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L'UNITA'
4 Maggio 2007
D’Ambrosio: «Uno scandalo la nomina di Mastella»
Il senatore ex procuratore di Mani Pulite contro l’assunzione di Nuvoli al ministero della Giustizia
L’avvocato aveva chiesto la «forca per Borrelli».
Di Pietro: il ministro faccia dietrofront
di Sandra Amurri

«MI STA DANDO un dolore enorme. Ero così tranquillo, qui nel mio ufficio a lavorare. Ora che sono parlamentare di una maggioranza che fa di queste cose mi sento parte di ciò che accade e i cittadini lo rinfacceranno anche a me anche se la responsabilità è personale». Gerardo D’Ambrosio, ex procuratore aggiunto a Milano, simbolo di Mani Pulite, oggi al parlamento eletto come indipendente nei Ds, apprende al telefono la notizia, rivelata da Travaglio su queste pagine, dell’assunzione di Gianpaolo Nuvoli come direttore generale presso il Dipartimento degli Affari di Giustizia del ministero, voluta dal Guardasigilli Mastella. Lo stesso Nuvoli, che, all’indomani dell’avviso di garanzia ricevuto da Berlusconi, da deputato di Fi e membro della commissione Affari costituzionali, inviò ai giornali, su carta intestata Camera dei deputati la seguente dichiarazione: «Debbo affermare che, qualora il procuratore Borrelli fosse condotto alla forca, io sarei in prima fila per assistere soddisfatto all’esecuzione». Il deputato di Fi poi passato all’Udeur, oltre a voler «impiccare Borrelli», quando era sindaco di Ardura in Provincia di Sassari, intitolò la piazza al magistrato morto suicida Luigi Lombardini con targa commemorativa: «Eroico magistrato vittima del Regime» a seguito di una delibera per cui è stato querelato per diffamazione e condannato in primo grado e in appello, pubblicata da Il Giornale di Berlusconi, a sua volta condannato assieme a Nuvoli a risarcire i danni ai pm di Palermo. Soldi che Nuvoli non ha mai pagato in quanto nullatenente: «Lombardini è stato perseguito inopinatamente e con accanimento dalla Procura di Palermo… morto, ammazzato da una pallottola partita da quell’accusa infamante di Caselli e dei suoi uomini di Palermo… ». Lombardini - indagato per estorsione, favoreggiamento reale per il pagamento del riscatto per il sequestro di Silvia Melis, e di calunnia in danno ai magistrati di Cagliari, titolari delle indagini - si sparò dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo e pochi attimi prima che venisse effettuata la perquisizione nel suo ufficio in cui venne trovata una lettera che comprovava che Lombardini aveva mentito nel corso dell’interrogatorio, che si era intromesso nelle trattative per il rilascio della sequestrata senza averne alcun titolo e tenendo all’oscuro dell’iniziativa gli organi inquirenti. Sta di fatto che Nuvoli - che ieri si è detto vittima di un «linciaggio mediatico» - ricoprirà un ruolo apicale in via Arenula con una delega che, ironia della sorte, sembra essergli stata cucita addosso: «Contenzioso sui diritti umani in materia sia civile che penale, sulla responsabilità civile dei magistrati e sull’osservanza degli obblighi internazionali a proposito dei diritti dell’uomo». Nomina che lascia D’Ambrosio «senza parole»: «So perfettamente chi è Borrelli e resto sconvolto da queste notizie. Per fortuna esiste una stampa libera che non dimentica, bene fate a ricordare cosa ha detto questo signor Nuvoli e soprattutto cosa non ha fatto per meritare un simile incarico se non appartenere all’Udeur. Di certo è stato compiuto un altro passo per allontanare i cittadini dalla politica». Continua a resistere anche da parlamentare? «Resisto. Sono ottimista» esclama, aggiungendo di condividere l’opinione di Michele Serra che ritiene la notizia scritta da Travaglio «meritevole di essere trasmessa di casa in casa anche con il tam-tam».
Mentre un altro simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture, spera che anche il Guardasigilli fosse «come lui all’oscuro di chi sia e di cosa abbia detto il suo nuovo direttore generale e ne tragga le dovute conseguenze» confessando di averlo appreso da Travaglio in quanto ai tempi era troppo impegnato per «correre dietro alle dichiarazioni dell’allora on. Nuvoli. Motivo per cui quando la sua nomina è stata presentata in Consiglio dei Ministri non potevo certamente ricordare chi fosse costui».


INES TABUSSO