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LE VACANZE DEL PAPA

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    00 23/07/2009 16:11
    Il riposo del Papa in montagna tra riflessioni e incontri con gli abitanti di Les Combes. Domani i Vespri ad Aosta, sabato controllo radiologico al polso

    Ad Aosta, c’è fermento e clima di vigilia per la visita che nel pomeriggio di domani Benedetto XVI farà alla città, per la recita dei Vespri in programma nella cattedrale. Intanto, nello chalet di Les Combes e nei dintorni il Papa vive ore di distensione, di tanto in tanto caratterizzate - come accaduto ieri - da qualche occasionale incontro con alcuni degli abitanti della piccola frazione di Introd. E si profila anche un nuovo controllo al polso fratturato del Pontefice, da parte dei sanitari dell’Ospedale Parini e dello staff medico vaticano. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a Les Combes:

    R. - Ieri sera, nel corso della sua passeggiata abituale, il Papa - giunto praticamente fino all'abitato di Les Combes - ha incontrato un gruppetto di bambini, accompagnati dalle mamme, e si è intrattenuto con loro. E' stato un momento simpatico e anche curioso, perché uno dei bimbi ha raccontato che nella vicina Val di Rem, dove lui si trova d’inverno, ci sono sei metri di neve e il Papa ha reagito con un’evidente e naturale stupore: come si fa a vivere con sei metri di neve? E’ stato un piacevole momento di incontro. Oggi, poi, il Papa ha avuto una mattinata normale, mentre ieri il cardinale Bertone gli ha portato diversi dossier ruguardanti attuali problemi nel governo della Chiesa, che il Papa sta studiando, leggendo e sui quali sta riflettendo in questo periodo.


    D. – Come è stato detto più volte, il Papa sta imparando a modificare qualcuna delle sue abitudini a causa dell’infortunio, infortunio che viene tenuto costantemente sotto controllo dai sanitari di Aosta. E’ previsto un nuovo controllo a breve?


    R. - Sì, oggi viene portato dall’ospedale di Aosta alla residenza del Papa un apparato radiologico portatile, leggero, che permetterà di compiere, sabato mattina, un esame radiologico di controllo, che è normale in queste situazioni. Oltre ai medici vaticani - il dott. Polisca e il dott. Berti - che sono qui, normalmente, durante le vacanze del Papa, parteciperà a questo esame il dott. Manuel Mancini, il primario che ha operato il Santo Padre. Inoltre, giungerà qui anche il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma: è un collaboratore abituale, specialistico, dei Servizi sanitari vaticani e sarà colui che, dal punto di vista ortopedico, seguirà il Santo Padre dopo il suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. In questo modo, si garantisce la continuità dell’assistenza medica.


    D. - Ad Aosta, intanto, è clima di vigilia per l’arrivo di Benedetto XVI, domani…


    R. - Sì, i preparativi sono in corso: sono state montate le telecamere, sono stati approntati gli ambienti in modo tale che tutto si possa svolgere nel modo migliore. E’ molto bello il fatto che il Papa potrà attraversare - speriamo che il tempo sia buono - le vie storiche centrali della città con grande presenza di popolo. In questo modo la città potrà accogliere Benedetto XVI, anche se solo 400 persone potranno essere presenti direttamente alla celebrazione dei Vespri. Ma la trasmissione sia radiofonica sia televisiva permetterà a molti, che desiderano farsi vicini e pregare per il Papa in questa circostanza, di essere anch’essi presenti.



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    00 24/07/2009 01:19
    Il Cardinal Bertone prepara con il Papa la presentazione dell'enciclica
    Illustrerà la "Caritas in veritate" davanti al Senato italiano



    LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, presenterà l'Enciclica “Caritas in veritate” al Senato italiano, il prossimo martedì 28 luglio, su invito del Presidente Renato Schifani.

    Questo mercoledì il porporato ha rivisto con il Papa alcuni dettagli della sua presentazione nella residenza in Valle d'Aosta dove Benedetto XVI si trova a trascorrere alcuni giorni di riposo.

    Il braccio destro del Papa si è trasferito in elicottero fino a Les Combes, che si trova non troppo distante dalla sua città natale, Romano Canavese.

    Al centro di questi incontri abituali ci sono le “riflessioni comuni sui problemi riguardanti il governo corrente della Chiesa”, secondo quanto ha spiegato alla Radio Vaticana, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, S.I.

    Il sacerdote gesuita ha poi aggiunto che “si tratta quindi di un momento fraterno, piacevole, che si conclude con il pranzo del Cardinale Bertone assieme al Papa”.

