00 26/02/2008 11:43
Scoperte nel sangue "spie" dei disturbi dell'umore


In futuro possibile misurare la gravità della malattia e l’effetto delle cure



MILANO
Isolate nel sangue le molecole “spia” dei disturbi dell’umore. Potrebbero rappresentare, in futuro, una “finestra” per guardare nel nostro cervello a caccia di eventuali malattie, ma anche dell’effetto delle cure. Un team di ricercatori dell’Indiana University School of Medicine (Usa) ha isolato, infatti, alcuni particolari biomarker nel sangue: le “impronte digitali” dei disordini bipolari.

Una scoperta pubblicata su “Molecular Psychiatry”, che potrebbe rivoluzionare diagnosi e trattamento di questa sindrome. Il gruppo di molecole spia è presente in diverse quantità nelle persone che soffrono di stati di euforia o depressione. E la concentrazione nel sangue varia anche in base alla gravità di “up” o “down” sperimentati dai pazienti.

«Questa scoperta è un grosso passo avanti per portare la psichiatria alla pari con altre specialità mediche, che hanno a disposizione sistemi diagnostici per misurare gli stati patologici e l’efficacia del trattamento», spiega Alexander Niculescu III, primo autore dello studio e docente di psichiatria all’IU School of Medicine Institute of Psychiatric Research. «Benchè gli psichiatri sapessero che disordini bipolari e altre patologie psichiatriche producessero modificazioni molecolari nel cervello, non c’era modo di misurarle se il paziente era ancora vivo», ricorda Niculescu. «Ora il sangue può essere usato come un tessuto surrogato per diagnosticare queste malattie e rilevarne la gravità».

I ricercatori hanno scoperto, infatti, che le modificazioni molecolari che si verificano nel cervello si riflettono nella produzione nel sangue di questi particolari biomarker. E i livelli sono correlati alla gravità dei sintomi. Il team ha isolato le “spie” dell’umore nel sangue di 96 pazienti coinvolti in una ricerca iniziale, sostenuta fra l’altro dai National Institutes of Health americani e da Eli Lilly.

Ma il team dell’Indiana University non si ferma qui: ha pianificato un più vasto studio per monitorare il comportamento di questi marker dell’umore in risposta ai trattamenti. Inoltre, i ricercatori useranno la loro metodologia per scovare i biomarker di altre patologie psichiatriche.


da: www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=602&ID_sezione=243&sezi...




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