Ruote grasse curiose e birichine

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gise-go.
00lunedì 19 settembre 2011 23:43
Premetto che ho un lontano passato di MTB, la tecnica comunque non è mai stata il mio forte, ho sempre guardato verde d'invidia gli amici che pennellavano le curvette sui sentieri mentre io dovevo scendere di sella, ma sono sempre stata "spirito avventuroso", per cui mi buttavo spesso e volentieri anche su percorsi fuori dalla mia portata per verificare come ne sarei uscita. Negli ultimi anni, complice la mia pessima condivisione della strada con gli utenti motorizzati, ho ripreso la MTB per percorrere le bellissime e panoramiche sterrate nei dintorni di Zermatt e altri facili sentieri di montagna.
Il racconto a suo tempo sul forum di Fricius e Emiliano del loro giro dell'Assietta mi ha incuriosito da subito ed ho perciò deciso di emularli; ma lo volevo percorrere da sola per cui, per non dover dire di no a nessuno, vergognosamente (e forse anche un pò incoscientemente), mi sono dileguata senza preavvisi e senza accenni sulle mie intenzioni.

12.9. Susa:
partenza alle 07.00 per il Colle delle Finestre, un fitto bosco, un'ubriacatura di tornanti, una pendenza sostenuta ma regolare, il tipo di salita che piace a me. Nel silenzio più assoluto persa nei mei pensieri, senza neanche accorgermi esco dal bosco e arrivo all'alpeggio. Mi sento molto in armonia con l'ambiente circostante, neanche mi rendo conto che sto pedalando e che sto per arrivare sul Colle. Il panorama che si apre attorno a me è del tutto inaspettato, mai avrei pensato di guardare verso il basso e vedere una vallata cosi ampia e verde. Sul Colle non c'è nessuno, solo un mezzo militare. Lo sguardo ora si alza, vedo la prima parte di mulattiera, scavata nel pendio erboso e poi nelle rocce, che sale verso la meta prefissata: il Ciantiplagna. Ma ci arriverò? le gambe e la testa dicono di si; mi infastidisce un pò il pensiero di un eventuale guasto meccanico o di una foratura, ma lo scaccio subito e rimane solo l'ottimismo per una giornata che si preannuncia grandiosa.






La mulattiera mi fa capire sin dal principio che la meta me la dovrò "guadagnare con il sudore", subito si impenna per poi diventare anche troppo sassosa per le mie scarse doti equilibriste. Difatti in prossimità di Fontana Murò sono appiedata e per un centinaio di metri dovrò spingere. L'ambiente si fa più severo, la mulattiera spiana leggermente, si restringe e prosegue per un qualche km lungo un affascinante percorso scavato nella roccia strapiombante, per arrivare infine al Colle della Vecchia dove si apre una bellissima conca, il Vallone Barbier. Guardo la stupenda mulattiera zigzagante che sale nella conca e non posso non pensare a coloro che l'hanno disegnata, a coloro che hanno scavato nella roccia con mezzi rudimentali per poter costruire i tanti forti disseminati lungo il crinale per difendere la loro terra e la loro libertà. Il terreno è un pò accidentato e mi costringe a dei su e giù di sella, ma arrivo alla Punta Mezzodì, 2645 m. Non trovo le parole adatte per descrivere la gioia che mi pervade: un panorama senza uguali mi si spalanca davanti agli occhi, non so più dove guardare, farfuglio anche da sola. Uso la frase che ha scritto Fricius su FB, che credo riassuma tutta l'essenza di quei momenti "...uno di quei punti, in montagna, in cui ti senti un bimbo nel negozio dei giocattoli".






Mi sento come incollata su quel crinale, non c'è anima viva in giro, faccio fatica a riprendere la bici. Dopo un tratto pianeggiante si aggira un promontorio e si riprende a salire fino al punto più alto della giornata, 2785 m, appena poco sotto la Cima Ciantiplagna. è un ambiente pietroso, ma fra i massi mi trovo a mio agio.







