Ufologia, un interpretazione psicologica

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alekxandros
00giovedì 23 dicembre 2004 00:26
L’Ufologia è senza ombra di dubbio una materia complicata, difficile da trattare. Gli approcci sono diversi, ci sono coloro che ad ogni segnale si lasciano andare a facili entusiasmi, ci sono poi quelli più prudenti, gli scettici, e come sappiamo bene non mancano coloro che, soprattutto nella cosiddetta scienza ufficiale, non concedono appelli o possibilità sulla questione ufologica.
A prescindere dalle mie convinzioni sulla materia, provo, forse in forma provocatoria (nel senso di stimolare un dibattito costruttivo), a dare una interpretazione, diciamo così, antropologica, sociologica, psicologica della questione.
Da dove nasce tutta questa voglia di "contattismo", di nuovi mondi, di universalismo, di new age? Tutto nasce, forse, da un esigenza interiore dell'uomo. Dai tempi dell'Odissea l'uomo è stato un viaggiatore, un esploratore, alla continua ricerca di nuove terre (le terre abitate dai mostri della mitologia greca, che probabilmente corrispondevano alla nostra Italia, Scilla e Cariddi, i Campi Flegrei...oppure il Nuovo Mondo, la ricerca delle Indie...), di nuovi luoghi da esplorare, di nuovi spazi vitali. Forse oggi l'uomo si sente stretto dentro questo mondo (e il paradosso è che in realtà l'uomo conosce davvero poco questo mondo, ma crede di conoscerlo bene, e ci si sente stretto), si sente come un pò soffocato, forse perché sono le nostre società, così materiali e materialistiche, che ci soffocano, o meglio soffocano la nostra spiritualità interiore. Quindi ecco la voglia di evadere dal materialismo, dai lacci che costringono e soffocano ogni anelito spirituale (un mondo di consumatori e basta...), e quindi la voglia di new age, con tutto il suo carico di millenarismo, scenari apocalittici, contatti alieni, rinascite. Forse l'uomo cerca gli alieni, cerca contatti con altri mondi, perché vuole fuggire da se stesso, dal se stesso che rifiuta, quello legato ai vincoli materiali, quello la cui spiritualità è soffocata, i cui valori sono confusi, i cui orizzonti appaiono chiusi, gli spazi ristretti. Forse dietro tutti questi fenomeni c'è soprattutto questo. Il Mondo oggi appare piccolo, circoscritto, chiuso, sia a causa della velocità imperante nella nostra epoca, sia perché grazie alla tecnologia e alle comunicazioni tutto appare più compresso, più vicino, e forse più scontato. Abbiamo la sensazione che non ci sia più nulla da scoprire, perdiamo interesse per il nostro mondo (e a questa perdita di interesse non è certo estranea la realtà politica mondiale, le incertezze legate alla società attuale, alle guerre, al distacco che sempre più si crea tra le genti e chi le governa), e rivolgiamo altrove, nel cielo, nell’Universo, le nostre attenzioni (e forse le nostre speranze). La nostra forse è una fuga, non una fuga dalle responsabilità, ma di fronte, spesso, alla ineluttabilità degli eventi (nonostante le migliori intenzioni non riusciamo certo a fermare le guerre, o le ingiustizie, o le morti per fame, o a fermare l’affermarsi dei valori imperanti, quali il consumismo, la competizione ad ogni costo, il potere), e al peso di un materialismo che opprime, siamo tentati da una fuga verso mondi inesplorati, e da lì nasce la nostra voglia di contatti con entità spiritualmente più avanzate, in grado di sollevarci da questo stesso, opprimente materialismo, da una realtà che percepiamo sempre più estranea ed incomprensibile.
Questa è soltanto una mia estemporanea interpretazione della questione ufologica, chiaramente in chiave psicologica, relativa ai motivi inconsci che forse ci spingono ad avere curiosità per una materia complessa quale l’ufologia (ma il discorso non si esaurisce con essa). Il dibattito è aperto.

xxcontattoxx
00venerdì 28 gennaio 2005 20:51
Ottime riflessioni in stile Junghiano, anche se so che non hai mai letto nulla di Jung, peccato che fino ad ora non sono stati aggiunti commenti.

Beh, questo è il primo, Complimenti..

..hai mostrato un'altra facciata della realtà, già io sono uno di quelli che non crede ad una realtà assoluta...

Io penso che il bisogno di fede è insito nella razza umana, se non è Dio sarà qualcos'altro.
Anche il più scettico degli scettici in fondo crede in qualcosa.
L'ufologia è una Fede? Sotto moltissimi aspetti Si...

Ironbeast
00domenica 30 gennaio 2005 00:56
Interessante, magari Dio ha ascoltato le nostre preghiere..
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