratteristi.

Le citazioni sono sovrabbondanti, QT stesso non ne ha mai fatto mistero e gli va riconosciuto: la sua fortuna (o astuzia) e' che in USA nessuno si e' mai filato i generi e subgeneri e le cinematografie nazionali che Quentin ha deciso di plag... di omaggiare. Oppure, se li era filati trent'anni fa, ma ha scordato tutto perche' e' passato troppo tempo. Oppure ancora, e' uno che se li fila anche oggi, perche' e' proprio quel nerd cinefilo qui QT sta strizzando l'occhio - numericamente irrilevante, ma utile per ottenere il plauso critico.

Sash
Juan Galvez
00giovedì 3 giugno 2010 20:15
Yes, indeed. E' il destino delle rockstar: far parlare anche (soprattutto) se fanno fuffa ;-)

V.
koala3
00venerdì 4 giugno 2010 15:15
Re: ...vs Quentin "Truffaldino"!
rimatt1, 03/06/2010 16.23:


Pulp Fiction può contare su un minimo (ma proprio un pelino) di originalità in più, ma alla fin fine, nonostante la confezione sia luccicante e Tarantino non sia privo di tecnica, il risultato è un furbo e compiaciuto giocattolone che strizza di continuo l'occhio allo spettatore e che può anche divertire, ma IMO non incide molto né lascia un gran segno (e, va da sé, non dice nulla di nuovo). Uno di quei film che piace alla prima visione ma che cala drammaticamente alla seconda, meno "di stomaco" e più analitica (perlomeno, per me è stato così).

...e per ora mi fermo qui, lasciando la parola agli altri. [SM=x2114809]


Al contrario, io mi sono gustata sempre più le visioni successive, srotolando il nastro narrativo e assaporando i dialoghi, ritrovando personaggi memorabili ormai familiari.
Perché, al di là di confezione glamour e montaggio di sicuro effetto, per me la forza dei film di Tarantino sono in primo luogo le sceneggiature. E di conseguenza i suoi personaggi, sopra le righe ma vivissimi, indimenticabili perché anche umanissimi. Certo, molto aiutati a prender forma da attori scelti benissimo e solitamente alle loro prove migliori.
Il fatto che il cinema di Tarantino sia cool è indiscusso, ma quella è la superficie. E' anche estremamente ironico e divertente, con quella capacità di cogliere gli individui non solo nei loro momenti topici ma soprattutto nello scorrere di parole e pensieri che ne rivelano la vera umanità.
Apprezzabile non soffermandosi all'imballaggio insomma. Death proof è ad esempio inutile imballaggio e niente più, ovvero ciò che i detrattori rinfacciano a Tarantino.


rimatt1
00venerdì 4 giugno 2010 17:12
Re: Re: ...vs Quentin "Truffaldino"!
koala3, 6/4/2010 3:15 PM:


Death proof è ad esempio inutile imballaggio e niente più, ovvero ciò che i detrattori rinfacciano a Tarantino.



E riparto proprio da qui, ovvero dal mio film preferito tra quelli di Tarantino. [SM=x74970]

Jackie Brown mostra finalmente Tarantino alle prese con una storia degna di questo nome: alla base del film c'è un romanzo di Elmore Leonard, sviluppato in una sceneggiatura altalenante ma in complesso decente. Nel film si "tarantineggia" ancora troppo (ovvero c'è una sovrabbondanza a tratti irritante di ammiccamenti, dialoghi sopra le righe e momenti cool), ma finalmente ci sono anche dei personaggi credibili, decentemente sviluppati, non privi di umanità (a me pare che i personaggi dei primi due film siano poco più di una lunga e assortita galleria di macchiette, e che i sovrabbondanti dialoghi - per quanto a tratti brillanti, bisogna riconoscerlo - non riescano a mascherare la sostanziale inconsistenza dei caratteri). Tarantino si sforza di crescere, di diventare adulto. E come da programma, il suo film più maturo fallisce al box office.

