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LA REPUBBLICA
6 giugno 2007
LO SCETTICISMO DELLA PROCURA "GIOCANO SUGLI EQUIVOCI"
(P.C.)
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cfr. il testo del comunicato:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ufficio stampa e del portavoce
NOTA PER LA STAMPA

Al fine di ristabilire la verità a fronte di alcune inesattezze contenute nell’articolo del 5/6/07 pubblicato su La Repubblica a firma del giornalista D’Avanzo si ritiene opportuno precisare quanto segue:
- Sul fatto “rapimento Abu Omar” del 17/2/03 non esiste agli atti del SISMI nessun documento quindi nessun segreto di Stato.
Nella lettera dell’11/11/05 richiamata nell’articolo, rivolta al Procuratore della Repubblica di Milano e firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca Silvio Berlusconi, si diceva tra l’altro che il Governo e il SISMI “ non hanno avuto, né hanno notizia se non dalla stampa e da codesta Autorità Giudiziaria in ordine al coinvolgimento di persone nel fatto”.
- Il Governo, nel corso dell’audizione al COPACO del sottosegretario con delega Enrico Micheli avvenuta il 25 ottobre 2006, ha confermato l’inesistenza di ogni documentazione circa il fatto del 17/02/03 nell’ambito di una relazione che affrontava vari momenti tra cui anche quello relativo all’avvicendamento al vertice dei servizi che fu poi realizzato a far data dal 16 dicembre 2006.
- Sempre nella lettera datata 11/11/05 a firma del Presidente Berlusconi si aggiungeva peraltro “come sia mio preciso ed indefettibile dovere istituzionale salvaguardare nei modi e nelle forme normativamente previsti la riservatezza di atti, documenti, notizie e ogni altra cosa sia idonea a recare danno agli interessi protetti dall’art. 12 della legge 24 ottobre 1977 n. 801”.
Il Presidente Berlusconi, infatti, appose il segreto di Stato su tutti i documenti riguardanti la politica di difesa contro il terrorismo dopo l’11 settembre 2001, che conteneva, ovviamente, anche il delicato capitolo riguardante i rapporti con gli alleati.
- Tale segreto di Stato apposto dal Presidente Berlusconi veniva confermato dall’attuale Presidente del Consiglio Romano Prodi su segnalazione del suo predecessore al momento del passaggio di consegne avvenuto il 17 maggio 2006 .
- In data 18/07/06 la Procura della Repubblica di Milano chiedeva, in una lettera indirizzata al Presidente Prodi, se esistessero documenti riguardanti la vicenda oggetto dell’indagine e, ove effettivamente esistessero, se su di loro gravasse il segreto di Stato e, nel caso, di valutarne l’opportunità di revocarlo.
Il Presidente Prodi, con lettera del 26/07/06, rispondeva “che su detta documentazione risulta effettivamente apposto il segreto di Stato dal precedente Presidente del consiglio dei ministri; il segreto è stato successivamente confermato dallo scrivente” e aggiungeva che “Nè sussistono, nell’attuale contesto, le condizioni per rimuovere il segreto di Stato da detta documentazione”.
- Quindi, non risulta esatto che il segreto di Stato sia stato opposto dal Presidente Prodi, che si è limitato a confermare il segreto già opposto dal Presidente Berlusconi e nei limiti di tale opposizione; cioè, con esclusione di quanto relativo al fatto “rapimento Abu Omar”, peraltro sempre accertabile dai magistrati con ogni consentita acquisizione probatoria nel rispetto del segreto di Stato.
- Quanto al conflitto di attribuzioni, si tratta, come noto, di strumento previsto dalla Costituzione proprio per dirimere le questioni riguardanti i limiti delle rispettive attribuzioni tra poteri dello Stato e, in materia di segreto di Stato, tra il Presidente del consiglio e la magistratura. Di conseguenza, la proposizione di conflitto di attribuzioni anche nei confronti dell’azione della magistratura rientra nella fisiologia dell’ordinamento costituzionale, proprio a garanzia del corretto uso del potere attribuito dalla Carta costituzionale. In tale contesto e in tal senso il Governo ha proposto il conflitto di attribuzioni, nel cui ricorso depositato dall’Avvocatura dello Stato non viene mai usata l’espressione, così impegnativa e fuori luogo, “comportamenti criminosi” dei magistrati di Milano.
- Per quanto riguarda, infine, l’attuale capo del SISMI, Ammiraglio Branciforte - nel ribadire quanto già dichiarato ieri dal Ministro della Difesa - non possiamo che condividere il giudizio ampiamente positivo che ne viene dato nell’articolo.
Come potremmo fare diversamente visto che è stato nominato proprio dal Governo Prodi a far data dal 16/12/06?
- Lo stesso Ammiraglio Branciforte potrà confermare senza ombra di dubbio che sin dal primo momento gli fu data “carta bianca” in tutti i sensi per assolvere al compito di cambiamento che gli è stato affidato dal Governo.
Quindi l’ Ammiraglio è nella situazione di potere operare senza alcun condizionamento a differenza di quanto viene detto nell’articolo richiamato.
Il Governo lo ha supportato, lo supporta e lo supporterà senza alcuna interferenza della politica e nel solo interesse dello Stato.

Roma, 5 giugno 2007


INES TABUSSO