ce lo racconta ancora Wikipedia:
".....Nel 1953 la FIFA aveva preso la decisione di alternare ogni quattro anni l'assegnazione dei campionati mondiali tra Europa e Sud America. Questo su sollecitazione di Antonio Rotili, rappresentante dell'Argentina all'interno dell'organizzazione calcistica mondiale e strettamente legato al presidente Juan Domingo Perón. Alla riunione della FIFA a Berna del 1954 Rotili richiese ufficialmente l'assegnazione all'Argentina dei mondiali previsti per il 1962, ma l'organizzazione calcistica rinviò la decisione al 1956. Questo venne poi assegnato a sorpresa al Cile e, forse, fu decisiva la spinta del Brasile, che non vedeva di buon occhio l'assegnazione dell'evento agli storici rivali argentini.
Nel 1964 la FIFA si riunì a Tokyo e si accesero vivaci discussioni tra i rappresentanti del Messico e dell'Argentina riguardo all'assegnazione del mondiale del 1970, che sarebbe spettato nuovamente a un paese sudamericano. I dirigenti calcistici del Messico e dell'Argentina raggiunsero però un accordo: la nazione sconfitta nell'assegnazione del 1970 sarebbe diventata automaticamente la candidata sudamericana per il 1978. Le votazioni finali decretarono la vittoria del Messico, che quindi ricevette l'organizzazione dei campionati mondiali del 1970; nella medesima circostanza il presidente della FIFA, il britannico Stanley Rous, affermò ufficialmente che l'Argentina avrebbe quindi organizzato i campionati del 1978.
Le prime richieste dell'Argentina negli anni '50 avevano ricevuto il forte supporto politico del presidente Perón, che, pur non essendo un appassionato di calcio, intendeva sfruttare propagandisticamente la manifestazione internazionale. Tuttavia, nel 1964, nel momento cioè dell'assegnazione, Perón era già da molti anni in esilio: in Argentina era infatti al potere un governo formalmente democratico guidato da Arturo Illia. La vita politica dell'Argentina peraltro si sviluppò in modo estremamente turbolento negli anni seguenti, con un succedersi di governi militari seguiti nel 1973 dal clamoroso ritorno al potere di Perón. Il dittatore morì però l'anno seguente e la presidenza venne assunta dalla seconda moglie, Isabelita. In quegli anni l'organizzazione dei mondiali previsti per il 1978 venne portata avanti dalla cosiddetta Commissione Organizzatrice dei Mondiali diretta da José López Rega, influente dirigente peronista, e da Pedro Eladio Vásquez, segretario dello sport nel governo di Isabelita Perón. Il governo peronista previde un costoso programma di costruzioni di strutture sportive e moltiplicò i comitati e le personalità impegnate in qualche modo nell'organizzazione del mondiale; si evidenziarono inefficienze organizzative e una scarsa considerazione per i costi economici del programma.
L'organizzazione da parte del regime militare
Gli eventi del 24 marzo 1976 cambiarono completamente la situazione politica argentina e influirono in modo decisivo sull'organizzazione e sullo svolgimento dei mondiali. L'assunzione del potere da parte della giunta militare e l'instaurazione di un regime terroristico basato sulla repressione, sulla detenzione in strutture segrete, sulla tortura e sull'eliminazione fisica dei presunti oppositori politici ebbero profonde ripercussioni in tutti i campi della vita sociale argentina, provocando una rivalutazione generale del programma organizzativo dei campionati del mondo. In un primo momento il presidente del Consiglio dell'Imprenditoria Argentina (CEA), José Alfredo Martínez de Hoz, che era stato incaricato di studiare una riforma economica di tipo neoliberista, e lo stesso presidente della giunta militare, il generale Jorge Videla, poco informato di calcio, non sembrarono intenzionati a investire grandi mezzi finanziari nei mondiali. Fu l'ammiraglio Emilio Massera, che, al contrario, evidenziò l'importanza politico-propagandistica che avrebbe potuto avere per il regime militare lo svolgimento regolare e ordinato dei campionati in Argentina.