"Chi me l'ha fatto fare?", pare chiedersi il povero Quentin, che di certo ci rimane male. "Volete solo citazionismo esasperato, cool e fine a se stesso? Vi accontento io!". Si prende una bella pausa e torna al mondo del cinema con un filmone in due capitoli che nella sostanza non è molto dissimile dai due primi titoli, ma nella forma è estremamente più roboante, chiassoso e fracassone. Combattimenti, luci abbacinanti e colori abbaglianti, coreografie elaborate: il primo capitolo è una sorta di Las Vegas cinematografica che alterna momenti divertenti ad altri a dir poco imbarazzanti, costruiti attorno a una trama inesistente. Il secondo capitolo offre qualcosa di meglio, e i bei momenti non mancano. Il problema è che il film è estremamente altalenante, e i bei momenti in questione sono seppelliti tra banalità, scene superflue e frammenti irritanti. E così quel che c'è di buono finisce per diluirsi, per perdersi. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Kill Bill è un bello sfoggio di tecnica. E poco altro. I "Tarantiniani" sono soddisfatti: e infatti il film è un grande successo al botteghino, puntualmente.

E arriviamo a Death Proof. Che è sì imballaggio e niente più, ma almeno ne è consapevole e, a differenza dei predecessori, non si prende mai sul serio: è un giocattolone, ma quantomeno accetta la propria natura e non aspira a essere null'altro. Del resto il film, che fa parte del progetto Grindhouse, vuole essere un esplicito omaggio a un cinema che fu, e quindi le mille citazioni, gli insistiti richiami e tutto il cannibalismo cinefilo di Quentin acquistano finalmente un senso, una ragion d'essere. Oltretutto, è un film che si prende qualche simpatica libertà: delle due ore di pellicola, almeno i tre quarti sono costituiti da chiacchiere, e Tarantino, in più di un momento, pare prendersi amabilmente in giro. I personaggi sono sì macchiettistici e improbabili, ma non aspirano a null'altro: insomma, questo è Tarantino al cubo, ospitato finalmente in un ambiente congeniale. In più, il film è tecnicamente notevole. Insuccesso di pubblico, e ancora una volta la cosa non sorprende.

E veniamo all'ultimo capitolo della carriera di Quentin, Bastardi senza gloria...
Juan Galvez
00venerdì 4 giugno 2010 17:35
Ah, la notte dei coltelli cinéphiles... ;-)

V.
koala3
00domenica 6 giugno 2010 13:24
Re: Re: Re: ...vs Quentin "Truffaldino"!
rimatt1, 04/06/2010 17.12:



E riparto proprio da qui, ovvero dal mio film preferito tra quelli di Tarantino. [SM=x74970]

Jackie Brown mostra finalmente Tarantino alle prese con una storia degna di questo nome: alla base del film c'è un romanzo di Elmore Leonard, sviluppato in una sceneggiatura altalenante ma in complesso decente. Nel film si "tarantineggia" ancora troppo (ovvero c'è una sovrabbondanza a tratti irritante di ammiccamenti, dialoghi sopra le righe e momenti cool), ma finalmente ci sono anche dei personaggi credibili, decentemente sviluppati, non privi di umanità (a me pare che i personaggi dei primi due film siano poco più di una lunga e assortita galleria di macchiette, e che i sovrabbondanti dialoghi - per quanto a tratti brillanti, bisogna riconoscerlo - non riescano a mascherare la sostanziale inconsistenza dei caratteri). Tarantino si sforza di crescere, di diventare adulto. E come da programma, il suo film più maturo fallisce al box office.

