Spesso è già la sola componentistica a farti capire che stai per intavolare un gioco impegnativo.
E
Barrage di componenti ne ha un bel po', al punto che per allestire la tavola ci si mette venti minuti.
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Quanto a complessità, questo titolo è sicuramente fra quelli che in gergo sono detti "cinghiali", ossia giochi per giocatori esperti. Ed è anche "stretto" al limite dell'ansiogeno, nel senso che sbagliare una mossa, anche ad inizio gioco, potrebbe comportare un costante e quasi incolmabile ritardo nei confronti degli avversari e la conseguente sconfitta.
Il gioco, però, oltre a essere bellissimo ed estremamente spacca cervelli, consente una serie di strategie piuttosto elevata e, dunque, non c'è un solo modo per vincere.
Partiamo dall'ambientazione: siamo negli anni Trenta del XX secolo, ma in una versione alternativa. Il mondo ha esaurito i carburanti fossili, il mondo è sull'orlo di una regressione quando una serie di industriali creano macchinari straordinari per poter sfruttare l'energia idroelettrica.
Le componenti hanno creato un tormentone, quando fu finalmente distribuito perché furono una delusione CLAMOROSA che avrebbe potuto compromettere il buon nome di questo gioco che è, per quel che mi riguarda, il migliore del 2020. Infatti, chi aveva partecipato al Kickstarter non si era aspettato che la Cranio avesse giocato al ribasso e che, per un titolo così promettente, avesse badato a produrre materiali di così bassa qualità. Ecco allora una plancia in cartone pressato a cui si sono dimenticati di fare il risvolto laterale, comportando che i bordi e in particolare gli angoli tendano a rialzarsi; ecco che le "ruote", che sono la genialata di questo gioco, non giravano a dovere ed erano imbarcate; ed ecco che le gocce d'acqua, elemento essenziale del gioco, siano talmente piccole da render proibitivo il fatto di prenderle o tenerle in mano.
E stiamo parlando di un gioco da oltre 70 euro, mica bazzecole.
La Cranio dovette correre ai ripari.
Funzionamento del gioco: ogni giocatore (da due a quattro) ha una propria plancia con le azioni effettuabili e un'azione specifica del personaggio scelto. Ci sono inoltre tutte le azioni comuni sulla plancia. Lo scopo dei giocatori sarà quello di costruire dighe che trattengano l'acqua che scorre a valle dai tre bacini idrici disposti a monte. L'acqua che passerà per i propri condotti produrrà energia e farà punti. Ovviamente a fine gioco vincerà chi farà più punti.
Spiegarlo integralmente in questa sede è impossibile: per darvi un'idea, per spiegarlo occorre un'ora di tempo.
Per giocarlo 3,5/4 ore.
Non sarà un titolo che intavolerete facilmente, quindi, ma sarà estremamente soddisfacente, alla fine ed ha così tante variabili che anche il giocatore novizio, se svelto nel comprenderne gli sviluppi, potrà vincere anche alla prima partita.
Ogni sfidante dovrà districarsi tra carte, omini a cui far fare le azioni, proprie dighe e propri rialzi da inserire sulla plancia nel momento e nel posto migliore e attrezzi da lavoro (betoniere ed escavatori) da gestire con parsimonia... perché finiscono presto.
Due parole sulla ruota, che si vede bene nella foto della plancia:
trattasi di una meccanica nuova, inventata da questo gioco e poi copiata già da un paio di successivi.
In pratica, le betoniere e gli escavatori che utilizzi non li ricollochi nel mucchio o chissà dove, ma li posizioni in uno spazio della ruota, dopodiché le dai un giro. Alcune azioni consentono di muovere la ruota. Quando essa avrà completato un giro, gli strumenti di lavoro utilizzati prima risulteranno di nuovo sbloccati e dunque a tua disposizione e riutilizzabili.
Io amo le esperienze di gioco avvolgenti. Questo è un gioco piuttosto spaccacervelli, che non s'improvvisa se non si è giocatori già scafati, ma dà soddisfazione!