00 11/07/2006 19:50


"Da sempre, gli italiani temono il carattere spesso arbitrario, oppressivo e persecutorio dell’azione delle amministrazioni fiscali. Agire su questo aspetto è almeno altrettanto importante che contrastare direttamente l’evasione. Per esempio, non è certo che sia di buon auspicio, da questo punto di vista, la decisione, contenuta nel pacchetto Visco, di ampliare i poteri di intervento dell’amministrazione fiscale in tema di compravendita di immobili. Quei poteri sono stati in passato fonte di molti arbitrii. Potrebbero tornare a esserlo. Continuando ad alimentare la sfiducia dei contribuenti nei confronti dello Stato".
(Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 11 luglio 2006)




NON SI CAPISCE BENE A CHE COSA SI RIFERISCA ESATTAMENTE PANEBIANCO QUANDO ALLUDE A "la decisione, contenuta nel pacchetto Visco, di ampliare i poteri di intervento dell’amministrazione fiscale in tema di compravendita di immobili".
MA SE SI TRATTA DI QUESTA QUI SOTTO, SFUGGE IL SUO "carattere arbitrario, oppressivo e persecutorio":



www.governo.it/GovernoInforma/documenti_ministeri/visco.pdf

REGISTRO/COMPRAVENDITE IMMOBILIARI E INDICAZIONE DEGLI INTERMEDIARI.
L'imposta si calcola sul valore catastale dell'immobile, ma viene introdotto
l'obbligo di dichiarare negli atti anche il valore reale della transazione
e di indicare le modalità di pagamento.
Qualora il valore reale della transazione risulti difforme dalla verità,
allora l'imposta verrà ricalcolata sull'intero ammontare del prezzo.
Viene inoltre previsto l'obbligo di indicare negli atti notarili se vi è
stato un corrispettivo per l'intermediazione di agenti immobiliari, a quanto
ammonta e quale canale di pagamento è stato seguito, nonché i dati identificativi
e fiscali degli intermediari immobiliari.




RIGUARDO ALLE COMPRAVENDITE DI IMMOBILI, PARE TUTTAVIA PIU' INTERESSANTE LA PROPOSTA AVANZATA DA PIERCAMILLO DAVIGO IN UN LIBRO PUBBLICATO QUALCHE ANNO FA, E RISTAMPATO DI RECENTE ("La giubba del re: intervista sulla corruzione", Piercamillo Davigo, a cura di Davide Pinardi, Laterza, 1998 ).
C'E' DA SPERARE CHE LA BIBLIOTECA DI PALAZZO CHIGI SE NE PROCURI UNA COPIA:


"Molte volte ci sono leggi idonee soltanto a determinare comportamenti fuorvianti. Per esempio, per molti anni siamo andati avanti con un sistema di imposta di registro e di imposta sulla compravendita degli immobili in cui un soggetto dichiarava, negli atti, il valore che lui riteneva giusto e lo Stato poteva quindi procedere all'accertamento di un maggior valore. Questo sistema, formalmente ancora in vigore, innestava un contenzioso spaventoso per cui poi, alla fine, il cittadino dichiarava di meno, l'ufficio accertava di piu' e si giungeva a una sorta di via di mezzo con una mediazione. Cio' creava una situazione diffusa di illegalita'. Piu' recentemente e' stato stabilito che se il valore dichiarato si basa sui coefficienti catastali opportunamnete rivalutati non si puo' procedere all'accertamento. Cosi' tutti dichiarano il valore catastale rivalutato [E NON IL PREZZO PAGATO]. La sostanza non cambia: la generale esperienza ci dice che i valori dichiarati e quelli effettivi di mercato sono clamorosamente diversi.
Altri sistemi conoscono meccanismi normativi che disincentivano questi comportamenti. Uno e' la tassazione con cifra fissa per atto a prescindere dal valore della transazione. Un altro la prelazione dello Stato. In questo caso il funzionario pubblico puo' dire: "Veramente hai venduto questa casa per cento milioni? Allora per cento milioni te la compra direttamente lo Stato". In questo modo nessuno dichiara un valore troppo basso, perche' altrimenti si ritrova a ricevere per davvero cento milioni mentre poi lo Stato rivendera' la sua casa a un valore maggiore sul mercato immobiliare".


INES TABUSSO