"Chi me l'ha fatto fare?", pare chiedersi il povero Quentin, che di certo ci rimane male. "Volete solo citazionismo esasperato, cool e fine a se stesso? Vi accontento io!". Si prende una bella pausa e torna al mondo del cinema con un filmone in due capitoli che nella sostanza non è molto dissimile dai due primi titoli, ma nella forma è estremamente più roboante, chiassoso e fracassone. Combattimenti, luci abbacinanti e colori abbaglianti, coreografie elaborate: il primo capitolo è una sorta di Las Vegas cinematografica che alterna momenti divertenti ad altri a dir poco imbarazzanti, costruiti attorno a una trama inesistente. Il secondo capitolo offre qualcosa di meglio, e i bei momenti non mancano. Il problema è che il film è estremamente altalenante, e i bei momenti in questione sono seppelliti tra banalità, scene superflue e frammenti irritanti. E così quel che c'è di buono finisce per diluirsi, per perdersi. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Kill Bill è un bello sfoggio di tecnica. E poco altro. I "Tarantiniani" sono soddisfatti: e infatti il film è un grande successo al botteghino, puntualmente.

E arriviamo a Death Proof. Che è sì imballaggio e niente più, ma almeno ne è consapevole e, a differenza dei predecessori, non si prende mai sul serio: è un giocattolone, ma quantomeno accetta la propria natura e non aspira a essere null'altro. Del resto il film, che fa parte del progetto Grindhouse, vuole essere un esplicito omaggio a un cinema che fu, e quindi le mille citazioni, gli insistiti richiami e tutto il cannibalismo cinefilo di Quentin acquistano finalmente un senso, una ragion d'essere. Oltretutto, è un film che si prende qualche simpatica libertà: delle due ore di pellicola, almeno i tre quarti sono costituiti da chiacchiere, e Tarantino, in più di un momento, pare prendersi amabilmente in giro. I personaggi sono sì macchiettistici e improbabili, ma non aspirano a null'altro: insomma, questo è Tarantino al cubo, ospitato finalmente in un ambiente congeniale. In più, il film è tecnicamente notevole. Insuccesso di pubblico, e ancora una volta la cosa non sorprende.

E veniamo all'ultimo capitolo della carriera di Quentin, Bastardi senza gloria...


Anche secondo me Jackie Brown è un buon film, molto probabilmente meritava di più. Però altri titoli del regista mi hanno convinta maggiormente: più brillanti, come dialoghi e personaggi, in particolare.
Riguardo a Death proof, il fatto è sostanzialmente che a me, come spettatrice, quando guardo un film importa poco se la pellicola sia inserita in un progetto citazionistico, se abbia poche o molte pretese, se l'autore si prenda o meno sul serio. A me importa se mi diverte, se mi coinvolge, se in qualche modo mi stimola, se i suoi personaggi mi rimangono impressi per qualche ragione.
Di conseguenza, a me cambia poco il fatto che probabilmente Tarantino si sia divertito un mondo a costruire Death proof: io l'ho trovato sciocco e fine a se stesso, fallimentare proprio come "gioco" in quanto non divertente. E non ci ho trovato dialoghi belli ma futilissimi, né personaggi interessanti.
D'altra parte, lo ribadisco, la coolness di Pulp fiction - per citare il caso più emblematico - non è che la cornice di qualcosa che sostanza ce l'ha. Perché la sceneggiatura è divertentissima ma anche stimolante, i caratteri "fichi" ma anche pieni di un'umanità che si tocca con mano e resta nella memoria. L'ambiguità morale di certe figure, l'infinita freddezza e l'apertura alla sensibilità, persino alla tenerezza, dovuta al loro stile di vita ed all'abitudine ad esso, la violenza calata nella quotidianità banale.
Ragazzi, Tarantino attore che dice "io amo mia moglie" en passant, il dialogo su quelli che graffiano le macchine, il discorso di Marcelus a Willis e la sua reazione aprono un mondo su un'umanità che non è esattamente la nostra ma sarebbe potuta esserlo. Un Vincent Vega non è un fantoccio monodimensionale, conquista al contrario con le sue sfaccettature e contraddizioni.
Che poi una musica azzeccata faccia da sottofondo alla sua uscita in t-shirt da una delle sue avventure quotidiane, è solo segno di cura cinematografica e talento, cui fa da contraltare la sua fine ingloriosa nel vaso del bagno.


