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NEW del 10 agosto 2006
Servizi segreti e Convenzioni internazionali: firme inutili?
di Rita Guma

Le discussioni sulla riforma dei servizi segreti, ma anche quella alla legge sui crimini di guerra statunitense, rafforzate dall'ultimo tentato attacco londinese, fanno dimenticare a molti degli attori politici di essere rappresentanti di Stati che hanno sottoscritto Convenzioni internazionali che stressano proprio l'aspetto dei diritti umani e della dignita' della persona, ed a molti cittadini di essere potenziali vittime dei maggiori poteri che si vuole attribuire alle varie intelligence o funzionari militari, a seconda dei casi.

Il nostro Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, che dovrebbe semmai garantire che tutto si svolga secondo legge, Costituzione e Convenzioni internazionali, parla a malapena della nostra Carta fondamentale, e le Convenzioni addirittura se le dimentica. Il presidente del Copaco, Claudio Scajola, in una intervista a La Stampa, ha invocato le «garanzie funzionali» per gli 007, fino a prevedere la possibilita' di azioni illegali, comprese le «extraordinary rendition» (escludendo la licenza di uccidere). D'accordo Fabrizio Cicchitto (FI) e Sergio De Gregorio (IdV), che pero' non penso esprimano la posizione dell'intero partito.

Per fortuna altri membri del Copaco sono contrari. Si sono espressi per il no ad azioni che ledano l'integrita' e la liberta' della persona - come le extraordinary renditions - Alfredo Mantovano (AN) (contraddetto dal collega di partito Italo Bocchino), Massimo Brutti (DS), Milziade Caprili (PRC), Felice Casson, Ulivo, che richiama la nostra Costituzione. Tutti parlano pero' astrattamente di principi, dimenticando che l'Italia ha sottoscritto alcuni documenti fondamentali - la Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU, la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e le Convenzioni di Ginevra - patti che con quella firma si e' impegnata a rispettare.

Ebbene, nella dichiarazione dei diritti ONU si legge: Articolo 5. "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti". Articolo 9. "Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato detenuto o esiliato". Articolo 10. "Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente ed imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta". Articolo 11. "1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa...".

Nella Convenzione Europea si legge: Articolo 3 - "Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". Articolo 5 - "1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà, salvo che nei casi seguenti e nei modi prescritti dalla legge: a. se è detenuto regolarmente in seguito a condanna da parte di un tribunale competente; b. se è in regolare stato di arresto o di detenzione per violazione di un provvedimento emesso, conformemente alla legge, da un tribunale o per garantire l'esecuzione di un obbligo prescritto dalla legge; c. se è stato arrestato o detenuto per essere tradotto dinanzi all'autorità giudiziaria competente, quando vi sono ragioni plausibili per sospettare che egli abbia commesso un reato o vi sono motivi fondati per ritenere che sia necessario impedirgli di commettere un reato o di fuggire dopo averlo commesso; (...) f. se si tratta dell'arresto o della detenzione regolari di una persona per impedirle di entrare irregolarmente nel territorio, o di una persona contro la quale è in corso un procedimento d'espulsione o d'estradizione".

Sempre l'art. 5, al comma 2 recita: "Ogni persona arrestata deve essere informata, al più presto e in una lingua a lei comprensibile, dei motivi dell'arresto e di ogni accusa elevata a suo carico" d al 3: "Ogni persona arrestata o detenuta, conformemente alle condizioni previste dal paragrafo 1 (c) del presente articolo, deve essere tradotta al più presto dinanzi ad un giudice o ad un altro magistrato autorizzato dalla legge ad esercitare funzioni giudiziarie e ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere messa in libertà durante la procedura. La scarcerazione può essere subordinata ad una garanzia che assicuri la comparizione della persona all'udienza", mentre infine al 4:"Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha il diritto di presentare un ricorso ad un tribunale, affinché decida entro breve termine sulla legittimità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegittima".