    Successivamente, il Cardinale si è nuovamente diretto a Romano Canavese per prepararsi a far ritorno a Roma, previsto per giovedì mattina.





    Il Papa riceve auguri di pronta guarigione da tutto il mondo
    Un apparato radiologico portatile permetterà di verificare le condizioni del polso



    LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Dopo la frattura del polso e la conseguente operazione chirurgica, Benedetto XVI sta ricevendo auguri di pronta guarigione da tutto il mondo.

    Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, in un comunicato diffuso dalla Santa Sede questo giovedì, in cui ricorda che agli auguri ricevuti nei giorni scorsi si sono aggiunti “quelli giunti dai reali di Spagna, dal cancelliere tedesco Angela Merkel e oggi quello del senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica Italiana”.

    L'incidente non ha ostacolato troppo il lavoro del Papa, che “fra altre occupazioni studia i documenti che gli sono stati portati ieri dal Cardinal Bertone su diverse questioni”.

    Continuano, inoltre, le passeggiate che il Pontefice compie nei dintorni della casa dei Salesiani di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove alloggerà fino al 29 luglio. Questo mercoledì sera, il Papa ha incontrato vicino a Les Combes “un gruppetto di cinque bambini accompagnati da tre signore e si è intrattenuto brevemente con loro”, rivela padre Lombardi.

    “Uno dei bimbi ha raccontato che in Val di Rhemes, dove vive, d’inverno ci sono 6 metri di neve suscitando lo stupore e la curiosità del Papa”.

    Questo giovedì è stato inoltre portato dall’ospedale di Aosta alla residenza del Papa un apparato radiologico portatile che permetterà di compiere sabato mattina un esame radiologico di controllo al polso.

    Oltre ai medici vaticani – il dott. Polisca e il dott. Berti –, saranno presenti il dott. Mancini, che ha operato il Santo Padre, e il prof. Vincenzo Sessa, primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma e abituale collaboratore specialista dei Servizi Sanitari Vaticani, che seguirà dal punto di vista ortopedico il Papa dopo il rientro a Castel Gandolfo.

    “In tal modo – conclude il comunicato vaticano – si garantisce la continuità dell’assistenza medica”.

    Questo venerdì Benedetto XVI visiterà Aosta per recitare i Vespri nella Cattedrale. “I preparativi sono in corso - ha riferito padre Lombardi alla “Radio Vaticana” -: sono state montate le telecamere, sono stati approntati gli ambienti in modo tale che tutto si possa svolgere nel modo migliore”.

    “E’ molto bello il fatto che il Papa potrà attraversare - speriamo che il tempo sia buono - le vie storiche centrali della città con grande presenza di popolo”, ha confessato.

    “In questo modo la città potrà accogliere Benedetto XVI, anche se solo 400 persone potranno essere presenti direttamente alla celebrazione dei Vespri”.

    “La trasmissione sia radiofonica sia televisiva permetterà a molti, che desiderano farsi vicini e pregare per il Papa in questa circostanza, di essere anch’essi presenti”, ha aggiunto.

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    00 24/07/2009 16:38
    Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta


    Il Papa presiederà oggi pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta. Saranno presenti circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi. La Radio Vaticana seguirà in diretta il rito a partire dalle 17.20. Al termine della liturgia, Benedetto XVI saluterà dal sagrato della Cattedrale i fedeli che hanno seguito i Vespri dall’esterno; prima di rientrare a Les Combes, il Pontefice si fermerà a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo. Per quanto riguarda i Vespri in Cattedrale c’è da sottolineare che si svolgono in coincidenza con l’Anno Anselmiano indetto per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo d’Aosta (1109). Per questa occasione il Papa ha scritto due lettere: all’abate primate dei Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf, e al cardinale Giacomo Biffi, suo inviato speciale per le celebrazioni anselmiane. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio Centofanti.

    Benedetto XVI ricorda “la sottile dottrina teologica e filosofica” di Sant’Anselmo che fa di lui un segno di quel “Medioevo pensante” che molti hanno tentato ideologicamente di oscurare. Anselmo, abate e priore del Monastero benedettino di Bec, in Normandia, e poi arcivescovo di Canterbury, è considerato il padre della Scolastica, quel ricco periodo culturale che nelle “scholae” e nelle università del tempo cercava la verità con le ali della ragione e della fede. Celebre la sua “prova ontologica” con cui voleva dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e le contraddizioni dell’ateismo. Il Papa descrive un Anselmo cresciuto tra i monti innevati della Val d’Aosta: Dio gli “appare come ciò di cui non è possibile pensare qualcosa di più grande”; per incontrarlo occorre “salire sul vertice della montagna”. Servono sia la fede, sia la ragione, ma afferma: “se non crederete, non comprenderete”. Benedetto XVI sottolinea il suo insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e della libertà della Chiesa che difende contro le ingerenze dei re d’Inghilterra. Per questo è costretto all’esilio come arcivescovo di Canterbury. Anselmo non ha paura di perdere la vita e dice: “preferisco essere in disaccordo con gli uomini piuttosto che, d’accordo con loro, essere in disaccordo con Dio”. Voleva restare monaco per tutta la vita. Non si sentiva adatto né capace di guidare una diocesi. Il suo stile unisce misericordia e fermezza, ma deve affrontare numerose tribolazioni. Il Papa ricorda le parole di Sant’Anselmo in mezzo a tante sofferenze e persecuzioni: “Non conserverò nel cuore alcun rancore per nessuno”.


