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Vittorio Alfieri

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    00 17/06/2006 14:29
    continuiamo questo grande pensiero....
    Ma, verissimo è altresì, che la penna perde ogni sua forza natía, ogniqualvolta non viene impugnata da uno scrittore non meno libero ed ardito, che ingegnoso, trasportato, ed esperto nell’arte sua. Quindi è, che se il letterato ed il principe si fanno amici, il principe ne diventa tosto il più forte; ma se rimangono lontani, e nemici, quali la natura ed il vero gli han fatti, il più forte, il più terribile, il vincitor trionfante della onorevol battaglia, riuscirà pur sempre a lungo andare l’imperturbabile, impavido, e verace scrittore; ove per la illustre causa della umanità oppressa e schernita, soltanto ei combatta.

    Libertà va cercando ch'è sì cara
    come sa chi per lei vita rifiuta (Purg. I, 71-72)

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    |=Giorgio=|
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    00 16/06/2006 19:47
    Vero è, che la penna in mano di un eccellente scrittore riesce per sé stessa un'arme assai più possente e terribile, e di assai più lungo effetto, che non lo possa mai essere nessuno scettro, né brando, nelle mani d'un principe


    Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente
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    00 10/06/2006 20:43
    Grande Alfieri! Un uomo dal "forte sentire".

    Vi posto il sonetto con cui si apre "Della Tirannide" che mi è venuto in mente con quesa citazione, assieme a una frase di Sallustio inserita che lo stesso autore dal Guerra Giugurtina cap. XXXI : "Impune quaelibet facere, id est regem esse" che ho anche inserito nel tema quando sono andato al Certamen Alfieriano ad Asti!!!


    Dir più d'una si udrà lingua maligna,
    (Il dirlo è lieve; ogni più stolto il puote)
    Che in carte troppe, e di dolcezza vuote,
    Altro mai che tiranni io non dipigna:

    Che tinta in fiel la penna mia sanguigna
    Nojosamente un tasto sol percuote:
    E che null'uom dal rio servaggio scuote,
    Ma rider molti fa mia Musa arcigna.

    Non io per ciò da un sì sublime scopo
    Rimuoverò giammai l'animo, e l'arte,
    Debil quantunque e poco a sì grand'uopo.

    Né mie voci fien sempre al vento sparte,
    S'uomini veri a noi rinascon dopo,
    Che libertà chiamin di vita parte.

    [Modificato da Pode61 10/06/2006 20.44]

    Libertà va cercando ch'è sì cara
    come sa chi per lei vita rifiuta (Purg. I, 71-72)

  • Shateel
    00 10/06/2006 19:49
    Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.