L'Articolo 6 garantisce un equo processo: "1. Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale deciderà sia delle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che le venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente (...) 2. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata...." e prosegue illustrando dettagliatamente i principi per la difesa e la presentazione delle prove e dei testimoni.

Sulla stessa falsariga le Convenzioni internazionali sottoscritte a Ginevra, che si applicano in tempo di guerra ma ancora vietano torture, trattamenti inumani e degradanti etc...

E' evidente che tutte queste carte che l'Italia ha sottoscritto sono incompatibili con arresti senza autorizzazione di un giudice o senza immediata traduzione davanti ad esso per la convalida dell'arresto. Sono incompatibili con il rapimento dei sospettati in terra straniera - che sono di fatto arresti illegali e imposizione forzata di azioni - e con le extraordinary renditions, che comportano il trasferimento imposto verso Stati in cui non si e' in grado di garantire ne' un processo equo ne' una giusta detenzione, ne' l'immunita' da torture e trattamenti inumani e degradanti.

Quindi per l'Italia, anche a voler cambiare la Costituzione, sarebbe impossibile introdurre la possbilita' per chicchessia di efettuare legalmente le azioni di cui i nostri parlamentari (alcuni dei quali si riempiono la bocca con le parole legalita' e garantismo) parlano con tanta leggerezza. Piu' furbi gli Americani (e con lo spirito nostrano di emulazione qualcuno nel nostro parlamento potrebbe imitarli) stanno giocando sui cavilli, sottolineando che le Convenzioni internazionali (per loro valgono quelle di Ginevra) non illustrano con precisione quali siano i trattamenti disumani e degradanti, quindi basta fare un distinguo e legalizzarlo.

Se le azioni che i parlamentari pensano di introdurre non violano la dignita' dell'uomo, che vi si sottopongano loro come utile esercizio. Se invece le violano sono espressamente vietate.

E qui interviene - anche nel cittadino comune, complice la facile propaganda che sfrutta sia il fatto contingente del terrorismo che le normali paure insite in ciascuno di noi per il diverso - il discorso apparentemente di buon senso che il terrorista e' pericoloso quindi si agisce per un interesse superiore, il bene della comunita'. Non staro' qui a difendere i diritti dei terroristi, ma voglio semplicment ricordare ai cittadini che quelli non sono terroristi CERTI, dato che non e' stato possibile dimostrarne colpevolezza o innocenza in un tribunale, ma SOSPETTI terroristi, quindi per un qui pro quo quel trattamento potrebbe essere riservato a ciascuno di noi, e temo che in certi casi chiunque confesserebbe di essere un terrorista.

E questo con tutto il rispetto per i funzionari dei servizi, che ovviamente hanno il diritto di difendersi se aggrediti, ma mi sembra che dovrebbero operare piu' come intelligence, quindi usare l'intelligenza, le informazioni, e non le mani e le pistole. Il resto si puo' farlo in tribunale, e non e' chiaro (o forse lo e' troppo, pensando alla propensione alla tortura di alcune delle destinazioni usate per le extraordinary renditions USA ad oggi note) perche' non si possano fare le cose in modo trasparente ed equo.

Certo da' un senso di potere ed e' anche comodo poter avere le 'mani libere' per arrivare presto al risultato, ma i servizi segreti sono nati per salvaguardare lo Stato e i principi sui quali esso si fonda. Come si potrebbe autorizzarli a disapplicarli? E soprattutto come si potrebbe farlo tradendo la firma apposta sotto quelle convenzioni internazionali che fungono da supergaranzia per tutti noi?

Oltretutto l'Italia sarebbe passibile di condanna da parte del Tribunale dei diritti dell'uomo, che ha il compito di sanzionare le violazioni della Convenione europea dei diritti. Ma questo i nostri membri del Copaco sembrano averlo dimenticato.







INES TABUSSO