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    00 25/07/2009 01:45
    Les Combes si prepara per l'Angelus con il Papa
    Attese 5.000 persone



    LES COMBES, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Les Combes, il paese sulle Alpi della Valle d'Aosta in cui Benedetto XVI sta trascorrendo le sue vacanze, si prepara alla celebrazione dell'Angelus di domenica prossima con il Papa.

    Dopo la recita della preghiera mariana di domenica scorsa a Romano Canavese (Torino), paese natale del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, questa volta il Pontefice vivrà il consueto appuntamento domenicale nel luogo in cui sta passando qualche giorno di riposo fino al 29 luglio.

    Un comunicato di padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, diffuso questo venerdì spiega che a Les Combes fervono i preparativi per l'Angelus, che verrà recitato “nel prato vicino alla residenza del Papa”.

    Si pensa che per l'occasione arriveranno circa 5.000 persone, e fin d'ora “vengono collocate le transenne, le panche per i posti a sedere, gli ornamenti floreali”.

    Dal canto suo, Benedetto XVI ha compiuto questo giovedì “la sua breve passeggiata abituale nonostante la giornata piovosa”.

    In serata, il presidente della regione, Augusto Rolandin, e il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, “hanno partecipato in clima di grande cordialità alla cena nella colonia salesiana, con il personale vaticano e della colonia”.

    “Il sindaco – ha aggiunto padre Lombardi – ha offerto un’ottima polenta con capriolo, da lui stesso cucinata con grande maestria”.

    La mattinata di questo venerdì è stata caratterizzata dai preparativi ad Aosta per la visita del Papa e per la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale, nel pomeriggio.

    Il Pontefice, conclude il comunicato vaticano, ha trascorso una “mattina tranquilla”, preparandosi all’incontro di Aosta e pensando all’omelia quasi interamente a braccio che avrebbe tenuto durante la celebrazione.

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    00 25/07/2009 01:47
    Benedetto XVI: la misericordia è il “vero potere” di Dio
    Nel presiedere i Vespri nella Cattedrale di Aosta

    di Mirko Testa


    AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- A un mondo dominato dall'ingiustizia, assetato di amore e abituato a misurare il potere sul possesso e la forza, Dio ha mostrato il suo volto di misericordia, sacrificando suo Figlio sulla Croce.

    E' quanto ha detto il Papa nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, dedicata a Maria Assunta, alla presenza di circa 400 persone in rappresentanza dei sacerdoti, religiosi e laici di tutta la comunità diocesana.

    L'incontro si inseriva nella cornice delle celebrazioni per il 90° centenario della morte di Sant’Anselmo d'Aosta (1033-1109), da molti indicato come il “padre della scolastica” e conosciuto anche come “Dottore Magnifico”, che fu monaco benedettino, filosofo e teologo, Abate del monastero di Bec, in Normandia, e alla fine Arcivescovo di Canterbury.

    Le celebrazioni per l’Anno Anselmiano hanno avuto il loro culmine il 21 aprile corso, in questa stessa cattedrale, in occasione dell'inaugurazione del Cenotafio di Sant'Anselmo e con la Messa presieduta dal Cardinale Giacomo Biffi, inviato speciale del Santo Padre per le celebrazioni.

    Nel suo indirizzo di saluto, il Vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, ha ricordato la storia di questa antica cattedrale, la cui presenza, in base alle indagini archeologiche, si fa risalire alla fine del IV sec., anche se le iscrizioni funerarie informano dell'esistenza, già da prima, di un antico polo religioso cristiano che ruotava attorno a una abitazione privata destinata al culto e databile intorno al II sec.

    Partendo da questo riferimento storico, il Vescovo è quindi ritornato ai giorni nostri, esprimendo la sua preoccupazione per la situazione presente delle “nostre famiglie” che “soffrono molto”.