ozymandias
00domenica 6 giugno 2010 14:42
Re: Re: Re: Re: ...vs Quentin "Truffaldino"!
koala3, 06/06/2010 13.24:


Anche secondo me Jackie Brown è un buon film, molto probabilmente meritava di più. Però altri titoli del regista mi hanno convinta maggiormente: più brillanti, come dialoghi e personaggi, in particolare.
Riguardo a Death proof, il fatto è sostanzialmente che a me, come spettatrice, quando guardo un film importa poco se la pellicola sia inserita in un progetto citazionistico, se abbia poche o molte pretese, se l'autore si prenda o meno sul serio. A me importa se mi diverte, se mi coinvolge, se in qualche modo mi stimola, se i suoi personaggi mi rimangono impressi per qualche ragione.
Di conseguenza, a me cambia poco il fatto che probabilmente Tarantino si sia divertito un mondo a costruire Death proof: io l'ho trovato sciocco e fine a se stesso, fallimentare proprio come "gioco" in quanto non divertente. E non ci ho trovato dialoghi belli ma futilissimi, né personaggi interessanti.

D'altra parte, lo ribadisco, la coolness di Pulp fiction - per citare il caso più emblematico - non è che la cornice di qualcosa che sostanza ce l'ha. Perché la sceneggiatura è divertentissima ma anche stimolante, i caratteri "fichi" ma anche pieni di un'umanità che si tocca con mano e resta nella memoria. L'ambiguità morale di certe figure, l'infinita freddezza e l'apertura alla sensibilità, persino alla tenerezza, dovuta al loro stile di vita ed all'abitudine ad esso, la violenza calata nella quotidianità banale.
Ragazzi, Tarantino attore che dice "io amo mia moglie" en passant, il dialogo su quelli che graffiano le macchine, il discorso di Marcelus a Willis e la sua reazione aprono un mondo su un'umanità che non è esattamente la nostra ma sarebbe potuta esserlo. Un Vincent Vega non è un fantoccio monodimensionale, conquista al contrario con le sue sfaccettature e contraddizioni.
Che poi una musica azzeccata faccia da sottofondo alla sua uscita in t-shirt da una delle sue avventure quotidiane, è solo segno di cura cinematografica e talento, cui fa da contraltare la sua fine ingloriosa nel vaso del bagno.



[SM=x74874][SM=x74874][SM=x74874]



ozymandias
00domenica 6 giugno 2010 14:45
Re: Re: Re: ...vs Quentin "Truffaldino"!
rimatt1, 04/06/2010 17.12:



"Chi me l'ha fatto fare?", pare chiedersi il povero Quentin, che di certo ci rimane male. "Volete solo citazionismo esasperato, cool e fine a se stesso? Vi accontento io!". Si prende una bella pausa e torna al mondo del cinema con un filmone in due capitoli che nella sostanza non è molto dissimile dai due primi titoli, ma nella forma è estremamente più roboante, chiassoso e fracassone. Combattimenti, luci abbacinanti e colori abbaglianti, coreografie elaborate: il primo capitolo è una sorta di Las Vegas cinematografica che alterna momenti divertenti ad altri a dir poco imbarazzanti, costruiti attorno a una trama inesistente. Il secondo capitolo offre qualcosa di meglio, e i bei momenti non mancano. Il problema è che il film è estremamente altalenante, e i bei momenti in questione sono seppelliti tra banalità, scene superflue e frammenti irritanti. E così quel che c'è di buono finisce per diluirsi, per perdersi. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Kill Bill è un bello sfoggio di tecnica. E poco altro. I "Tarantiniani" sono soddisfatti: e infatti il film è un grande successo al botteghino, puntualmente.



