00 26/10/2003 22:01
L'aborto può essere spontaneo oppure procurato volontariamente. Sulla definizione di aborto non vi è accordo. Per l'0rganizzazione Mondiale della Sanità si considera aborto quando l'interruzione della gravidanza avviene entro il 196° giorno di gestazione. Per la legislazione italiana, invece, si verifica un aborto quando l'interruzione avviene prima del 180° giorno di gestazione. Altri studiosi sostengono che si può parlare di aborto solo se l'interruzione della gravidanza avviene entro la 20a settimana di gravidanza, perché da quest'epoca in poi i feti nati sono sopravvissuti.
Come si manifesta
Crampi e perdite di sangue sono un segnale di minaccia di aborto. Tuttavia, si stima che nell'80% dei casi la minaccia di aborto sia destinata a regredire e a concludersi con una gravidanza normale.

Le cause più frequenti
Gli aborti spontanei sono molti di più di quanto comunemente si creda. Si stima che il 15-20% delle gravidanze riconosciute si interrompa spontaneamente prima della 20a settimana di gravidanza. In questo calcolo non si considerano le cellule uovo fecondate che vengono espulse prima del termine dell'impianto nell'utero o prima che ci si accorga di essere incinta: l'aborto avviene talmente precocemente da non modificare la scadenza della mestruazione.
Anomalie del cromosomi. Sono tra le cause più comuni di aborto e si verificano più frequentemente quanto maggiore è l'età della donna.
Consumo eccessivo di alcol e sigarette, alimentazione e assistenza inadeguate.

Le grandi bevitrici e fumatrici hanno una maggiore probabilità di avere aborti. Inoltre, peggiori sono le condizioni economiche, maggiori sono le percentuali di aborto, a causa di una inadeguata assistenza medica e di un'alimentazione insufficiente.

Condizioni di vita. Anche se in numero minore rispetto al passato, le cattive condizioni lavorative sono una delle principali cause di aborto, i cosiddetti aborti bianchi. Con ogni probabilità, l'inquinamento contribuisce ad aumentare il numero di aborti spontanei, anche se al riguardo mancano dati precisi. Si sa però che, negli esperimenti condotti su animali di laboratorio, molte sostanze tossiche utilizzate dall'industria, come cloro, DDT, diossina, eptacloro, esaclorobenzene, furani, Pcb e piombo danneggiano la capacità riproduttiva.

Infezioni, malattie, motivi psicologici, stress. Possono causare la morte del feto.
La prevenzione
Nel primo trimestre di gravidanza. La medicina classica ricorre alla somministrazione di ormoni. Non tutti gli esperti sono però convinti della loro utilità e ritengono più importante rafforzare l'organismo della gestante con un'alimentazione ricca di sostanze vitali e con integratori adatti alle sue condizioni.
Nel secondo trimestre. Il cerchiaggio della cervice, cioè l'applicazione di un anello di sostegno alla base dell'utero per impedire che il feto fuoriesca, è di grande utilità. La somministrazione di rimedi omeopatici risulta efficace nella riduzione del rischio di aborto spontaneo. I rimedi maggiormente utilizzati sono Arnica montana, China, Ephynal, Plumbum, Sabina e Secale cornutum, nelle dosi e per il periodo stabilito dall'omeopata. Tra le erbe che possono svolgere un ruolo benefico in caso di minaccia di aborto vi è il lampone che svolge un'azione rilassante sulla muscolatura uterina: è bene assumerlo dopo avere consultato un naturopata.

Come si affronta
Qualora si verificasse l'espulsione spontanea del feto, ci si deve sottoporre a una ecografia che verifichi la necessità o meno di un raschiamento per asportare eventuali residui. Un raschiamento eseguito in ritardo può minacciare la salute della donna e provocarne la sterilità permanente. Poiché la dilatazione cervicale è presente in tutti i tipi di aborto, spontaneo o procurato, nelle sei settimane successive è necessario adottare alcune precauzioni al fine di evitare infezioni: non si devono fare lavaggi vaginali, avere rapporti sessuali e usare tamponi interni.