Il 12 luglio 1976 venne creato ufficialmente l'EAM 78 (Ente Autárquico Mundial '78), l'organismo incaricato dal regime militare di coordinare e dirigere tutti i lavori e le attività collegate con l'organizzazione dei mondiali. La legge 21.349, che istituiva l'EAM, stabilì espressamente che i campionati sarebbero stati considerati evento di primario «interesse nazionale»[7]. L'EAM 78 godeva di ampi poteri, controllava autonomamente i fondi ritenuti necessari e poteva dichiarare ogni spesa «urgenza legittimata»; di conseguenza, l'erogazione dei fondi veniva automaticamente autorizzata dalle autorità governative. Con tale meccanismo i costi della manifestazione divennero molto elevati; pur non essendo disponibili calcoli precisi, alcune fonti hanno riportato che le spese salirono dai 100 milioni di dollari inizialmente previsti fino a 520 milioni di dollari, una cifra oltre cinque volte superiore a quella impiegata dalla Spagna nel 1982 per organizzare il proprio campionato mondiale.
Il primo presidente dell'EAM 78 fu il generale Omar Actis, che tuttavia venne ucciso in un attentato di guerriglieri montoneros il 19 agosto 1976. Il suo successore fu il generale Antonio Luis Merlo, ma in realtà il vero dirigente dell'organizzazione dei mondiali fu fin dall'inizio il capitano di vascello Carlos Lacoste, ufficiale di marina strettamente legato all'ammiraglio Massera. Lacoste, dopo aver assunto il controllo del calcio argentino sostituendo la dirigenza dell'AFA e inserendo alla presidenza il fidato Alfredo Cantilo, diresse tutta l'organizzazione ed ebbe larga autonomia nella gestione dei fondi in base al decreto 1820 firmato dal generale Videla, che svincolava l'EAM 78 dai controlli ministeriali previsti per legge.
I lavori previsti e portati a termine dall'EAM 78 per i campionati mondiali miravano a fornire agli osservatori internazionali un'immagine di efficienza, di ordine e di tranquillità dell'Argentina sotto il regime militare. Compresero la ristrutturazione degli stadi di Buenos Aires e di Rosario, la costruzione dei nuovi stadi di Córdoba, di Mar del Plata e di Mendoza, il rafforzamento delle infrastrutture e delle strutture di accoglienza per tifoserie e turisti stranieri, la distruzione per motivi di immagine del quartiere degradato del Bajo Belgrano e l'attivazione delle telecomunicazioni via satellite. Venne anche creata, dalla trasformazione di Canal 7, la nuova emittente televisiva ATC (Argentina Televisora Color). Il vicepresidente della FIFA, il potente dirigente del calcio tedesco, Hermann Neuberger, si recò in Argentina e diede il suo pieno sostegno agli organizzatori, affermando che «il cambio di governo» non avrebbe affatto influito negativamente e che «non esistevano premesse migliori» per lo svolgimento dei campionati. La giunta militare decise, per motivi di convenienza economica e per evitare penalizzazioni da parte di società commerciali estere, di mantenere il logo originale della manifestazione, che tuttavia riprendeva il caratteristico gesto con le mani di Perón durante la manifestazioni di piazza; questo fu creato già nel 1974.
Mentre dispiegava una notevole efficienza organizzativa e faceva ogni sforzo per diffondere a livello internazionale un'immagine rassicurante del Paese, il regime militare non aveva però affatto interrotto, e neppure rallentato, il suo terroristico programma di repressione. Al contrario, a maggio e a giugno 1978, quindi poco prima e durante il torneo, aumentarono le uccisioni e i sequestri nelle sezioni clandestine di detenzione; le operazioni repressive si svolsero però con la massima attenzione alla segretezza. Uno dei più micidiali centri di detenzione segreti, l'ESMA diretto dalla Marina militare, era dislocato a poca distanza dallo stadio Monumental di Buenos Aires; dalle testimonianze posteriori dei superstiti risulta che i militari sospendevano le torture prima delle partite dell'Argentina e anche i detenuti ascoltavano le gare alla radio; i procedimenti violenti riprendevano dopo la fine degli incontri; sembra che anche i cosiddetti voli della morte si fossero interrotti durante le gare della nazionale padrona di casa.
[Modificato da Giggirriva 15/08/2021 11:40]