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CORRIERE DELLA SERA
5 marzo 2006
IL CASO
Eco: altri cinque anni con Silvio? Se vince lui mi trasferisco all’estero Vauro: lo seguo. Travaglio: errore

«Altri cinque anni di Silvio Berlusconi e siamo fottuti. Ci giochiamo tutto, stavolta. Quanto a me, nel caso, vado in pensione e mi trasferisco all’estero». Dove non l’ha specificato, Umberto Eco. Ma lo scrittore ha lasciato ugualmente sbigottita la platea del convegno organizzato dall’associazione «Libertà e Giustizia» l’altra sera, a Milano. Anche lui, dunque, sarebbe pronto a fare le valigie e mollare l’Italia in caso di vittoria del centrodestra.
Il suo annuncio non è una novità. Finora anche altri intellettuali italiani hanno minacciato scenari simili per protestare contro il governo di centrodestra. Prima di Eco, va ricordato il caso dello scrittore Antonio Tabucchi, ad esempio, che nel 2001 parlò dell’Italia come di un «paese alla deriva».
Ma anche il cantautore Franco Battiato, recentemente, ha annunciato che qualora avesse vinto Umberto Scapagnini - candidato del Polo - le elezioni amministrative a Catania, lui avrebbe lasciato la città: «La amo, ma vado via davvero». Alla fine ha vinto Scapagnini, e Battiato però ridimensionò la sua dichiarazione.
Ma l’andar via come forma di protesta è uno strumento spesso fatto proprio dagli intellettuali. Questa volta è toccato a Umberto Eco brandire la minaccia dell’esilio volontario in caso di vittoria del Polo e di Berlusconi. Ma è un’idea condivisibile? Non lo è, ad esempio, per uno dei leader dei Girotondi, Pancho Pardi: «Finalmente Eco interviene. Meglio tardi che mai. Era meglio che questa cosa la dicesse un po’ di tempo fa, è stato zitto anche abbastanza. Comunque questa sua esternazione non è una cosa molto originale, la dicono in centinaia. E per quanto mi riguarda, nell’eventualità che Berlusconi vinca un’altra volta, non avrei di nuovo un atteggiamento così fatalistico. Se perdiamo, dovremo invece impegnarci a cacciar via questa classe dirigente che ci sta facendo rischiare di incassare una sconfitta».
Pronto a seguire invece Umberto Eco è il vignettista Vauro: «Ci mancherebbe altro, così magari ci fanno anche uno sconto comitiva in caso di trasferimento all’estero. Vivaddio, finalmente un intellettuale che prende posizione... Hanno fatto melina fino ad ora. Beh, sono contento che Eco dica così e metta in discussione quello che sta succedendo e minando la nostra democrazia».
Marco Travaglio, infine, crede che «Eco sbagli. Bisogna rimanere qua e continuare a fare il nostro lavoro finché ce lo faranno fare. È tempo che stavolta ci vengano a prendere a casa. Anche se posso capire la reazione di Eco. Reazione che di solito accomuna persone che vanno spesso all’estero e hanno modo di notare come noi siamo considerati gli ultimi fessi di Europa. Persone costrette a vergognarsi continuamente appena superano la frontiera. Ma a Eco dico: in caso di sconfitta nostra, mica lo possiamo lasciare solo Berlusconi...».

A. F.

INES TABUSSO