00 24/10/2005 00:25
DA NOTIZIE DIRAMATE DALL'AGENZIA ASCA SI APPRENDE CHE "la comunione ai Politici che siano a favore di leggi per l'aborto, i pacs, o siano conviventi o divorziati risposati - ha quasi monopolizzato l'ultima conferenza stampa del sinodo".
"Questo tema era il piu' delicato del sinodo... Noi siamo tristi per queste persone" HA DETTO IL CARDINALE OULLET.
NESSUN SENSO DI TRISTEZZA E' STATO INVECE ESPRESSO PER GLI AUTORI DI FALSI IN BILANCIO, EVASIONI FISCALI, TRUFFE, FALSA TESTIMONIANZA: PER LORO, DAI VESCOVI NEPPURE UNA PAROLA. E SI' CHE I COMANDAMENTI SAREBBERO DIECI, E NE AVREBBERO AVUTO IL DIRITTO. SARA' PER UN'ALTRA VOLTA.


www.asca.it/

Proposizione 46
Coerenza eucaristica di politici e legislatori cattolici

I politici e legislatori cattolici devono sentirsi particolarmente interpellati nella loro coscienza, rettamente formata, sulla grave responsabilita' sociale di presentare e sostenere leggi inique. Non c'e' coerenza eucaristica quando si promuovono leggi che vanno contro il bene integrale dell'uomo, contro la giustizia e il diritto naturale. Non si puo' separare l'opzione privata e quella pubblica, mettendosi in contrasto con la legge di Dio e l'insegnamento della Chiesa, e questo deve essere considerato anche di fronte alla realta' eucaristica (cf.
1Cor 11, 27-29). Nell'applicare questo orientamento i Vescovi esercitino le virtu' della fortezza e della prudenza tenendo conto delle situazioni locali concrete.



22 OTTOBRE - NO PROBLEM COMUNIONE A PRODI, DIVERSO PER CASINI

Una questione molto italiana - la comunione ai Politici che siano a favore di leggi per l'aborto, i pacs, o siano conviventi o divorziati risposati - ha quasi monopolizzato l'ultima conferenza stampa del sinodo. Dalle risposte date ai giornalisti si apprende che Prodi puo' fare la comunione, Casini, invece sarebbe meglio non si presentasse a riceverla. Cosi' almeno ha detto mons. Fisichella.
''Il sinodo - ha detto mons.Minnerhat, segretario speciale del sinodo appena concluso - non intende isolare una categoria di cittadini per dire che questi hanno piu' responsabilita' di altri. Tutti hanno la responsabilita' di essere coerenti. Naturalmente chi e' in politica ha una responsabilita' maggiore. Spetta al vescovo locale giudicare insieme a chi e' in questione, fin dove arriva o si ferma questa responsabilita'. Cio' deve essere valutato con sapienza ma anche con fermezza. Non si tratta di accusare qualcuno e di lasciar fare ad altri''.
Un giornalista ha fatto la domanda a mons.Fisichella se darebbe la comunione a Prodi e a Casini. ''Dipende se vengono a messa - ha riposto Fisichella - e se vanno sono due casi completamente differenti.Non posso ne' voglio entrare nel merito delle questioni. Prodi accostandosi all'eucaristia ha tutto il diritto. Il presidente Casini non si presenta per non ricevere la comunione e quindi il caso e' risolto in radice''.
Si e' poi chiesto se ci siano novita' sulla pastorale per i divorziati. ''Oggi - ha risposto mons.Minnerath -c'e' in corso una pastorale approfondita per i divorziati risposati che privandoli dell'eucaristia non li priva dell'appartenenza alla chiesa''.
Il cardinale australiano Pell ha osservato che '' novita' nel senso di nuovi elementi, no''.
''Questo tema - ha aggiunto il cardinale Oullet - era il piu' delicato del sinodo. C'e' stata una preoccupazione per esprimere comprensione verso i divorziati risposati, ma dovevamo mantenere un equilibrio sulla dottrina della chiesa che e' legata al comandamento del Signore. La chiesa non e' libera di cambiare il vangelo. Per cui ci vuole compassione per la sofferenza di queste persone. Noi siamo tristi per queste persone, ma dobbiamo anche parlare di conversione e del fatto che loro possono partecipare alla vita della chiesa. Su queste cose i padri si sono messi d'accordo e quello che abbiamo detto rispecchia il dibattito in aula''.
In definitiva c'e' c'e' una novita' nell'atteggiamento ma non nella dottrina. ''Si e' vero - ha concluso Minnerath - questa potrebbe essere una buona interpretazione''.


