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592. Qual è il senso della domanda: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano»?

2828 « Dacci »: è bella la fiducia dei figli che attendono tutto dal loro Padre. Egli « fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti » () e dà a tutti i viventi « il cibo in tempo opportuno » (). Gesù ci insegna questa domanda, che in realtà glorifica il Padre nostro perché è il riconoscimento di quanto egli sia buono al di sopra di ogni bontà.

Mt 5,45
Sal 104,27

2829 « Dacci » è anche l’espressione dell’Alleanza: noi siamo suoi ed egli è nostro, è per noi. Questo « noi » però lo riconosce anche come il Padre di tutti gli uomini, e noi lo preghiamo per tutti, solidali con le loro necessità e le loro sofferenze.

2830 « Il nostro pane ». Il Padre, che ci dona la vita, non può non darci il nutrimento necessario per la vita, tutti i beni « convenienti », materiali e spirituali. Nel discorso della montagna Gesù insiste su questa fiducia filiale che coopera con la provvidenza del Padre nostro. Egli non ci spinge alla passività, ma vuole liberarci da ogni affanno e da ogni preoccupazione. Tale è l’abbandono filiale dei figli di Dio:
« A chi cerca il regno di Dio e la sua giustizia egli promette di dare tutto in aggiunta. In realtà, tutto appartiene a Dio e nulla manca all’uomo che possiede Dio, se egli stesso non manca a Dio ». 

Mt 6,25-34
2Ts 3,6-13

2831 Il fatto però che ci siano coloro che hanno fame per mancanza di pane svela un’altra profondità di questa domanda. Il dramma della fame nel mondo chiama i cristiani che pregano in verità ad una responsabilità fattiva nei confronti dei loro fratelli, sia nei loro comportamenti personali sia nella loro solidarietà con la famiglia umana. Questa petizione della Preghiera del Signore non può essere isolata dalle parabole del povero Lazzaro e del giudizio finale. 

Lc 16,19-31
Mt 25,31-46

2832 Come il lievito nella pasta, così la novità del Regno deve « fermentare » la terra per mezzo dello Spirito di Cristo. Deve rendersi evidente attraverso l’instaurarsi della giustizia nelle relazioni personali e sociali, economiche e internazionali; né va mai dimenticato che non ci sono strutture giuste senza uomini che vogliono essere giusti.

2833 Si tratta del « nostro » pane, « uno » per « molti ». La povertà delle beatitudini è la virtù della condivisione: sollecita a mettere in comune e a condividere i beni materiali e spirituali, non per costrizione, ma per amore, perché l’abbondanza degli uni supplisca alla indigenza degli altri. 

2Cor 8,1-15

2834 « Prega e lavora ». « Dobbiamo pregare come se tutto dipendesse da Dio, e agire come se tutto dipendesse da noi ». Dopo avere eseguito il nostro lavoro, il cibo resta un dono del Padre nostro; è giusto chiederglielo e di questo rendergli grazie. Questo è il senso della benedizione della mensa in una famiglia cristiana.

IN SINTESI

2861 Nella quarta domanda, dicendo « Dacci », esprimiamo, in comunione con i nostri fratelli, la nostra fiducia filiale verso il Padre nostro dei cieli. « Il nostro pane » significa il nutrimento terreno a tutti necessario per il proprio sostentamento, ma indica pure il Pane di vita: Parola di Dio e Corpo di Cristo. Esso è ricevuto nell’« Oggi » di Dio, come il cibo indispensabile, (sovra-)essenziale del Banchetto del Regno, che l’Eucaristia anticipa.