SANTORO, CUFFARO, CASINI, LA ROSA, E DIACO

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00venerdì 4 novembre 2005 19:56
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 03/11/2005 15:35
TV: SANTORO DAL 14 NOVEMBRE TORNA IN RAI
ROMA - Michele Santoro il 14 novembre farà il suo ritorno in Rai. "Sono aperto e disponibile al dialogo - ha detto il giornalista alla presentazione del libro+dvd 'La mafia e' bianca' - ma le proposte devono essere congrue. Sia chiaro: aperture sì, ma nessuna forma di mobbing". Insomma, le soluzioni sono tutte da studiare ma i segnali sono, secondo lo stesso Santoro, "positivi e incoraggianti" come dimostrano anche le recenti dichiarazioni del presidente della Rai Claudio Petruccioli. E l'ipotesi Sciuscià? "E' stato un errore abbandonare un format così giovane. L' idea di proporre l'inchiesta in prima serata - conclude Santoro - resta valida e secondo me va ripresa".

'PIENO D'APPRENSIONE COME IL PRIMO GIORNO D'ASILO'
Michele Santoro, a pochi giorni dal suo rientro in Rai che avverrà il 14 novembre, descrive così il suo stato d'animo: "Mi sento pieno d'apprensione come un bambino al suo primo giorno d'asilo. Prendo il panierino col pane e Nutella e la meletta e poi mi presento; spero che sia rispettato questo mio sentimento infantile...".

Santoro, alla presentazione del libro+dvd 'La mafia e' biancà, torna più volte sul tema del suo ritorno in Rai: "Spero sia un asilo positivo, prima era negativo, l'importante é che non sia politico". In ogni caso annuncia che terrà fede alla parola data: "Ho già detto che andrò fino in fondo, ne vedrete delle belle...".

Il giornalista, prendendo spunto dal lavoro 'La mafia e' biancà, ha parlato nuovamente del tema della libertà di stampa: "Spesso, sento la favoletta che le televisioni sono occupate e i giornali sono più liberi. Ma non credo sia del tutto vero. Celentano fa milioni di telespettatori perché dice quello che neanche i giornali hanno avuto il coraggio di dire. Anche sull'editto bulgaro, la battaglia non è stata fatta fino in fondo". E osserva come tutti coloro che parlano dell'ormai celeberrimo editto, finiscano poi con l'essere baciati dal successo. In ogni caso, ribadisce, "dal 14 sono in Rai a disposizione dell'Azienda che spero mi utilizzi secondo le mie qualità".

Santoro è cauto in vista del suo rientro e alle domande dei colleghi riguardo alla vicenda Diaco (che era presente in sala, all'Ambra Jovinelli durante la proiezione del Dvd): "Non voglio farmi coinvolgere in polemiche politiche". Il giornalista conferma comunque la propria stima nei riguardi di Morrione e aspetta di conoscere meglio i termini della questione per poterla affrontare più diffusamente. Per il momento, si sente di dire soltanto due cose: la prima è una notazione critica verso Diaco ("dovrebbe evitare la sfilata dei politici che trovo insopportabile") e la seconda riguarda il sindacato che non dovrebbe ingerirsi in vicende che non sono di sua competenza.





CORRIERE DELLA SERA
4 novembre 2005
LE ACCUSE DELL’EX CONDUTTORE DI SCIUSCIA’
La sfida a Casini: spieghi i voti di mafia a Cuffaro


ROMA - «Casini non puoi fuggire. La questione morale va affrontata. Totò Cuffaro ammette di aver chiesto i voti a quelli che hanno ammazzato Giovanni Falcone. Facci vedere cosa sai fare». È una sfida aperta quella che Michele Santoro lancia al presidente della Camera durante la presentazione di « La mafia è bianca» : la prima inchiesta giornalistica prodotta da Bur Senza Filtro in dvd per le librerie, firmata da Alberto Nerazzini e Stefano Maria Bianchi, con la musica di Nicola Piovani e in vendita assieme a un giallo-verità. Commentando il film dei due ex inviati di Sciuscià che mostra gli intrecci in Sicilia tra la politica, il business della sanità e i fedelissimi del boss Bernardo Provenzano, Santoro cerca di stanare ogni ambiguità: «Il grande errore che si è commesso in Italia è stato quello di cedere la partita politico-morale ai magistrati», dice. E al termine di una sequenza che mostra il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, all’ultimo congresso nazionale Udc, invita la politica di destra e di sinistra a «non fare lo struzzo». Piccata la reazione di Cuffaro che definisce il libro, basato sulle intercettazioni dei colloqui tra i boss e i politici, «un’abile operazione di copia-incolla adattata alle esigenze di creare le giuste suggestioni e dar vita al mostro da abbattere». «Santoro - aggiunge l’esponente dell’Udc - chiama in soccorso i suoi ex allievi per iniziare con largo anticipo una campagna elettorale che già da queste prime battute si manifesta in tutto il suo squallore».