    “Voglio sperare – ha quindi detto – che questa sofferenza […] possa nel tempo che viene rigenerare questa bellissima comunità, piccola chiesa, o meglio chiesa domestica, famiglia fondata sul matrimonio” e “possa riguadagnare la bellezza a cui Cristo, Nostro Signore, l'ha chiamata”.

    Dopo la preghiera dei Vespri, Benedetto XVI ha quindi preso la parola per pronunciare una omelia a braccio, incentrata su alcuni passaggi della Lettera di San Paolo ai Romani, e nella quale ha sottolineato il carattere fondamentale del rapporto tra l'uomo e Dio.

    “Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente – ha infatti avvertito – manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare”.

    Tuttavia di fronte a un Dio che “sembra assente, molto lontano”, che “non sembra entrare nella nostra vita quotidiana”, è il mistero della Croce che interviene a rendercelo vicino: “Questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare”.

    Oggi tuttavia, ha osservato il Papa, si avverte anche un'altra paura, la minaccia dell'onnipotenza, che “sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte”. Al contrario, ha spiegato, “dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà”.

    “Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia – ha continuato –, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere”.

    Infatti, a un concetto comunemente accettato di potere come corollario del denaro o della forza militare, Dio oppone il “potere di grazia e misericordia”.

    “Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino”, ha detto Benedetto XVI.

    E a chi domanda “perché era necessario soffrire per salvare il mondo”, il Papa risponde che “nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia”.

    “Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia – ha continuato –. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore”.

    Ma con il sacrificio del Figlio sulla Croce Dio ci ha voluti anche invitare “a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo”, per “entrare nel fiume del suo amore” e divenire, come ricordava San Paolo nel cap. 12 della sua Lettera ai Romani, “un sacrificio vivente” per “trasformare così il mondo”.

    Nell'Anno sacerdotale appena iniziato, il Papa ha accennato brevemente al compito del sacerdote chiamato a “consacrare il mondo perché diventi 'ostia vivente', perché il mondo diventi liturgia”, e ad essere al contempo “annuncio di Dio”, “porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino”.

    Infatti, ha detto il Papa, la nostra umanità affamata non solo di pane, ma anche di giustizia e di amore ha bisogno di conoscere Dio. “Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore”, ha concluso con una invocazione il Pontefice.

    Al termine della liturgia, Benedetto XVI si è fermato sul sagrato della Cattedrale per salutare i fedeli assiepati all'esterno.

    “Grazie per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza...ma senza incidenti per voi”, ha detto scherzando.

    Prima di far ritorno a Les Combes, il Pontefice si è quindi fermato a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo.






    Omelia di Benedetto XVI per i Vespri nella Cattedrale di Aosta


    AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito una trascrizione di lavoro dell'omelia pronunciata quasi interamente a braccio da Benedetto XVI, nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta alla presenza di circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi.

    * * *

    Eccellenza,

    cari fratelli e sorelle,

    vorrei innanzitutto dire grazie a lei, Eccellenza, per le sue buone parole con le quali mi ha introdotto nella grande storia di questa chiesa cattedrale e così mi ha fatto sentire che preghiamo qui, in questa bella chiesa, non solo in questo momento ma anche nei secoli. E grazie a tutti voi che siete venuti per pregare con me e per rendere visibile così questa rete di preghiera che ci collega tutti e sempre.

    In questa breve omelia vorrei dire qualche parola sulla orazione con la quale si concludono questi Vespri, perché mi sembra che in questa orazione il brano della Lettera ai Romani, ora letto, sia interpretato e trasformato in preghiera.

    La orazione si compone di due parti, un indirizzo, una intestazione per così dire, e poi la preghiera composta da due domande. Cominciamo con l'indirizzo che ha, a sua volta, due parti. Va qui un po' concretizzato il “tu” al quale parliamo per poter bussare con migliore forza al cuore di Dio. Nel testo italiano leggiamo semplicemente, “Padre misericordioso”, il testo originale latino e un po' più ampio e dice “Dio onnipotente e misericordioso”. Dio. Nella mia recente Enciclica ho tentato di mostrare la priorità di Dio sia nella vita personale che anche nella vita, nella storia e nella società del mondo. Certamente la relazione con Dio è una cosa profondamente personale, e la persona è un essere in relazione e se la relazione fondamentale, la relazione con Dio non è viva, non è vissuta, anche tutte le altre relazioni non possono trovare la loro forma giusta.

