questo è un doc che ho io nel pc,purtroppo non ho trovato la fonte,è sulla mia città,Genova,su incontri speciali che sono avvenuti,un bacione
i narra che, sulla crosetta di campagna che da Quezzi porta alla torretta, in primavera, al mattino prestissimo, ci si può imbattere in simpatici gnomi celati sotto le spoglie di veloci leprotti, che custodiscono delle monete d'oro fra i loro forti denti e le lasciano cadere ai piedi di chi è in un periodo di bisogno. I paesani sostengono che per meritare questo dono o meglio, per propiziarselo, bisogna lasciare dei piccoli omaggi agli gnomi, tre giorni prima della luna piena, in forma di piccoli dolciumi o di piccoli monili per i quali gli gnomi vanno pazzi! Tali regali vanno depositati sulla crosa entro la mezzanotte, l'ora degli incantesimi, dopodiché si potrà attendere che gli spiritelli si facciano vedere.
Piccoli gnomi, per esempio, sono stati visti anche nella Villa Scassi di Sampierdarena : creaturine alte su per giù quaranta centimetri che vivrebbero nella profondità del parco. Di tanto in tanto si rendono visibili agli esseri umani. Capitò un giorno ad un ragazzino di nome Gino di recarsi in villa per trascorrervi il pomeriggio; con lui era Toby, il fedele levriero che era solito accompagnarlo. Mentre passeggiava leggendo il libro di storia, cercando di imparare la lezione per il giorno dopo, ad un tratto il cane si fermò di fronte ad un grosso albero, e cominciò a ringhiare. Gino rimase stupito, dal momento che il suo Toby non si era mai comportato aggressivamente in vita sua. Improvvisamente il cane si lanciò verso l'albero, la zampa protesa, ma subito fece un balzo indietro mugolando, come se qualcosa l'avesse ferito. Infatti la povera bestiola aveva una piccolissima ma profonda ferita sulla zampa, simile ad una microscopica morsicatura. Incuriosito, Gino guardò attentamente ai piedi dell'albero, proprio nel punto contro cui il cane si era scagliato. Non trovò alcuna traccia ma scorse un cappellino rosso. Lo raccolse e lo portò con sé a casa. Tale cappello era di foggia molto curiosa, di un colore rosso acceso, orlato di filamenti d'oro, leggero ma resistentissimo. La cosa più strana era che, data la misura, sarebbe potuto calzare ad un bambolotto. Gino lo posò in un cassetto del suo comodino, pensando che fosse stato smarrito da qualche bimbo in fasce. Durante la notte, però, successe qualcosa di veramente speciale: Gino si svegliò a causa di alcuni rumori che sentì nella sua cameretta. Non capendo che cosa fossero, diede un'occhiata insonnolita alla sveglia con le lancette fosforescenti e vide che segnava le tre del mattino. Decise di destarsi del tutto ma continuava a sentirsi vagamente intorpidito, come se l'aria nella stanza fosse mutata e ondeggiasse in un mare di pulviscolo d'oro. Il ragazzo allungò il braccio e accese la luce dell'abat-jour appena in tempo per scorgere un omino, alto circa quaranta centimetri, che si accingeva lestamente a recuperare il proprio cappello. Per un lunghissimo istante, Gino lo fissò e se lo impresse bene nella memoria, quindi svenne per la paura. E' così che lo ha descritto in seguito alla sua singolarissima avventura: "Se pur piccino, aveva una folta e lunghissima barba, sotto cui si intravedevano dei lineamenti molto giovani, era sorridente e per nulla spaventato. Il mattino seguente, mi svegliai normalmente, pensando che fosse stato tutto un sogno. Ma, con grande stupore, vidi che il cappellino non c'era più. Al suo posto, trovai una moneta d'oro molto antica che ancora oggi conservo come portafortuna". Di tanto in tanto Gino si reca ancora sotto l'albero, nella parte superiore della Villa Scassi e lì lascia sempre delle caramelle, la cosa curiosa è che dopo queste piccole offerte, sempre la sorte gli fa vincere delle piccole somme di denaro.
Enzo, fotografo professionista, giura di aver fotografato alcune ninfe che si bagnavano nel laghetto di Villa Pallavicini, a Pegli che è considerata una delle oasi magiche piene di " homigon" positivo a Genova. " Era una domenica di Maggio ed io mi trovavo nella villa per fotografare una coppia di sposi. Feci il servizio e giorni dopo, quando sviluppai le fotografie, mi accorsi che sopra una di queste, e precisamente su quella in cui veniva riprodotto il laghetto, oltre la coppia di sposi che si rifletteva nell'acqua, erano rimaste impresse due creature dalle sembianze di fanciulle". Una doppia esposizione? Enzo giura di no, ma non è l'unico. Mirella, studentessa liceale, testimoniò che un pomeriggio, mentre passeggiava per il parco della villa, si sentì misteriosamente attratta da una cantilena che sembrava provenire dallo stagno. Giunta sulla sponda, vide formarsi nello specchio dell'acqua quei cerchi che solitamente si formano quando si getta un sasso. La cosa singolare fu che nessuno era presente ( nessuno di umano...)e che queste ondine, se così le vogliamo chiamare, si andarono disponendo sul filo dell'acqua in un disegno grafico del tutto regolare. Lo strano fenomeno durò molto, molto a lungo, tanto che Mirella si sentiva come ipnotizzata e tornò a casa in preda a strane sensazioni, come se fosse stata messa a parte di un accattivante, magico segreto.
Ascoltate ora le parole delle streghe,
i segreti che nella notte abbiamo nascosto,
quando il buio era il sentiero del destino,
che ora ci porta nella luce al nostro posto.