00 05/10/2005 09:33

CHI E' PIU' TEMIBILE IN ORDINE DECRESCENTE DI TEMIBILITA'?

LA SCELTA FRA TRE POSSIBILI RISPOSTE QUI IN ORDINE ALFABETICO:

1) ACAMPORA
2) FOLLINI
3) PREVITI


CORRIERE DELLA SERA
5 OTTOBRE 2005

Il senatore spera ancora, Acampora rischia di non farcela
Pecorella: i giudici attendano il Parlamento
ROMA - Alla fine l’unico a pagare potrebbe essere l’avvocato Giovanni Acampora, che nel processo Imi Sir ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il suo legale Carlo Taormina, strenuo sostenitore della ex Cirielli, da tempo ribattezzata «salva Previti», ha fatto di tutto perché la norma procedesse spedita verso il varo definitivo. Certo non immaginava che i veti incrociati tra i partiti di maggioranza potessero bloccarla quando ormai si era ad un passo dal traguardo. E adesso si trova a dover affrontare una vera e propria corsa contro il tempo. La stessa che, qualora l’Udc decidesse di proseguire sulla linea scelta negli ultimi giorni, toccherebbe allo stesso Previti. E’ questione di date. Un complicato incastro in cui cercano ora di dipanarsi i difensori, sicuri - almeno fino a qualche giorno fa - che tutto si sarebbe chiuso con la prescrizione. In realtà nessuno tra gli avvocati-deputati e gli altri parlamentari di Forza Italia che da anni si battono per questa norma, nutre dubbi sul fatto che entro i primi di novembre «il risultato sarà portato a casa». Ma con il trascorrere delle settimane ostentano prudenza, consapevoli che si è quasi alla fine della legislatura e altri litigi imprevisti potrebbero far saltare tutto. La prima scadenza è fissata per l’8 novembre, giorno in cui davanti alla Corte di Cassazione si discuterà il ricorso di Acampora, già condannato in primo e secondo grado per corruzione in atti giudiziari come Previti. E’ possibile che si arrivi in aula senza che la riforma sia stata approvata. Anche perché, dopo il voto del Parlamento, il presidente della Repubblica ha un mese di tempo per deciderne la promulgazione, che al momento non sembra scontata. Taormina ha già ottenuto un rinvio dai supremi giudici a settembre e ora ostenta sicurezza: «Entro l’8 novembre il voto della Camera sarà già arrivato. E se non ci fosse la firma del Capo dello Stato, nessun collegio giudicante potrebbe negare un ulteriore spostamento».
Gaetano Pecorella, difensore di Silvio Berlusconi e presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, va oltre: «Anche se il Parlamento non si fosse pronunciato, sarebbe comunque opportuno che i giudici aspettassero visto che il dibattito è aperto».
Previti ha sempre detto di non voler parlare della Cirielli. Ma i conti che lo riguardano li conosce bene e sa che questa legge chiuderebbe definitivamente la sua vicenda giudiziaria.
La sentenza che lo ha condannato per la corruzione in atti giudiziari relativa al caso Imi Sir, riguarda fatti che arrivano al 1994. Con la nuova legge la prescrizione sarebbe dunque di otto anni, ai quali si possono sommare altri due anni relativi alle interruzioni processuali. Si arriva così al 2004 e il problema appare risolto. Anche l’ulteriore anno di tempo che la riforma concede alla celebrazione dei processi pendenti in Cassazione sarebbe superato dal fatto che con i nuovi termini della ex Cirielli arriverebbe «morto» in Cassazione. E ai supremi giudici non resterebbe altro da fare se non prenderne atto.

Fiorenza Sarzanini

INES TABUSSO