Ora inizia una lunga e talvolta molto sconnessa discesa, durante la quale il pensiero di "tagliare" il percorso e scendere per il comodo sterrato che porta prima all'alpe d'Arguel, a Frais e poi direttamente a Susa, affiora più volte nella mia mente. Mi dico: comincia ad arrivare alla deviazione poi...deciderai. Al punto X mi fermo, tentenno un pò, guardo l'invitante laghetto sottostante, il liscio sterrato che scende...eddai wilma, adesso ti stai lasciando tentare dalle cose facili? non è da te e, ignorando il tentatore [SM=g27997] proseguo per la meta prefissata che passa dapprima attraverso una verdeggiante conca nella quale sono visibili le mura di una grande caserma e poi, alla fine di una leggera salita, giunge su un panoramico promontorio dal quale si vede l'incrocio con la strada "normale" che proviene dal Colle delle Finestre. Le diverse tonalità di pastello che colorano i promonti all'orizzonte sono magnifiche, spingono a desiderare tela e pennello. Da qui via l'asprezza dell'ambiente lascia il posto a forme tondeggianti e dolci, un susseguirsi infinito di saliscendi mi porta velocemente e spensieratamente al Colle Basset, dal quale lungo una polverosa ma divertente discesa arrivo dapprima a Sauze e poi a Oulx dove mi concedo mezzo litro di birra (che va giù che è un piacere) per affrontare il lungo e ventoso fondovalle fino a Susa. Impolverata e non tanto "in mise" da aperitivo mi fermo sull'invitante piazzetta di Susa a divorare patatine,pizzette e stuzzichini che accompagnano un (meritato) bicchiere di buon nettare.

13.9. Salbertrand
L'attrazione per le ex strade militari e le rovine prosegue: sono indecisa tra la Via dei Saraceni / Forte Foens e il Sommeiller. Scelgo la prima variante, il Sommeiller lo inserirò in un altro percorso che sto già cullando in testa.
La salita inizia nelle vicinanze di Salbertrand, bel villaggio dalle strette viuzze e si preannuncia subito essere fonte di grande fatica fisica e mentale. Dopo pochi km l'asfalto lascia il posto allo sterrato, la pendenza è molto elevata ed il fondo morbido e molto pietroso. L'equilibrio è sempre precario, alcune moto mi sorpassano costringendomi a scendere di sella e ogni volta devo camminare fin che non trovo il punto giusto per risalire in bici. Faccio proprio tanta fatica, ma l'altimetro sale e, dopo aver attraversato una corta galleria, la strada mi sembra più piana e anche il fondo migliore. Al Colletto Pramand, 2090 m il bosco lascia il posto alle rocce, la strada sale costeggiando il vallone. Vorrei riposare, ma la curiosità, frammista ad una leggera inquietudine, mi spinge ad una veloce pedalata fino alla zona delle Grotte dei Saraceni e alla sottostante galleria.




Titubante mi preparo per l'attraversamento: indosso l'antivento, metto in testa la mia pila frontale e in sella mi immetto nel budello. Dopo pochi metri anche la poca luce che proviene dall'esterno mi abbandona, sono sola con la mia fioca lucina che ballonzola a causa delle protuberanze del fondo stradale. Scendo dalla bici e proseguo a piedi, passi lunghi e spediti. La galleria è lunga 850 ml ed ha la forma di ferro di cavallo. Ho i piedi ammollo, ci sono parecchie pozzanghere che, data la poca luce della pila, non riesco ad evitare, dalla volta è un costante gocciolio di acqua che si infiltra. La pozza poco prima dell'uscita è la più alta di tutte ed è inevitabile poiché occupa tutta la larghezza della galleria, ma chi se ne frega, sono fuori, il sole mi acceca e faccio fatica a tenere gli occhi aperti, ma che bello trovarsi di nuovo con tanto spazio attorno, ma soprattutto alla luce del sole. Sul promontorio soprasstante, vicino a una rovina finalmente mi fermo, guardo le Grotte dei Saraceni, la strada percorsa, la galleria. Il grandioso panorama che mi circonda, la vista dei colli e del crinale percorsi il giorno prima mi assorbe totalmente, sono felice di essere riuscita ad arrivare qui, di essere sola (le moto incontrate sono stati gli unici segni di vita in tutto il giro)
"da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perchè è caotico e rumoroso" Walter Bonatti






