SPECIALE TEX 38 I due fuggitivi - G. Manfredi & G. Freghieri.

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BertAdams
00mercoledì 22 giugno 2022 18:10
Anche quest'anno il Texone è stato affidato a una colonna dylaniana e mi ha fatto piacere rivedere l'ottimo Freghieri che causa abbandono della serie dedicata all'Indagatore dell'incubo non vedevo da un po'.
Bisogna dire che deve ancora sistemare qualcosa. Qualche viso di Tex e di Carson non mi ha convinto - a partire da quelli in copertina - però nel complesso ha fatto un lavoro apprezzabile.
Bellissima la ragazza, di cui ha mostrato qualche particolare in più rispetto al consueto, sfiorando i limiti.
Da un punto di vista estetico non mi lamento, però preferirei che su Tex si soprassedesse.

Manfredi fa il minimo sindacale strappando una sufficienza stiracchiata, più perché dopo diversi albi da censura finalmente si torna a qualcosa di classico e soprattutto non ci sono affronti palesi ai personaggi. Tex e Carson sono accettabili.
Però da un Manfredi si deve ottenere qualcosa di più di un albo di cui ci si scorda già durante la lettura.
E soprattutto il personaggio merita ben altro.
Non voglio accontentarmi di un lavoro pulitino senza guizzi, con poco pathos.

Che sia dimenticabile lo dimostra il fatto che non devo neanche mettere un avviso spoiler, perché da segnalare non mi viene nulla.

Lettura che non mi sento di consigliare, tranne per l'interesse per la parte grafica.
C.Palomar
00sabato 25 giugno 2022 14:31
Letto in un paio d'ore, direi che non se ne leggeva uno così buono da anni. Ritmo forsennato e senza pause, intreccio molto equilibrato, qualche discreta caratterizzazione tra i personaggi, luoghi narrativi stereotipi ma ricombinati in modo abbastanza particolare. Freghieri in buone condizioni, certo qualche passaggio più dinamico nella scansione delle tavole sceneggiate gli avrebbe dato modo di fare qualcosa in più.
Myra Solano
00lunedì 27 giugno 2022 11:19
Concordo in gran parte con Bert.
Io di Freghieri ho dei bei ricordi sin da quando lo leggevo sulle pagine dell'Eura. Di questo lavoro non mi hanno convinto alcuni primi piani di Tex e Carson e la copertina, che non è certo da urlo, ma i disegni sono l'unica cosa che mi ha tenuta avvinta alla lettura fino alla conclusione.

Ho letto il Texone in due momenti diversi e le prime 70 pagine circa mi avevano fatto ben sperare per il prosieguo. Quando ho letto il resto, mi sono resa conto di trovarmi di fronte ad una storia che sembrava più di Faraci che di Manfredi e pure un po' di Nizzi, perlomeno per alcune scene allungate e per la composizione di alcune tavole (anche con strisce "doppie"), che più che allo volontà di dare spazio all'estro di Freghieri mi hanno fatto pensare alla necessità di allungare il brodo. Una storia noiosa, senza guizzi, anche nella caratterizzazione dei personaggi di contorno o pseudo principali come il personaggio femminile, un incrocio tra una cantante da saloon e la classica donzella in pericolo, per di più imbranata e smorfiosetta (e alla quale è venuta la febbre, alla fine, per essere andata in giro sempre troppo scollata e dormire nuda😉). Più Faraci che Manfredi per diversi motivi.

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Storia quindi complessivamente dimenticabile. Tutto considerato, mi spiacerebbe però se questa fosse la storia con cui Manfredi chiude la sua collaborazione su Tex.
Bill Pelton
00lunedì 27 giugno 2022 11:42
Io l'ho trovato un albo insulso, con ben quattro diversi gruppi di personaggi che si seguono e inseguono in modo confuso, facendosi fuori un po' alla volta. La sceneggiatura non sembrava nemmeno di Manfredi, ma piuttosto di un Faraci o di un Nizzi, tanto mi è sembrata stiracchiata e diluita, piena di riempitivi muti e di balloon dove i personaggi si raccontano l'ovvio. Se Leonello Martini, quando arrivava a un punto morto, inseriva una tigre, Gianfranco Manfredi inserisce qualche nuovo personaggio fuori contesto. Ce ne fosse poi uno minimamente degno di nota o che riuscisse a strappare un moto di simpatia.

Di positivo c'è che Tex e Carson sono più o meno "corretti", nel senso che non fanno cazzate, ma sono anche abbastanza freddi e in certi punti discretamente defilati, conseguenza inevitabile del gran numero di personaggi che affollano la storia.

Mi è sembrata la prova stanca di un autore che, non avendolo peraltro mai amato, non aveva ormai più nulla da dire su Tex e che forse se n'è andato al momento giusto, anche se (pare) non per sua decisione.

Discorso diverso per Freghieri, che secondo me ha realizzato una prova davvero egregia. Una volta i fumetti si compravano principalmente per i disegni e, se anche le storie non erano buone, i più non ci facevano nemmeno caso. Credo che sia il modo giusto per intendere questo Texone: compratelo per i disegni e non ve ne pentirete.
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