LA PADANIA
4 novembre 2005
Novità in viale Mazzini
Anna La Rosa scalpita Santoro rivuole Sciuscià

Tiene banco la vicenda Diaco. Secondo indiscrezioni il suo programma delle 21.15 su Rai News 24 chiuderà a Dicembre. Da Forza Italia ad An, al Pdci, si sono alzate voci in difesa di programma e teleconduttore. Diaco si dice “sorpreso ed incredulo”. Lui, Diaco, che conduce anche una rubrica radiofonica con il segretario dei Ds Piero Fassino sul circuito AREA, un’iniziativa che era stata già condannata come inopportuna dal sindacato interno Usigrai, ora deve difendersi dagli attacchi di chi non vuole rinnovargli il contratto in scadenza a fine anno. Al conduttore, non al programma.
«La sinistra sta ormai mostrando nel campo dell’informazione tutta la sua arroganza» ha detto l’ex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri. Diaco, giornalista non ascrivibile alla destra ma notoriamente non fazioso, sarebbe accusato di non seguire alcuni segmenti della sinistra.
E così, dopo gli attacchi al tv pubblica e ai grandi quotidiani, continuano i tentativi della sinistra di monopolizzare l’informazione. Questo è quello che succederà in Italia se Prodi e compagni dovesse andare al governo.
Resta invece ancora incerto il futuro di “Alice”, il programma di approfondimento in prima serata nel giovedì di Raidue di Anna La Rosa sospeso momentaneamente con l’arrivo di “RockPolitik”. Per il format, che dovrebbe ripartire a metà novembre, si è parlato di una sostituzione con un programma a cura di Milo Infante e Gigi Moncalvo - tranne sorprese dovrebbe riprendere anche se con qualche ritardo. Mentre è certo che voci di una sostituzione da parte della coppia Infante e Moncalvo sono nettamente smentite da quest’ultimo che ha sottolineato: «Non ho ricevuto nessuna richiesta in tal senso». Per questo ieri Moncalvo ha preso carta e penna per scrivere una lettera al direttore generale della Rai Meocci e al presidente Petruccioli «per tutelarmi di fronte a questo stillicidio di notizie che non fa che danneggiarmi».
Per quanto riguarda “Alice”, anche se con ritardo, vanno avanti gli allestimenti dello studio del programma (finora si era appoggiato a quello di “Kalimero” il programma di Giovanni Masotti poi sospeso dopo le dichiarazioni del conduttore).
E di ieri invece la notizia che «Sciuscià sta per ricominciare». Almeno stando a quanto detto meno di 24 ore fa da Michele Santoro durante la prefazione al libro “La mafia è bianca” di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini, entrambi ex inviati di Sciuscià. Del rientro di Santoro in Rai aveva parlato poco più di una settimana fa Claudio Petruccioli: il presidente aveva osservato che, dopo la sentenza del tribunale e le dimissioni da europarlamentare, non c’erano più ostacoli ad un ritorno di Santoro sugli schermi del servizio pubblico radiotelevisivo.
A volte ritornano...




LA PADANIA
4 novembre 2005
Ora la sinistra epura se stessa
Via Diaco da Rainews 24 perché “troppo vicino a Fassino” (Usigrai dixit)
Carlo Passera