    Ma questo vale anche per la società, per l'umanità come tale, anche qui se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare. Dio. Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente. Ma Dio, come conoscerlo? Nelle visite ad limina parlo sempre delle religioni tradizionali con i Vescovi soprattutto africani, ma anche dell'Asia e dell'America latina, dove ci sono ancora queste religioni. Sono molti i dettagli abbastanza diversi, naturalmente, ma ci sono anche elementi comuni. Tutti sanno che c'è Dio, un solo Dio, che Dio è una parola al singolare, che gli dei non sono Dio, che c'è Dio, il Dio.

    Ma nello stesso tempo questo Dio sembra assente, molto lontano, non sembra entrare nella nostra vita quotidiana, si nasconde, non conosciamo il suo volto. E così la religione in gran parte si occupa di cose come i poteri più vicini, gli spiriti, gli antenati, etc., perché Dio stesso è troppo lontano e quindi ci si deve arrangiare con questi poteri vicini.

    E l'evangelizzazione consiste proprio nel fatto che il Dio lontano si avvicina. Che Dio non è più lontano ma è vicino. Che questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare. E perciò perché Dio stesso adesso è vicino,

    lo conosciamo, ci mostra il suo volto, entra nel nostro mondo, non c'è più bisogno di arrangiarsi con questi altri poteri perché lui è il potere vero, è l'Onnipotente. Non so perché nel testo italiano hanno omesso la parola “onnipotente”, ma è vero che ci sentiamo un po' quasi minacciati dall'onnipotenza, sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte, ma dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà, perché egli stesso è il bene, è l'amore e la vera libertà e perciò tutto ciò che fa non può mai essere in contrasto con verità, amore e libertà. E' vero il contrario: Egli Dio è il custode della nostra libertà, dell'amore, della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere. E' l'occhio dell'amore che ci dà l'aria di vivere.

    Dio onnipotente e misericordioso, una orazione romana collegata con il testo del Libro della Sapienza dice: "O Dio, che manifesti la tua onnipotenza soprattutto nella misericordia e nel perdono". Il vertice della potenza di Dio è la misericordia e il perdono. Nel nostro concetto mondiale di oggi del potere pensiamo che ha il potere chi ha grandi proprietà; in economia è chi ha qualcosa da dire, che dispone di capitali per influire sul mondo del mercato, pensiamo che ha il potere chi dispone del potere militare, che può minacciare. E la domanda di Stalin - “Quante divisioni ha il Papa?” - ancora caratterizza l'idea media del potere. Il potere lo ha chi può essere pericoloso, chi può minacciare, chi può distruggere, chi ha in mano tante cose del mondo.

    Ma la Rivelazione ci dice che non è così. Il vero potere è il potere di grazia e misericordia. Nella misericordia Dio dimostra il vero potere e così la seconda parte di questo indirizzo dice: “Che hai redento il mondo con la passione del tuo Figlio”. Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino. Voleva soffrire con noi e per noi e nelle nostre sofferenze non ci ha mai lasciato soli. Dio nel suo Figlio ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze.

    Tuttavia rimane la questione difficile, che adesso non si può interpretare ampiamente: perché era necessario soffrire per salvare il mondo? Era necessario? Perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia. Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo

    e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore. E' questo l'avvenimento della Croce che da quel momento è andato contro l'oceano del male. Esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo. Un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di bene più grande di tutto il male che possa mai esistere.

    E così l'indirizzo a Dio diventa un indirizzo a noi, cioè questo Dio ci invita a metterci dalla sua parte, a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore.

    E proprio questo è il contenuto della prima parte della preghiera che segue: “Fa che la tua Chiesa si offra a te come sacrificio vivo e santo”. Questa domanda diretta a Dio va a anche a noi stessi. E' un accenno a due testi della Lettera ai Romani. Nel cap. 12, Paolo dice che dobbiamo noi stessi divenire “un sacrificio vivente”, cioè noi stessi con tutto il nostro essere dobbiamo essere adorazione, sacrifico, restituire il nostro mondo a Dio, trasformare così il mondo.

    Al cap. 15 dove Paolo descrive l'apostolato come sacerdozio, la funzione del sacerdozio è consacrare il mondo perché diventi “ostia vivente”, perché il mondo diventi liturgia. Che la liturgia non sia una cosa accanto alla realtà del mondo ma che il mondo stesso diventi “ostia vivente”, diventi liturgia. E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin che alla fine avremo una vera liturgia cosmica, e il cosmo diventerà ostia vivente. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso, ad aiutare nella trasformazione del mondo in adorazione di Dio, cominciando da noi stessi. Che la nostra vita parli di Dio, che la nostra vita sia realmente liturgia, annuncio di Dio, porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino e realmente dono di noi stessi a Dio.