22 OTTOBRE - SUI DIVORZIATI RISPOSATI NESSUN PASSO AVANTI A WOJTYLA
La linea del Piave sui divorziati risposati segnata da Papa Wojtyla e' stata confermata in pieno dal sinodo dei vescovi sull'eucaristia: comprensione pastorale e personale, accoglienza nella comunita' cristiana, ma niente comunione salvo che le nuove coppie vivano come fraterni amici senza rapporti sessuali.
Questa e' infatti la posizione che emerge dalla proposizione numero 40 - una delle piu' lunghe delle 50 che costituiscono le indicazioni dottrinali e pastorali sinodali - dedicata proprio ai divorziati risposati e l'Eucaristia.
''In continuita' con i numerosi pronunciamenti del magistero della chiesa - vi si legge nel testo definitivo approvato questa mattina dai padri sinodali - e condividendo la sofferta preoccupazione espressa da molti Padri, il sinodo dei vescovi ribadisce l'importanza di un atteggiamento e di un'azione pastorale di attenzione e accoglienza verso i fedeli divorziati e risposati. Secondo la tradizione della chiesa cattolica, essi non possono essere ammessi alla santa comunione, trovandosi in condizione di oggettivo contrasto con la parola del Signore che ha riportato il matrimonio al valore originario dell'indissolubilita', testimoniato dal suo dono sponsale sulla croce e partecipato ai battezzati attraverso la grazia del sacramento. I divorziati risposati tuttavia appartengono alla chiesa che li accoglie e li segue con speciale attenzione perche' coltivino uno stile cristiano di vita attraverso la partecipazione alla santa messa, pur senza ricevere la santa comunione, l'ascolto della Parola di Dio, l'adorazione eucaristica, la preghiera, la partecipazione alla vita comunitaria, il dialogo confidente con un sacerdote o un maestro di vita spirituale, la dedizione alla carita' vissuta, le opere di penitenza, l'impegno educativo verso i figli.
Se poi non viene riconosciuta la nullita' del vincolo matrimoniale e si danno condizioni oggettive che di fatto rendono la convivenza irreversibile, la chiesa li incoraggia a impegnarsi a vivere la loro relazione secondo le esigenze della legge di Dio, trasformandola in un'amicizia leale e solidale; cosi' potranno riaccostarsi alla mensa eucaristica, con le attenzioni previste dalla provata prassi ecclesiale, ma si eviti di benedire queste relazioni perche' tra i fedeli non sorgano confusioni circa il valore del matrimonio.
Nello stesso tempo il sinodo auspica che sia fatto ogni possibile sforzo sia per assicurare il carattere personale, la presenza e la corretta e sollecita attivita' dei tribunali ecclesiastici per le cause di nullita' matrimoniale (cfr Dignitas connubii), sia per approfondire ulteriormente gli elementi essenziali per la validita' del matrimonio, anche tenendo conto dei problemi emergenti dal contesto di profonda trasformazione antropologica del nostro tempo, dal quale gli stessi fedeli rischiano di essere condizionati specialmente in mancanza di una solida formazione cristiana.
Il sinodo ritiene che, in ogni caso, grande attenzione debba essere assicurata alla formazione dei nubendi e alla previa verifica della loro effettiva condivisione delle convinzioni e degli impegni irrinunciabili per la validita' del sacramento del matrimonio, e che chiede ai vescovi e ai parroci il coraggio di un serio discernimento per evitare che impulsi emotivi o ragioni superficiali conducano i nubendi all'assunzione di una grande responsabilita' per se stessi, per la chiesa e per la societa', che non sapranno poi onorare''.




[Modificato da INES TABUSSO 24/10/2005 12.43]

INES TABUSSO