00 11/09/2006 22:07
LA REPUBBLICA
11 settembre 2006
IL CASO
Biagi e Travaglio concordano con l´analisi del sociologo Ilvo Diamanti. Mazza: un problema anche della Cdl
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=71485&idd=2855
"La sinistra non sa ancora usare la tv" gli esperti bocciano l´Unione in video
Klaus Davi: "L´indulto è un caso lampante. L´Unione ha perso consensi in tv"


ROMA - «Quanto conta la tv? Tanto. Basta vedere i consensi persi dall´Unione con l´indulto, un provvedimento che il centrosinistra non ha saputo minimamente spiegare creando disorientamento nella working class. E questo dopo che Margherita e Ds avevano puntato sulla sicurezza in campagna elettorale. In questo senso Ilvo Diamanti ha ragione: il centrosinistra non sa usare il mezzo televisivo». Dodici anni dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi, un evento che ha rivoluzionato la comunicazione politica in Italia, la sproporzione di cultura televisiva rimane ancora abissale: il Cavaliere si fa intervistare addirittura da una sua società di riprese personale, l´Euroscena, mentre Prodi, solo sotto un pino maremmano, si ritrova con un microfono messogli sotto il naso da un operatore televisivo in appalto.
La denuncia di Diamanti ieri su Repubblica convince anche Marco Travaglio, che da giovedì comincerà una carriera televisiva con Santoro in Anno zero. «Persiste nella sinistra un´arretratezza culturale nel capire la politica di oggi. Sanno che si fa in tv, ma non hanno ancora capito come si fa. In dieci anni di Ulivo non sono stati capaci di coniare uno slogan che buchi lo schermo». Davi salva Veltroni e Bertinotti, boccia D´Alema e Violante, riconosce i progressi di Fassino e Rutelli. «Il 60 per cento del pubblico televisivo è donna, quindi molto attento all´immagine: un´utenza che magari getta solo uno sguardo di tanto allo schermo tra una stirata e l´altra. I leader del centrosinistra non hanno poi capito che Uno Mattina è importante quanto Ballarò, ma il pubblico è completamente diverso, per cui servono altre parole, diversi modi di esporre i problemi. Non è quindi un tabù fare un salto di qualità e programmare meglio gli interventi, ma la strategia di Prodi sembra piuttosto orientata a desacralizzare la tv, come se non gli importasse poi tanto».
Mauro Mazza, direttore del Tg2, ricorda che l´incapacità di comunicare è stata anche una delle lamentele del centrodestra una volta perse le elezioni. «Non abbiamo saputo comunicare le cose buone fatte!» La verità - dice Mazza - è che da un lato abbiamo un uomo di un perfezionismo televisivo eccessivo e dall´altro un eccesso di sottovalutazione. Ciò detto non mi risulta che i tiggì non abbiano mandato dei giornalisti al seguito delle ferie del premier». Dalla sua casa milanese, Enzo Biagi, uno che la tv l´ha fatta per quarant´anni prima che Berlusconi ne decretasse l´ostracismo dal video, ricorda che Prodi rimane anche da presidente del consiglio «il professor Prodi» mentre Berlusconi è uno che suonava per gli altri sulle navi. «Consoliamoci comunque: la tv non è lo specchio del paese, l´Italia è molto meglio di quel che ci mostrano in tv». «Però la tv è decisiva nello spostare quel 4-5 per cento che ti fa vincere le elezioni», ricorda Travaglio. «I politici dicono che la Rai non dev´essere controllata dai politici ma poi non fanno che parlarne, segno che conoscono perfettamente l´importanza del mezzo».
(c.ve.)



INES TABUSSO