    E poi la seconda domanda: Fa che il tuo popolo “sperimenti sempre la pienezza del tuo amore”. Il testo latino aveva detto saziaci col tuo amore e così il testo accenna al Salmo che abbiamo cantato, dove si dice “apri la tua mano e sazia la fame di ogni vivente”. E quanta fame esiste sulla Terra! Fame di pane in tante parti del mondo. Sua Eccellenza ha parlato anche delle sofferenze delle famiglie qui. Fame di giustizia, fame di amore. E con questa preghiera preghiamo Dio: apri la tua mano e sazia realmente la fame di ogni vivente. Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore. Così sia. Amen.

    [Trascrizione e adattamento a cura di ZENIT]




    Saluto al termine della liturgia, sul sagrato della Cattedrale, a coloro che avevano i seguito i Vespri all’esterno

    Cari amici,

    vorrei semplicemente dire “Grazie” per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Qui siamo tutti uniti nella preghiera, e siamo uniti nell’amicizia che il Signore ci dona. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza…senza incidenti per voi! Grazie! Auguri a tutti voi.

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    00 25/07/2009 16:01
    Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes


    Mentre la frazione valdostana di Les Combes si prepara ad accogliere le persone - previste in qualche migliaio - che domani parteciperanno alla recita dell’Angelus presieduta dal Papa, questa mattina Benedetto XVI è stato sottoposto alla prevista radiografia al polso infortunato, che ha mostrato “un decorso buono” della frattura. L’esame si è svolto nelle vicinanze dello chalet che ospita il soggiorno estivo del Pontefice, come spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

    R. - La mattina si è svolta normalmente. Poi, intorno alle 11.40, c’è stato il previsto controllo medico, ad un settimana circa dalla frattura e dall’intervento. Il controllo ha avuto luogo nella Colonia salesiana, in un locale appositamente attrezzato - la Colonia è vicinissima alla residenza del Santo Padre - e i risultati sono molto buoni. Il decorso clinico ha mostrato di essere buono e corrispondente a quanto previsto. Nell’occasione, si è tolto il tutore in vetroresina che immobilizza e protegge il polso del Papa, per permettere il controllo, e poi ne è stato applicato uno nuovo. Alla fine del controllo, il Papa ha salutato cordialmente, e sorridendo, tutti i medici, tutti i membri dell’équipe: un clima molto sereno, quindi, molto familiare. All’esame hanno partecipato i due medici vaticani che seguono il Papa qui - il suo medico personale, il dott. Polisca, e il dott. Berti - e poi naturalmente il dott. Manuel Mancini, il primario ortopedico di Aosta che ha operato il Santo Padre. Era anche presente, come già annunciato, il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, che collabora dal punto di vista specialistico con i Servizi sanitari vaticani e che sarà colui che seguirà dal punto di vista ortopedico il Santo Padre, al suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. Così si sono poste le premesse per una continuità adeguata dell’assistenza medica al Pontefice.


    D. - Dopo il bagno di folla di ieri ad Aosta, molte persone sono attese anche per domani proprio a Les Combes per la recita dell’Angelus. Qual è la situazione della vigilia?


    R. - Qui è tutto molto tranquillo, ma nella mattina sono state preparate le attrezzature per le trasmissioni audio e video. Molti sono inoltre i gruppi che si sono annunciati. Si tratta, come di consueto, di gruppi di diverse località della Valle d’Aosta e poi di numerosi gruppi di giovani cattolici o di organizzazioni cattoliche - di oratori, di parrocchie, di associazioni - che stanno facendo le loro vacanze nelle tante località della Valle che sono molto idonee per questo. Provengono da regioni anche lontane - dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana - e si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone, forse circa 5 mila. Alle 10.30, il vescovo di Aosta, mons. Anfossi, celebrerà una Messa per i fedeli che saranno in attesa e con lui concelebreranno il vescovo di Ivrea, mons. Miglio, il vescovo di Mondovì, mons. Pacomio, il vescovo di Asti, mons. Ravinale, il vescovo di Ventimiglia, mons. Careggio. E per l’Angelus è atteso anche il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Dunque, ci sarà certamente una bella presenza intorno al Santo Padre.


    D. - In queste ore è stata sollevata la questione del possibile rischio che appuntamenti collettivi, come ad esempio le udienze generali, possono rappresentare per la salute dei partecipanti, in relazione alla diffusione del virus della Nuova influenza. Cosa si può dire, in merito?