La cosa buffa è che - ufficialmente - un giornalista perderà il posto in Rai in quanto considerato troppo vicino a Piero Fassino. La cosa sorprendente è che non è neppure vicino a Fassino. La cosa inspiegabile è che a creare il caso sia stato l’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai da sempre schieratissimo a sinistra. La cosa pazzesca è che “esecutore” della volontà sindacale sia un dirigente politicizzatissimo e prodianissimo. Insomma, vi parliamo di un guazzabuglio nel quale sarebbe difficile raccapezzarsi se non considerassimo ormai partite le grandi manovre unioniste per impadronirsi della televisione pubblica. Ecco, siamo in fase di massima allerta, quindi tutto trova una sua logica: si sa, la campagna elettorale è vicina, perdipiù l’esito incerto del voto fa sì che ogni microgrammo di informazione debba essere preventivamente vivisezionato. Quindi, nel gran ballo di chi si predispone a un possibile cambio di maggioranza, la prima cosa che si tagliano sono le trasmissioni televisive “scomode”; la televisione di Stato è da sempre luogo privilegiato per questi immondi giri di valzer
L’incolpevole protagonista dell’affaire è Pierluigi Diaco, controverso ragazzo-prodigio del nostrano giornalismo televisivo (e non solo), abile affabulatore, mente sveglia, che può anche stare antipatico ma di certo è uno esprit libre che, senza disdegnare il compromesso quando ci vuole, risulta comunque poco manipolabile, mostrando un’indipendenza davvero pericolosa. Capita che Diaco, in genere astuto nel districarsi tra le sabbie mobili romane, sia scivolato sulla classica buccia di banana pre-elettorale.
I fatti. Primo: il nostro, non certo uomo di destra, conduce ogni sera, dal lunedì al venerdì, un programma di approfondimento politico intitolato “Rai 21,15”, va in onda su Rainews 24, canale satellitare della tv pubblica. Secondo fatto: Diaco, uno di quelli abbastanza instancabili, il lunedì mattina conduce anche un filo diretto con Piero Fassino dai microfoni del circuito radiofonico Area, vicino ai diesse. Terzo, sorprendente: l’Usigrai ha chiesto di intervenire, denunciando il rapporto specifico e continuativo di Diaco «con il rappresentante di una sola forza politica». Insomma, per l’Usigrai Diaco puzzerebbe di “fassinismo” e dunque va epurato, in nome dell’imparzialità.
Ora, capite bene fin d’ora che ci sarebbe solo da ridere di fronte a tutto questo, come se Armando Cossutta fosse allarmato per la presenza di ex-comunisti in Italia, o Michele Santoro (e Lilli Gruber, Antonio Caprarica, Piero Marrazzo, Piero Badaloni, Gad Lerner, David Sassoli, Lorenza Foschini, Ennio Remondino, Daniela Tagliafico, Donato Bendicenti...) denunciasse l’eccessiva presenza a Saxa Rubra di colleghi “rossi”. L’Usigrai preoccupata perché un giornalista è di sinistra? Attenta addirittura ad apparire sopra le parti? Ma quando mai?! Il pulpito, datecene atto, è davvero quello sbagliato.
Però, proprio perché la mossa del sindacato appare del tutto improbabile, è forse necessario capire da dove nasca e cosa nasconda. Anche perché il chiamato in causa è Roberto Morrione, già capoufficio stampa di Romano Prodi durante la campagna elettorale del 1996, insomma un tipo assai “targato” che oggi dirige proprio Rainews 24 e si è ritrovato la patata bollente in casa... scegliendo di far fuori Diaco. “Rai 21,15” chiuderà a dicembre, in modo da non disturbare i manovratori durante la campagna elettorale. O meglio: non verrà prolungato il contratto a Diaco, che scade con la fine dell’anno; quanto alla trasmissione, si vedrà. Parola di Libero, che ieri ha riportato le indiscrezioni che girano a Saxa Rubra.
Si tratta, con tutta evidenza, di una guerra “fratricida”, tra un sindacato di sinistra che taglia un giornalista presunto fassiniano, trovando l’appoggio di un direttore prodiano. Uno spaccato significativo - insomma - dell’armonia che regna sovrana nell’Unione. Qualcuno ha provato a dare una spiegazione tutta politica alla vicenda: i prodiani sarebbero infastiditi per una trasmissione che dà spazio a tutti, in maniera bipartisan, perdipiù condotta da un personaggio considerato vicino a un alleato-concorrente come il segretario diessino.
Da qui, lo stop, che ha meravigliato tutti. A iniziare dall’interessato (Diaco si dice «sorpreso ed incredulo che un giornalista per bene e serio come Morrione possa farsi influenzare, sulle scelte editoriali, da faccende così miserevoli»). Ieri, nonostante la giornata festiva, da Forza Italia ad An, al Pdci, si sono alzate voci in difesa di programma e teleconduttore. «La sinistra sta ormai mostrando nel campo dell’informazione tutta la sua arroganza», ha attaccato l’ex ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, spiegando: «Se la notizia dell’epurazione di Diaco si dovesse rivelare vera, apparirebbe sconcertante. Da sinistra non si punta soltanto a cancellare la destra, ma anche chi non è perfettamente allineato a gruppi dominanti all’interno di quello schieramento». Di “un grande professionista” e di una trasmissione “intelligente e moderna” hanno parlato anche il presidente del consiglio nazionale di Forza Italia e vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, ed il presidente della delegazione dei comunisti italiani al Parlamento europeo, Marco Rizzo. Mentre la socialista Chiara Moroni ha riconosciuto a Diaco «il merito, non piccolo, di contribuire ad avvicinare il mondo giovanile a quello della politica». Tramite l’ufficio stampa, Morrione ha fatto sapere che «la trasmissione non è a rischio, non c'è intenzione di chiudere il programma». Sul conduttore però non una parola.

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:33.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com