parti da un presupposto completamente sbagliato.
KILL BILL è un unico film



Fog
00domenica 6 giugno 2010 15:22
[SM=x74873]
Juan Galvez
00domenica 6 giugno 2010 15:32
Re:
Fog, 06/06/2010 15.22:

[SM=x74873]



Te la spassi, eh? :-P

V.
rimatt1
00domenica 6 giugno 2010 16:02
Be', basta che sostituisci "il primo capitolo" con "la prima parte" o "la prima metà" e siamo a posto. [SM=x74970] Comunque io ho trovato che tra prima e seconda parte ci siano differenze anche stilistiche, e al momento di vedere le due pellicole al cinema la cosa mi ha un po' sorpreso. [SM=x74997]

Sul commento di Koala: non è che non capisca il tuo punto di vista, è che non lo condivido proprio. Approfondimento psicologico e profondità stanno da altre parti e in altri registi, a mio parere. O forse, può anche essere che trovare quel che tu dici nei personaggi di Tarantino richieda uno sforzo che non ho voglia di fare. A me piacciono i dialoghi di certi noir di Don Siegel, di Jean-Pierre Melville, di Michael Mann: quei dialoghi secchi e asciutti in cui quel che non si dice è più importante di quel che si dice, dove gli sguardi parlano più delle parole e i sottintesi abbondano. Tutta questa gente che si parla addosso... Mah, diciamo che proprio non mi conquista. Magari, singolarmente, le scene mi divertono anche, ma di certo non riesco a prenderle seriamente: mi sembrano tutt'al più delle parodie. [SM=x74996]

Bastardi senza gloria: fermo restando che si tratta probabilmente del suo film migliore, vi ho trovato un Tarantino combattuto, quasi prigioniero del proprio personaggio. Come se volesse fare l'autore senza rinunciare al ragazzaccio (si potrebbe discutere a lungo sul perché): e quindi, accanto ai soliti dialoghi sopra le righe, ai personaggi macchiettistici, alle abbondanti dosi di violenza e a una certa faciloneria di fondo - per carità, mica mi arrabbio se nel cinema ci piega la Storia ai propri scopi: è sempre stato fatto, e mi sta bene. Ma alcune scelte, come quella di dipingere i gerarchi nazisti come degli idioti sghignazzanti, mi lasciano perplesso -, fanno la propria comparsa delle soluzioni tecniche e narrative molto interessanti. Bei momenti di cinema. C'è un bel lavoro sulla tensione, per dirne una: alcune sequenze - e neanche poche, a ben pensarci - sono da manuale, delle vere e proprie lezioni di stile. Tarantino dilata i tempi, gestisce la propria materia con padronanza, sperimenta. Poi, magari, la scena successiva butta tutto in vacca, ma rimane il fatto che Bastardi senza gloria contiene probabilmente i momenti migliori del suo cinema. Ho avuto la sensazione che Tarantino abbia scelto un contenitore perfettamente "tarantiniano" - sopra le righe, cialtrone, violento - ma poi l'abbia riempito con materiale di qualità, perfino sopraffino. Il tutto, va da sé, con estrema consapevolezza. Come a dire: provo a fare l'Autore, ma senza uscire dal mio contesto abituale, quello che il mio pubblico conosce e ama.

In conclusione, mi ritrovo in quanto scritto da Sashimi. Dal mio punto di vista Tarantino non è un Truffaldino, ma un autore furbetto e tecnicamente molto abile che, se preso nella maniera giusta, può essere anche divertente. Cinefilo autentico, conosce come pochi il linguaggio cinematografico: peccato che lo usi in un modo che non mi è congeniale. Insomma, per i suoi film - quasi tutti - vale quel che ho scritto prima a proposito di Pulp Fiction: mi divertono anche, ma non c'è verso che riesca a prenderli sul serio.
rimatt1
00martedì 8 giugno 2010 16:18
Postilla: Tarantino ha diretto anche un paio di episodi di CSI, e, a dimostrazione che tecnicamente è parecchio abile, lo ha fatto molto bene. Oltre a dirigere sceneggia, eppure, "costretto" dai dettami della serialità e dal fatto di gestire dei personaggi non propri, si dimostra disciplinato e si cala perfettamente nel ruolo, risultando efficace e incisivo anche senza strafare. Il risultato: due episodi ottimi.
Carlo Maria
00domenica 17 novembre 2019 18:06
Quentin, master of steal.