    R. - Io ho letto l’intervista rilasciata dal prof. Rocchi all’Osservatore Romano e mi sembra assolutamente priva di ogni motivo di particolare preoccupazione. Il prof. Rocchi ha spiegato che, naturalmente, anche il Vaticano tiene conto di eventuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie italiane, qualora ci siano delle epidemie in corso, per evitare - se il caso - assembramenti che facilitino la diffusione del virus. Ma non ha affatto detto che questa sia una situazione incombente o vicina o prevedibile. Quindi, ha fatto presente un criterio di prudenza, di saggezza, che è generale. Ricordo, per esempio, pochi mesi fa in Messico, nella prima fase dell’epidemia che suscitava delle preoccupazioni, l’arcivescovo di Città del Messico ha invitato i fedeli a non recarsi la domenica a Messa nelle chiese per evitare, appunto, occasioni che potessero essere di rischio o di preoccupazione. La situazione poi si è normalizzata e tutto ha ripreso a funzionare normalmente. Quindi, si tratta di una normale, naturale prudenza che coinvolge anche le comunità cristiane, quando ciò è necessario. Ma non mi pare affatto che questo sia qualcosa di imminente, non ha certo detto questo il professor Rocchi.



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    00 26/07/2009 16:37
    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


    Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.

    Oggi, a mezzogiorno, dalla villetta dove risiede, il Papa guida la recita dell’Angelus.

    Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Buona domenica! Ci incontriamo qui a Les Combes, presso l’accogliente casa che i Salesiani mettono a disposizione del Papa, dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d’Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate segnate da vera distensione – malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto. Colgo l’occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione. Saluto il Cardinale Poletto e i Vescovi presenti, in particolare il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Saluto cordialmente il Parroco di Les Combes, le Autorità civili e militari, le Forze dell’ordine, e tutti voi, cari amici, come pure coloro che sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

    Quest’oggi, in questa splendida domenica in cui il Signore ci mostra tutta la bellezza della Sua Creazione, la liturgia prevede come pagina evangelica l’inizio del capitolo VI di Giovanni, che contiene dapprima il miracolo dei pani – quando Gesù diede da mangiare a migliaia di persone con solo cinque pani e due pesci –; quindi l’altro prodigio del Signore che cammina sulle acque del lago in tempesta; e infine il discorso in cui Egli si rivela come "il pane della vita". Narrando il "segno" dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani "sante e venerabili" il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!

    Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio.



    DOPO L’ANGELUS

    La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Nous célébrons, comme chaque dimanche, les merveilles que le Seigneur a faites pour chacun de nous. C’est pourquoi je vous convie à reconnaître dans votre vie la grâce surabondante de Dieu pour tout homme. En cette période estivale, je vous invite, suivant l’exemple du Seigneur, à vous retirer à l’écart pour prier. N’oubliez pas Dieu pendant vos vacances car Lui Il reste présent à vos côtés et Il vous accompagne ! Je demande à Dieu de vous bénir, ainsi que vos familles et vos amis !

    I greet all the English-speaking visitors present today. Thank you for joining me here in Les Combes to pray the Angelus. I hope that your holidays may be a time of great joy, spent together as families, and of deep spiritual renewal, as you rest in the marvel of God’s gift of creation. May the Almighty abundantly bless each of you and your loved ones.

    Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Vielen Dank für das Gebet und die Genesungswünsche der vergangenen Tage. Jeder Sonntag lädt uns ein, bei der heiligen Messe in die Gegenwart Gottes zu treten: Dort hören wir sein lebendiges Wort und empfangen seinen Leib als geistliche Nahrung. Euch allen wünsche ich gesegnete Ferien!

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que han participado en esta oración mariana, así como a cuantos se han unido a nosotros a través de la radio y la televisión. Invito a todos a que, a ejemplo de María, seáis dóciles a la voluntad de Dios, para dar testimonio del amor infinito que tiene a todos. Feliz domingo.

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziękuję wam za modlitwę i słowa solidarności po moim wypadku. W dniu świętych Joachima i Anny, rodziców Maryi, życzę, aby w każdej rodzinie panował ich duch miłości i wierności. Boże błogosławieństwo niech stale wam towarzyszy.

    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Vi ringrazio per la preghiera e per le parole di solidarietà dopo il mio infortunio. Nel giorno dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria, auguro che in ogni famiglia regni il loro spirito d’amore e di fedeltà. La benedizione di Dio vi accompagni sempre.]

