ROCCO BUTTIGLIONE

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INES TABUSSO
00sabato 14 luglio 2007 21:58


www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=15&i...



SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XV LEGISLATURA ------
192a SEDUTA PUBBLICA
VENERDÌ 13 LUGLIO 2007
(Antimeridiana)

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Resoconto stenografico della seduta n. 192 del 13/07/2007:



Presidenza del vice presidente CALDEROLI,
indi del vice presidente CAPRILI,
del presidente MARINI
e del vice presidente ANGIUS

(...)


BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, accoglierei volentieri il suo invito a restare nell'ambito dell'emendamento in discussione. Però, se lo avesse voluto, non avrebbe dovuto lasciare che il senatore D'Ambrosio lanciasse una provocazione dai contenuti politici generali e a cui è necessario...


PRESIDENTE. Senatore Buttiglione, lei ovviamente ha il diritto di criticare chiunque, compresa la Presidenza, nei modi dovuti, come sta facendo. Ho dato la parola al senatore D'Ambrosio sull'emendamento 2.130 (testo 2), come è stata data in questi giorni a chiunque l'abbia chiesta in sede di esame degli emendamenti. In merito poi alla qualità di ciò che viene detto, se non è offensivo, la Presidenza - come lei capirà - non può intervenire.


BUTTIGLIONE (UDC). Me ne rendo conto e proprio per questo la mia non è una critica al comportamento della Presidenza: è la spiegazione del motivo per cui l'appello della Presidenza non può essere accolto. Quando si fa un intervento di questo tipo si ha il diritto ad una risposta.

Vorrei spendere una parola sulla bagarre, sgradevole da tutte le parti. Penso, signor Presidente, che lei non possa mettere sullo stesso piano un gesto sessista, discriminatorio, che offende la dignità di tutte le donne, con uno degli usuali scambi... (Proteste dai banchi dell'Ulivo). Qui è in gioco qualcosa di più, qualcosa di diverso. (Commenti dai banchi della maggioranza).


PRESIDENTE. Per favore, facciamo un dibattito regolare.


BUTTIGLIONE (UDC). Scusate, amici, non potete proporre una legge ad hoc sulla discriminazione sessuale e poi tollerare in Aula un gesto patente di discriminazione sessuale. C'è una contraddizione patente in questo. (Applausi dal Gruppo UDC).

Vorrei rassicurare il senatore D'Ambrosio: quest'Aula è unita nella venerazione per la memoria dei magistrati che hanno dato la vita per la difesa della legge repubblicana. Ricordo nomi come quelli di Falcone e Borsellino, che non appartengono ad una parte politica, ma a tutto il popolo italiano. (Applausi dai Gruppi UDC, FI, AN, LNP, DCA-PRI-MPA e Ulivo). Potrei continuare facendo i nomi di coloro che sono caduti nella lotta contro le Brigate rosse, contro l'eversione di destra, e così via. Stia tranquillo, la memoria di quei magistrati appartiene a tutto il popolo italiano. Non esiste in quest'Aula un partito antimagistratura, un partito che non rispetti quella memoria. (Applausi dal Gruppo UDC).

Tuttavia, non nascondiamoci dietro un dito. Esiste anche un'altra magistratura: una magistratura che ha teorizzato il diritto e perfino il dovere della politicizzazione. Esistono convegni - lei ricorderà - di Magistratura democratica nei quali si teorizzava l'uso rivoluzionario del diritto e dello Stato. Ci sono libri su questo tema che lei probabilmente avrà letto e di ampia circolazione. Penso ad autori come Pasukanis e Stucka, che teorizzavano l'uso rivoluzionario del diritto e dello Stato. Vi furono magistrati che si formarono all'interno di quella prospettiva ed esiste una politicizzazione della magistratura che contraddistingue negativamente il nostro Paese nel contesto europeo e scuote la fiducia dei cittadini nella magistratura.

Vogliamo parlarne con serietà, senza far finta che il problema non esista? Un'intera classe politica è stata spazzata via con poche sentenze di condanna, ma con tanti avvisi di garanzia, a volte con il sospetto che questi fossero accuratamente calibrati per ottenere effetti politici. Tanta gente è stata in galera e poi è stata assolta, ma nessuno l'ha risarcita del danno morale, politico, economico subito. (Applausi dal Gruppo UDC). C'è gente che si è suicidata nelle carceri. Ci sono uomini innocenti che si sono suicidati nelle carceri italiane, coinvolti in procedimenti sui quali grava un sospetto di pregiudizio politico. Vogliamo confrontarci serenamente su questo?

Signor Presidente, questo tema non è estraneo al disegno di legge in discussione. Infatti, esiste una visione del diritto che aveva una sua piena coerenza all'interno di un ordinamento di tipo inquisitorio, nell'ambito della quale la pubblica accusa è al di sopra di ogni sospetto ed esercita una funzione giudicante dentro un'unità della cultura della giurisdizione, quindi non esiste il problema di metterla sullo stesso piano della difesa, perché la difesa è sospetta e la pubblica accusa non lo è. Ebbene, questa legge, conformemente ai principi di un ordinamento accusatorio, insinua, accetta parzialmente, timidamente, quasi solo simbolicamente, l'idea che la pubblica accusa sia parte e in quanto tale debba essere sottoposta a misure di controllo e di garanzia che assicurino che non ecceda nell'uso dei poteri di parte. Questo è il tema che stiamo discutendo e se oggi esso si impone in questi termini ciò dipende dal fatto che c'è stata una deviazione di una parte significativa della magistratura italiana.

Come sarebbe sbagliato, in questa metà dell'Aula, alimentare un clima di sfiducia verso la magistratura nel suo complesso, perché la fiducia nella magistratura è un bene comune del Paese, allo stesso modo, però, è stato sbagliato da parte di alcuni magistrati - una minoranza, ma significativa - scuotere la fiducia dei cittadini nella classe politica e nella politica, perché anche la fiducia nella politica è un bene comune del Paese. Senatore D'Ambrosio, signor Presidente, credo che nessuno qui possa negare che questo bene è stato aggredito e scosso, e ciò è parte del problema della transizione infinita di questo Paese e della difficile ricerca di un ritorno alla normalità democratica. (Applausi dai Gruppi UDC e FI).


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