Al Miller Park, Spies è superfavorito
Ben Spies
Vince dove non ha mai corso. Come pensare che non possa stravincere qui, dove ha già trionfato cinque volte? Probabili ostacoli: i piloti Ducati e Honda, ma anche Biaggi. Il rientro di Lanzi
Il mondiale Superbike è appena iniziato ed è già a metà del suo cammino. Da giovedì 28 maggio il circus delle derivate di serie sarà operativo al Miller Motorsport Park di Salt Lake City, nello stato dello Utah, per il GP degli Stati Uniti, settima prova del campionato e quinto ed ultimo continente toccato quest'anno. Dopo il via in Oceania, è stata la volta dell'Asia (Qatar), poi dell'Europa (Valencia, Assen e Monza), infine dell'Africa (Kyalami). Il "girone di ritorno" del mondiale si svolgerà esclusivamente in Europa.
L'America era "il nuovo mondo" per i nostri avi e per molti versi lo è ancora. Basti pensare a come si sono organizzati i titolari del circuito Miller per risolvere il problema del personale indispensabile a far girare la macchina del Gran Premio. Hanno diffuso su internet questo annuncio: "Cerchiamo 300-350 volontari per il successo e la sicurezza del mondiale Superbike al Miller Motorsport Park. Ogni volontario, che dovrà avere almeno 18 anni, riceverà gratuita ospitalità in campeggio, colazione, pranzo e cena quotidiani, l'uniforme con camicia, cappellino, una bottiglia d'acqua e molto altro, le credenziali come addetto al servizio del mondiale SBK, due biglietti per la manifestazione, l'accesso alle serate, la cena di benvenuto e di ringraziamento, infine il biglietto per lo spettacolo motociclistico di giovedì nella Energy Solutions Arena".
Bella idea, no? Pensateci, se ve la cavate con l'inglese, per il prossimo anno.
Ma torniamo al GP e a ciò che presumibilmente vedremo in questo week-end americano. La previsione più facile da fare è di una doppietta di Ben Spies, che ha già al suo attivo cinque vittorie su sei gare AMA SBK disputate al Miller Park. Metteremmo la mano sul fuoco che questa volta non accadrà nulla alla sua R1, non rimarrà a secco e non gli si romperanno i rinvii della leva del cambio: per un team esperto e rigoroso come quello della Yamaha Europa due eventi di questo genere sono l'eccezione, non possono diventare la regola.
L'anno scorso ci fu un dominatore: il binomio Carlos Checa-Honda Ten Kate. Primi in Superpole, in Gara-1 e in Gara-2. Quest'anno lo stesso binomio appare abbastanza in crisi, anche se a Kyalami si è visto a sprazzi il Checa dei giorni migliori. Anche la Honda non sembra essere ancora allo stesso livello di competitività mostrato lo scorso anno, anche se Jonathan Rea per Ten Kate e Leon Haslam per Stiggy danno il massimo per tenere il passo delle Yamaha e delle Ducati. A proposito delle bolognesi, il GP degli Stati Uniti del 2008 fu per Bayliss una gara da dimenticare, e lo fu anche per Haga, caduto e fratturatosi malamente in prova ed autorizzato a correre in condizioni abbastanza critiche, con corredo di polemiche. Chi ottenne due risultati molto soddisfacenti fu invece Michel Fabrizio, due volte terzo, che anticipò in questo modo la regola che l'ha portato quest'anno a primeggiare: "senza Bayliss il mio polso destro gira meglio". Considerati i risultati del 2008 e la sua crescita costante nel 2009, al Miller ci si può aspettare moltissimo da Michel Fabrizio, che comunque dovrà senz'altro fare i conti col suo ultracarico compagno di squadra, galvanizzato da un vantaggio di 85 punti nella classifica del campionato mondiale.
Anche la Suzuki dimostrò lo scorso anno di trovarsi molto a suo agio al Miller, ma domenica dovrà contare su un Kagayama difficilmente pronosticabile come protagonista e su un Nieto ancora lontano dalla forma migliore dopo il ritorno in sella in occasione del GP del Sudafrica.
Tra i protagonisti invece ci si aspetta ancora una volta Max Biaggi, la cui Aprilia appare aperta a qualsiasi risultato. Biaggi conosce la pista, su cui nel 2008 dimostrò con un quarto posto in Gara-2 di trovarsi a suo agio ed è certamente molto risoluto a trovare la prima vittoria della stagione per sé e per la Casa con cui ha vinto tre titoli mondiali.
Concludiamo con l'arrivo di Lorenzo Lanzi in seno al Team DFX e in sostituzione di Regis Laconi. In tempi di crisi come questo, un disoccupato che trova lavoro fa molto piacere. E se il disoccupato in questione è un campione come Lanzi che ha al suo attivo tre vittorie e sei podi nel mondiale Superbike, e che non aveva proprio senso aver lasciato appiedato in questa stagione così agguerrita, allora la soddisfazione è doppia. Daniele Carli, titolare del Team DFX, ha fatto senz'altro la scelta migliore in questo frangente. Se lui e la sua squadra riusciranno a rivitalizzare Lanzi come erano riusciti con Laconi, ci aspettiamo una Ducati bianco-azzurra molto, molto in alto. Magari lasciando al pilota il tempo di togliersi un po' di ruggine.