..a far compagnia alla MTB c'ero io

Ancora una breve risalita e la strada prosegue poi facile attraverso alcuni alpeggi. Il bivio con la strada che sale al Jafferau lo ignoro, la benzina non è più sufficiente, oltrepasso il forte Foens, scendo ai Bacini, a Gleise, a Bardonecchia e infine a Salbertrand.

1° giorno: km 98 e 2800 m disl.
2° giorno: km 55 e 1380 m disl.

Quest'anno con la bici ho fatto dei bei giri remunerativi, tanti passi alpini, tante salite inedite, percorsi estenuanti (la Prè s.Didier - Prè s.Didier), ma qualcosa ancora mi mancava. Questa lacuna è stata colmata, due giorni speciali, impagabili, ho colto gli attimi fuggenti, emozioni che sono difficili da descrivere o che gelosamente si vogliono conservare dentro.
wilma
Crazy Rider
00martedì 20 settembre 2011 00:17
Re:
gise-go., 19/09/2011 23.43:

"da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perchè è caotico e rumoroso" Walter Bonatti






Racconto toccante e foto bellissime di paesaggi che emozionano. Le rovine dell'edificio nella foto illustrano splendidamente, a parer mio, le parole di Bonatti.
grigua
00martedì 20 settembre 2011 00:51

Che bello!!!!
Uno dei ciclo racconti più belli che ho mai letto sul forum. Stupende le foto!

Bravissima!!

Io non avrei mai il coraggio di andare da sola in posti simili: il solo leggere del passaggio nella galleria (850 m.!!) completamente buia e in curva mi ha messo una certa ansia.

[SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]


gnaldi
00martedì 20 settembre 2011 04:23
Accidenti, a vedere certe strade vengono i brividi.
Certo che le donne di questo forum sono toste!
CaSe63
00martedì 20 settembre 2011 08:08
Re:
gnaldi, 20/09/2011 04.23:

Accidenti, a vedere certe strade vengono i brividi.
Certo che le donne di questo forum sono toste!



Davvero!! Poche ma in gamba!
Complimenti Wilma per il giro, il racconto, le foto e non ultima la citazione di Walter Bonatti!
Bravissima!


pierole1
00martedì 20 settembre 2011 08:24

Senza parole
Non posso che concordare con Grigua
"Uno dei ciclo racconti più belli che ho mai letto sul forum. Stupende le foto!"
Progettare e portare a compimento un tour del genere da sola, denota un grande spirito di avventura e senso di libertà che chi come te ha frequentato la montagna possiede in abbondanza.
Questa foto per me è emblematica ed è un po' una tentazione, provare le "ruote grasse" e chissa...





Davvero grande Wilma [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]
Crazy Rider
00martedì 20 settembre 2011 09:54
Re:
pierole1, 20/09/2011 08.24:


Senza parole
Non posso che concordare con Grigua
"Uno dei ciclo racconti più belli che ho mai letto sul forum. Stupende le foto!"
Progettare e portare a compimento un tour del genere da sola, denota un grande spirito di avventura e senso di libertà che chi come te ha frequentato la montagna possiede in abbondanza.
Questa foto per me è emblematica ed è un po' una tentazione, provare le "ruote grasse" e chissa...





