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"Le riforme sperate. Le prospettive per la giustizia nella XV legislatura". Convegno promosso da Magistratura Indipendente.

Roma, 18 Luglio 2006
Il convegno si conclude in tarda mattinata con una tavola rotonda dove sono stati invitati tra gli altri: Massimo Brutti, Anna Finocchiaro e Guido Calvi (DS), Enrico Buemi (Rosa nel pugno), Roberto Manzione (Margherita), Giuseppe Valentino (An), Roberto Centaro (Forza Italia), Giuliano Pisapia (Rifondazione Comunista)




Da:
Diritto e Giustizia
del 19 LUGLIO 2006

Riforma della giustizia, il Governo prende tempo
Approvato in commissione un emendamento che estende a luglio 2007 la sospensione degli effetti dei decreti delegati. Patrono (Mi): il Csm non riuscirà a gestire i magistrati. Oggi al Plenum la pratica per "bloccare" i procedimenti disciplinari

Le riforme sperate.
Magistratura indipendente, forte del risultato elettorale per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura, ieri ha chiamato a raccolta magistrati ed esponenti politici di maggioranza e opposizione per riflettere circa il futuro della categorie alla luce della riforma dell'ordinamento giudiziario.
Mentre era in corso il dibattito a Palazzo Valentini, la prima commissione del Csm stabiliva di non liberarsi in blocco dei suoi fascicoli per girarli alla procura generale della Cassazione così come prevede il decreto legislativo 109/06 sul nuovo sistema disciplinare. Non si tratterà di un vero e proprio congelamento ma deciderà caso per caso, in attesa di capire che cosa succederà del disegno di legge governativo in discussione al Senato sulla sospensione degli effetti della riforma. Oggi l'argomento verrà affrontato dal plenum e in caso di approvazione definitiva della delibera, la gestione dei fascicoli passerà al nuovo consiglio che si insedierà a fine mese.
Consiglio di cui farà parte anche Antonio Patrono, segretario di Mi, intervenuto a Palazzo Valentini proprio sul futuro dell'organo di autogoverno. Secondo Patrono il prossimo consiglio non potrà svolgere il suo compito per effetto della riforma dell'ordinamento giudiziario. "Ci sono molti aspetti della riforma dell'ordinamento giudiziario che impediranno al Csm di governare la magistratura". Si creerà una situazione molto preoccupante, secondo l'esponente di Mi soprattutto per effetto del cosiddetto concorsificio che entrerà in vigore il prossimo 28 luglio e che entro il 28 ottobre costringerà i magistrati a fare una scelta tra funzione giudicante e requirente. Una innovazione, secondo Patrono, che porterà "alla paralisi della mobilità della magistratura, il cui effetto sarà quello di accentuare il livello di inefficienza della macchina della giustizia". Patrono ha ipotizzato che "un numero esorbitante di Pm, almeno mille, chiederà di passare a funzioni giudicanti" dove ci sono maggiori prospettive di carriera e la riforma stabilisce che a loro dovrà essere data priorità. "Per 3 o 4 anni i posti negli uffici giudicanti - ha continuato il segretario di Mi - saranno affidati ad ex Pm, il che vuol dire che nello stesso periodo di tempo nessun giudice, anche quelli che lavorano a mille chilometri dalla famiglia, potranno ottenere il trasferimento". Dal momento che l'attività del Csm è rappresentata per l'80 % dai trasferimenti, tutto questo, ha concluso Patrono "si tradurrà nell'impossibilità per il Consiglio di gestire il governo della magistratura".
Rispetto alla riforma dell'ordinamento giudiziario e all'entrata in vigore dei decreti legislativi, Massimo Brutti ha riconosciuto che "lo scenario che abbiamo di fronte è un po' diverso da quello che auspicavamo durante la campagna elettorale. Realizzare l'impegno preso di introdurre ragionevoli ma radicali cambiamenti alle leggi varate senza il contributo dell'opposizione, ora è più complicato dal rapporto di forze in Parlamento". L'ex sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino (An) ha affermato che chi ha proposte alternative lo faccia: "Siamo disponibili - ha detto - a rivedere tutto, ma non a sospendere per un anno o forse di più".
"Per tre anni abbiamo avanzato proposte ma non sono state prese in considerazione - ha ribattuto Guido Calvi (Ds) - questo ordinamento così com'è non va". Calvi ha anche chiesto un passo indietro a tutti, esponenti politici in primis: "discutiamo non tra parti politiche ma tra giuristi che si pongono in prima fila per trovare soluzioni". Roberto Manzione, senatore della Margherita ha dichiarato di non aver accettato di buon occhio l'imposizione del governo di sospendere i tre decreti legislativi. "Niente va buttato in modo preconcetto: sui primi due si può discutere ma dovevamo dare l'impressione di una inversione di rotta. Sulla gerarchizzazione delle procure si può intervenire reintroducendo ad esempio la possibilità di appello al Csm per la revoca del fascicolo da parte del Procuratore, ma non dovevamo differire un decreto che avevamo contestato. Sull'accesso e la progressione in carriera poi c'è poco da dire, dovrà essere eliminato. Non mi piace questo atteggiamento ondivago, se c'è la volontà da parte di tutti e due gli schieramenti si discuta ma si intervenga subito". L'esponente azzurro Roberto Centaro ha affermato che "sulla scena sono apparsi nuovi falchi che hanno condizionato anche le colombe e il prodotto avrebbe potuto essere migliore e meno rigido, in particolare proprio sulla distinzione delle funzioni", mentre adesso va riconosciuto che "in Parlamento non ci sono maggioranze in grado di imporre direttrici".
Il sottosegretario alla Giustizia, Alberto Maritati ha informato la platea che saranno approvate modifiche per poter colmare il vuoto legislativo che si creerà tra l'entrata in vigore delle nuove disposizioni e la sospensione. "I tre decreti - ha detto Maritati - vanno parzialmente modificati: al Procuratore, ad esempio non va dato tutto questo potere perché quella creatasi è una gerarchizzazione peggiore di quella militare" Anche per quanto riguarda la tipizzazione degli illeciti, Maritati ha detto che dovrà essere "corretta, arricchita ma non spazzata via, così come dovrà essere cambiata l'obbligatorietà dell'azione disciplinare". La sospensione, ha concluso Maritati, è stata decisa unicamente per poter discutere questi punti.
Per poter prendere tempo, intanto, sempre ieri pomeriggio in commissione Giustizia al Senato la commissione ha approvato all'articolo 1 del Ddl 635/S un emendamento governativo che fa slittare la sospensione dell'efficacia dei decreti delegati, inizialmente prevista per il 1° marzo 2007, al 31 luglio 2007. Verosimilmente, anche le disposizioni dell'articolo 2, riguardanti il termine per la presentazione di eventuali decreti correttivi saranno emendate facendo slittare tale data al 1° ottobre 2007. Segno evidente che l'esecutivo ha già capito che la discussione riguardante le modifiche delle nuove disposizioni prenderà più tempo del previsto. (p.a.)




INES TABUSSO