Un bel video, con diversi furti di Tarantino, che in realtà ne mostra e valorizza la visione e la genialità.
Quentin... 😍😍❤️
Juan Galvez
00domenica 17 novembre 2019 18:14
Re:
Carlo Maria, 17/11/2019 18.06:

Quentin, master of steal.

Un bel video, con diversi furti di Tarantino, che in realtà ne mostra e valorizza la visione e la genialità.
Quentin... 😍😍❤️

Ma il peccato di QT non è il copiare, il rubacchiare o come vogliamo chiamarlo; è il nerdismo. E', cioè, il fondare la sua estetica sul dare di gomito allo spettatore: non siamo fighi, noi siamo un clan, noi sappiamo, noi siamo i Depositari del Segreto. Su queste premesse, puoi essere dio (e magari QT lo è), ma un dio che invece di creare l'universo si fa le seghe sulle cazzate.

V.


Fog
00martedì 19 novembre 2019 22:31
The big gang theory
Juan Galvez, 11/17/2019 6:14 PM:

...un dio che invece di creare l'universo si fa le seghe

Stai insinuando che il settimo non sia stato un giorno esclusivamente dedicato al riposo?
Juan Galvez
00martedì 19 novembre 2019 22:34
Re: The big gang theory
Fog, 19/11/2019 22.31:

Stai insinuando che il settimo non sia stato un giorno esclusivamente dedicato al riposo?


Magari verso sera... [SM=x74870] [SM=x74870]

V.

Carlo Maria
00mercoledì 20 novembre 2019 03:54
Mannaggia! Fogghetto s'aggirava per il forum e io non c'ero!
E comunque pure l'onanismo è sempre amore! 😁
Juan Galvez
00mercoledì 20 novembre 2019 05:28
Re:
Carlo Maria, 20/11/2019 03.54:

Mannaggia! Fogghetto s'aggirava per il forum e io non c'ero!
E comunque pure l'onanismo è sempre amore! 😁

Seee, e il Bomba è uno statista.

V.


Carlo Maria
00mercoledì 20 novembre 2019 08:55
Re: Re:
Juan Galvez, 20/11/2019 05.28:

Seee, e il Bomba è uno statista.

V.






La prossima volta che ci vediamo, ti porto un paio di Tarantino, oltre ai giochi da tavolo. Con le buone o col metodo Ludovico, ma te li farò vedere!
Juan Galvez
00mercoledì 20 novembre 2019 09:12
Re: Re: Re:
Carlo Maria, 20/11/2019 08.55:




La prossima volta che ci vediamo, ti porto un paio di Tarantino, oltre ai giochi da tavolo. Con le buone o col metodo Ludovico, ma te li farò vedere!

Ho visto tante cazzate in vita mia, una più una meno... 😂😂😂

V.
Carlo Maria
00mercoledì 20 novembre 2019 11:40
Re: Re: Re: Re:
Juan Galvez, 20/11/2019 09.12:

Ho visto tante cazzate in vita mia, una più una meno... 😂😂😂

V.




Sei proprio una bestia ineducabile! 😂😂😂
Juan Galvez
00mercoledì 20 novembre 2019 12:54
Re: Re: Re: Re: Re:
Carlo Maria, 20/11/2019 11.40:




Sei proprio una bestia ineducabile! 😂😂😂

Aspiro alla seconda posizione alle tue spalle 😁😂😃😄

V.


ddvd
00mercoledì 20 novembre 2019 15:50
[SM=x2114809]
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