Davvero grande Wilma [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]



Per essere sincero guardando questa foto vorrei essere dovunque meno che là.
Vedo23
00martedì 20 settembre 2011 13:06
SPETTACOLO PURO!!!
Grazie Wilma per il bellissimo racconto e complimenti, davvero una grande avventura! E bentornata attiva sul forum: avevo atteso molto un tuo racconto, e non hai affatto deluso le aspettative! [SM=g28002]

Giorgio
-Emiliano-
00martedì 20 settembre 2011 17:57
Grande Wilma!

Bellissimo giro e bellissimo racconto.
Sono felice che la nostra avvertura (mia e di fricius) ti abbia invogliato a conoscere meglio questa stupenda zona delle Alpi - vero paradiso delle MTB (ce n'è per tutti i gusti: sentieri facili, salite importanti e discese mozzafiato).
Brava!

Emiliano
pierole1
00martedì 20 settembre 2011 18:21
Re: Re:
Crazy Rider, 20/09/2011 09.54:



Per essere sincero guardando questa foto vorrei essere dovunque meno che là.




De gustibus non est sputazzendum [SM=g27987]
citazione dal mio papiro di matricola universitaria
cose dell'altro secolo [SM=g27995]
Jack.ciclista
00martedì 20 settembre 2011 18:56
Mandubolus spalancatum
"citazione autodidatta"
-Emiliano-
00martedì 20 settembre 2011 20:06
Re:
Jack.ciclista, 20/09/2011 18.56:

Mandubolus spalancatum
"citazione autodidatta"


[SM=g27987]

Emiliano
mauro 72
00martedì 20 settembre 2011 20:59
Pazzesco, pazzesco, pazzesco.

Non trovo altre parole, io e Valentina siamo sbigottiti.
Ti prego non racontare più storie del genere con simili foto, altrimenti ci tocca comprare 2 MTB.

Sei un fenomeno, complimenti!!!!!!!
pedra85
00martedì 20 settembre 2011 23:03
E poi arriva il giorno in cui scopri che le strade asfaltate possono regalarti il 30% di quanto le Alpi possono offrire... COMPLIMENTI!
ceemo
00martedì 20 settembre 2011 23:40

Spero prima o poi di girarli quei luoghi.

Bellissimi posti, bellissime foto.

Brava 10+ [SM=g28002]
[SM=g28002]

-Emiliano-
00martedì 20 settembre 2011 23:52
Re:
pedra85, 20/09/2011 23.03:

E poi arriva il giorno in cui scopri che le strade asfaltate possono regalarti il 30% di quanto le Alpi possono offrire...


Parole Sante! [SM=g27988]

Emiliano
MirkoBL
00mercoledì 21 settembre 2011 09:27
Posti meravigliosi. [SM=g27998]

La traversata dell'Assietta è un altro dei miei (troppi) sogni ciclistici.
fricius
00mercoledì 21 settembre 2011 22:06
Re:
pedra85, 20/09/2011 23.03:

E poi arriva il giorno in cui scopri che le strade asfaltate possono regalarti il 30% di quanto le Alpi possono offrire... COMPLIMENTI!




[SM=g28002]
E poi arriva il giorno in cui scopri che alla fine della strada sterrata puoi camminare un po' ed arrivare su un'altra cima... e l'avventura continua! [SM=g27985]

Foto bellissime, complimenti Wilma!
Crazy Rider
00giovedì 22 settembre 2011 09:44
Re: Re: Re:
pierole1, 20/09/2011 18.21:




De gustibus non est sputazzendum [SM=g27987]
citazione dal mio papiro di matricola universitaria
cose dell'altro secolo [SM=g27995]



Ti devo correggere, è "sputazzandum", infatti il paradigma è sputazzo, -as, -avi, -atum, -are.

E non è questione di gusti... ma di vertigini purtroppo!!!
gise-go.
00giovedì 22 settembre 2011 20:10
GRAZIE A TUTTI
wilma
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