VIETATA IN ITALIA LA TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI GAY CONTRATTI ALL'ESTERO

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INES TABUSSO
00sabato 27 ottobre 2007 18:09


LA REPUBBLICA
27 ottobre 2007
IL VIMINALE DISCRIMINA LE COPPIE GAY
Vietata la trascrizione in Italia perché "in contrasto con l´ordine pubblico"
di ALBERTO CUSTODERO


ROMA - Il ministro dell´Interno ha vietato la trascrizione in Italia dei matrimoni gay contratti all´estero perché sono «in contrasto con l´ordine pubblico interno». Questa circolare del 18 ottobre ha scatenato le razioni dei radicali che, in una interrogazione parlamentare, accusano il Viminale di aver avviato «una campagna omofoba contro le coppie omosessuali che si sono sposate in altri Paesi dell´Unione Europea». La circolare ministeriale è stata emanata dopo il caso della coppia gay di Latina (sposata in Olanda), che s´è rivolta alla magistratura in seguito al rifiuto dell´anagrafe di iscriverli come «coniugi». E dopo le proteste per il congedo matrimoniale concesso dalla regione Friuli a un dipendente gay sposatosi in Belgio.

Nell´anno europeo per le pari opportunità, le polemiche dei radicali sulla circolare del Viminale tacciata di «omofobia» si sommano a quelle scatenate in questi giorni dal piano del welfare lombardo che garantisce assistenza «solo a chi pratica una sana e responsabile sessualità».

«Questo provvedimento della regione Lombardia - ha commentato Franco Grillini, deputato socialista e presidente dell´Arcigay - fa il paio con la "sana laicità rispettosa dei valori cattolici" di cui aveva parlato l´ex presidente della Cei, cardinale Ruini». «Ciò significa - ha chiosato il parlamentare - che se uno non è d´accordo con la sessualità come la pensa Formigoni, è escluso dall´assistenza regionale».

A proposito di matrimoni gay contratti in Paesi comunitari, il dipartimento per gli Affari Interni del Viminale ha diramato una circolare a prefetti, sindaci, ministeri degli Esteri e della Giustizia, e perfino all´Anusca (L´Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d´Anagrafe), con le istruzioni da seguire nel caso di richieste di registrazioni da parte di sposi dello stesso sesso. Nella modulistica utilizzata per questa pratica burocratica - recita la circolare - «non si specifica il sesso degli sposi», per cui c´è il rischio (e qualche caso c´è già stato), che si registri per errore un matrimonio fra due uomini, oppure fra due donne. L´atto matrimoniale, va detto, in questo caso sarebbe nullo. Ma per evitare questi disguidi burocratici, nella circolare «si ricorda che il nostro ordinamento non ammette il matrimonio omosessuale, e quindi la richiesta di trascrizione deve essere rifiutata perché in contrasto con l´"ordine pubblico interno"». La disposizione ministeriale va poi oltre, invitando a svolgere accurate indagini per accertarsi dell´effettivo sesso dei presunti marito e moglie.

«Gli ufficiali di stato civile devono porre particolare cura alla verifica che i due sposi siano di sesso diverso, richiedendo in caso di dubbio un documento di identità dal quale si desuma inequivocabilmente il sesso degli interessati». Il Viminale spiega che la dicitura «ordine pubblico interno» non va equivocato con quello comunemente inteso, ma fa riferimento ai principi del nostro ordinamento. A questa puntualizzazione, però, obietta Franco Grillini, secondo il quale l´indirizzo del ministro dell´Interno si scontra comunque con il diritto europeo.

«C´è una direttiva comunitaria - ha dichiarato il deputato socialista - sulla libertà di circolazione delle coppie. C´è l´articolo 9 della carta dei diritti di Nizza approvata dal nostro parlamento che garantisce ad ogni persona il diritto a costituirsi una famiglia». Ci sono i pronunciamenti del parlamento europeo che vietano la discriminazione nei confronti di coppie omosessuali. E i solleciti agli stati membri (come la 1474 del 26 settembre del 2000), di adeguare le proprie legislazioni «al fine di riconoscere legalmente la convivenza al di fuori del matrimonio indipendentemente dal sesso». Per Alessandro Zan, presidente della Lega italiana nuove famiglie, «la scelta del ministro dell´Interno è una offensiva politica alla richiesta di diritti di cittadini italiani o comunitari che intendono vivere in Italia con i propri compagni».




Parla Rolando Canzano, direttore della storica libreria gay e lesbica di Milano
"È un favore al Vaticano la società non è omofobica"
CARLO BRAMBILLA

MILANO - «Non avverto, sulla mia pelle, l´affermarsi di un nuovo clima omofobico nella società. Mi sembra di cogliere, invece, soprattutto dietro alla nuova legge regionale lombarda e, in misura molto minore, dietro la circolare del ministero dell´Interno, lo zampino inconfondibile della Chiesa. La volontà di compiacere, in qualche modo, le gerarchie clericali e vaticane. L´impronta culturale di questo Papa particolarmente chiuso nei confronti dei diritti degli omosessuali». Rolando Canzano, direttore della storica libreria Babele di Milano, specializzata in cultura gay e lesbica (imbrattata nel marzo scorso da militanti di Forza Nuova con scritte in vernice nera come "Froci al muro", "Gay raus", "Gay pedofili") si spiega così i nuovi provvedimenti legislativi che stanno scatenando tante polemiche nella comunità omosessuale.

Nessuna crescita di omofobia nella città in cui vive?

«Le scritte fasciste sulle nostre vetrine non mi hanno particolarmente spaventato (i ragazzi che le hanno fatte sono stati identificati grazie a delle telecamere). I nostri clienti escono tranquillamente dalla libreria mano nella mano, maschi con maschi e femmine con femmine, e passeggiano serenamente per la strada. La città accoglie normalmente gli omosessuali».

Però la Regione Lombardia ha approvato tra le polemiche un articolo del suo piano sul welfare che prevede "assistenza solo a chi pratica una sana e responsabile sessualità". Un modo evidente per escludere i gay.

«Sì questa è stata una grande vaccata. Che cosa sia la sana e responsabile sessualità nessuno lo sa. La grande maggioranza dei clienti dei giovani omosessuali che si prostituiscono a Milano è fatta di uomini sposati, normalissimi e responsabili padri di famiglia. Ci sono anche molti preti e religiosi. Come sarà possibile gestire una definizione così vaga e generica come "sana e responsabile sessualità"? Ci sarà da ridere».

Meno grave la circolare di Amato?

«Ma sì. Io non la condivido ma la capisco. Va contro il riconoscimento delle coppie che si sono sposate all´estero».



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