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26/08/2005 - "L' UNITA'", Pag. 1
ADESSO SPARANO SULLA CROCE ROSSA
di: ANTONIO PADELLARO

È semplicemente grottesco che alle clamorose rivelazioni di Maurizio Scelli
sui quattro iracheni ricercati dagli americani come terroristi e curati in
cambio della liberazione di Simona Pari e Simona Torretta il governo replichi
sostenendo che la Croce Rossa Italiana ha agito «in totale autonomia». Per
una serie di motivi questo non può essere vero e rappresenta, anzi, un?offesa
all?intelligenza comune.

Primo. Il commissario della Cri è di nomina governativa. Prerogativa che
nel caso di Scelli, personaggio in quel momento graditissimo al premier Berlusconi,
è stata sfruttata con reciproca soddisfazione delle parti.

Secondo. Nel corso delle sue numerose missioni irachene, ma soprattutto ogniqualvolta
si è dovuto trattare per la liberazione di ostaggi italiani, Scelli si è
sempre mosso in totale sintonia con palazzo Chigi mantenendo un costante
filo diretto con il sottosegretario Letta. Come del resto era giusto e necessario
fare in quelle delicatissime circostanze.

Terzo. Scelli non ha mai fatto mistero della sua (giustificata) devozione
nei confronti del presidente del Consiglio esternandogli ogni volta che ha
potuto ammirazione e riconoscenza. Fino al punto di organizzare a Firenze,
la scorsa primavera, alla vigilia delle Regionali, un?incredibile e catastrofica
manifestazione elettorale a favore del potente sponsor, intitolata, non a
caso, «Onda Azzurra». Incredibile, perché molti giovani che avevano offerto
il loro generoso apporto di volontariato per una nobile istituzione come
la Croce Rossa si ritrovarono, quel giorno, reclutati, e trasformati dallo
Scelli in militanti berlusconiani.

Catastrofica, poiché la sala del raduno restò semideserta tanto che per alcune
ore Berlusconi non si fece vedere temendo il flop, poi puntualmente verificatosi.

Sui motivi che adesso spingono Scelli a mettere nei guai, in Italia e con
gli Usa, il governo guidato dal suo ex protettore si possono fare molte ipotesi.
Non ultima quella della ritorsione (o della pressione) per qualche promessa
ancora non mantenuta visto che oltre a una notevole voglia di protagonismo
l?ex Commissario Cri non ha mai nascosto di avere ambizioni politiche. Può
darsi anche che vista la mala parata in cui versa il regime di cui ha fatto
parte si sia deciso al calcio dell?asino. Niente di nuovo sotto il sole italiano.

Quanto al merito della questione resta l?apprezzamento per come il governo
si è adoperato per la liberazione di tutti gli ostaggi: quelli di destra
e quelli di sinistra. Così come abbiamo avuto modo di scrivere che se per
le due Simone è stato pagato un riscatto (4 milioni di dollari, ha rivelato
la stampa inglese) sono stati soldi ottimamente spesi. E se, come adesso
apprendiamo, per raggiungere lo scopo sono stati, in sovrappiù, soccorsi
quattro iracheni considerati terroristi dagli americani e ricercati come
tali, la Croce Rossa ha fatto solo il suo dovere. Quel che appare insopportabile
è la cortina di menzogne che circonda non solo queste vicende ma, più in
generale, tutta la cosiddetta missione italiana di pace in Iraq. Che alla
luce di quanto adesso ci racconta Scelli si manifesta per quello che realmente
è sempre stata: una tragica messa in scena (pensiamo ai morti di Nassiriya)
per gettare un po? di fumo negli occhi del caro alleato americano, per pavoneggiarsi
nei vertici internazionali, per poter dare del tu all?amico George. Sempre
immaginandosi più furbi degli altri, sicuri che il caro alleato nulla sospettasse
delle continue operazioni coperte. Una pia illusione che gli americani fossero
all?oscuro delle nostre trattative. Un aspetto forse finora non abbastanza
considerato che, a questo punto, potrebbe gettare una luce nuova su quanto
accaduto al check point di Baghdad dopo la liberazione di Giuliana Sgrena,
e sulla morte di Calipari.



26/08/2005 - "LIBERO QUOTIDIANO", Pag. 1
PER NASCONDERE LA FURBATA ORA IL GOVERNO SPARA SULLA CROCE ROSSA
di: VITTORIO FELTRI
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050826/8B3I4.pdf





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