    Saluto infine con affetto le famiglie e i gruppi di lingua italiana, in particolare le Suore della Carità di Santa Maria, riunite per il loro Capitolo Generale. Care sorelle, attingete dal vostro carisma nuova linfa per essere segno dell’amore del Signore nel servizio ai poveri e ai giovani, ad imitazione di Maria, modello di carità e Madre del Buon Consiglio. Saluto anche le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Aosta e le altre Religiose presenti. Accolgo volentieri i fedeli di Romano Canavese, dove ho avuto la gioia di recarmi domenica scorsa, e inoltre quelli di Courmayeur, di Santa Maria della Versa, Castelnuovo Scrivia e di Chieri. Saluto la Comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, i giovani di San Benigno Canavese, di San Protaso in Milano, di Induno Olona e quelli della Diocesi di Lodi; l’"Opera per la Gioventù Giorgio La Pira" di Firenze, il gruppo Domus laetitiae di Biella, e i numerosi africani residenti a Torino. Poco fa, parlando dei santi Gioacchino e Anna, ho ricordato i nonni. Ora vorrei estendere il mio pensiero a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.

    Grazie ancora per essere venuti e buona domenica!

    Cher Valdôtains, ze si fran content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise.

    A cieutte ze suetto on bon izoten!

    (Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!)




    Benedetto XVI chiede ai sacerdoti totale affidamento a Dio
    Nel discorso in occasione dell'Angelus



    LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- L'affidamento totale a Dio è ciò che Benedetto XVI ha chiesto ai sacerdoti questa domenica durante la recita della preghiera mariana dell'Angelus.

    In occasione del tradizionale appuntamento settimanale, che questa volta ha avuto luogo a Les Combes, presso la casa dei Salesiani in cui il Pontefice sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza, il Papa ha ringraziato in primo luogo per "la gioia di queste giornate segnate da vera distensione - malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto" che sta trascorrendo sulle Alpi.

    "Colgo l'occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione", ha confessato.

    Ricordando il brano evangelico odierno (Gv 6, 1-15), che narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Papa ha spiegato come l'Evangelista sottolinei che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento.

    "Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell'Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l'istituzione dell'Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi", ha osservato.

    L'Eucaristia, ha aggiunto, "è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita".

    "In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?".

    "E leggendo di quell'anonimo ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos'è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione?".

    "E la risposta la dà il Signore - ha concluso -: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!".





    Il Papa: i nonni, depositari dei valori fondamentali della vita


    LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- In occasione della memoria dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e quindi nonni di Gesù, che si celebra questa domenica, Benedetto XVI ha voluto sottolineare l'importante ruolo svolto dai nonni nella società.

    Nell'intervento che ha pronunciato in occasione dell'Angelus, recitato dalla villetta di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo, il Papa ha spiegato che la ricorrenza "fa pensare al tema dell'educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa".

    "In particolare - ha aggiunto -, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita".

    Per il Pontefice, "il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un'adeguata presenza accanto ai figli, nell'età della crescita".

    Per questo motivo, ha affidato alla protezione di Sant'Anna e San Gioacchino "tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione".

    "La Vergine Maria, che - secondo una bella iconografia - imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio", ha sottolineato.


    Il Papa ha quindi concluso estendendo il suo pensiero “a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà”.





    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=922&sett...
    [Modificato da +PetaloNero+ 26/07/2009 16:37]

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    00 27/07/2009 18:29
    Ultimi giorni di riposo per Benedetto XVI a Les Combes. Confermata dal Papa la propria presenza a Torino per l'Ostensione della Sindone nel 2010


    Benedetto XVI sta vivendo gli ultimi giorni di riposo in alta montagna nella località valdostana di Les Combes, che lascerà mercoledì prossimo per far rientro a Roma e quindi stabilirsi nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Ieri, la piccola frazione di Introd è stata protagonista di un festoso momento di vicinanza al Papa, che ha presieduto l’Angelus tra migliaia di persone desiderose di ascoltare le sue parole e di manifestargli ancora una volta affetto per l’infortunio patito una decina di giorni fa. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ritorna a quegli istanti al microfono di Alessandro De Carolis:

    R. - E’ stato un giorno di grande festa, perché il tempo era splendido e la gente è venuta su molto numerosa: almeno 5 mila persone che hanno assistito anche alla Messa celebrata dal vescovo di Aosta. E poi, l’incontro con il Papa è stato un incontro molto festoso: si è visto il Papa in ottima forma e l’incidente si può considerare completamente superato. Quell'immagine del Papa con il suo braccio immobilizzato, che però impartiva con molta gioia la benedizione, attira molta simpatia e molta vicinanza, per chi segue il Santo Padre con affetto in questi giorni. Poi il Papa si è anche intrattenuto con diversi gruppi, dopo l’Angelus, e anche con diversi malati. E' stato un momento di incontro molto importante.


    D. - Ieri, il Papa ha potuto - come spesso accade in queste circostanze - avere degli ospiti a pranzo, in particolare il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, e il vescovo di Aosta, mons. Anfossi…


    R. - Sì, è normale che in queste occasioni il Papa inviti alcuni ospiti, secondo le possibilità che offre lo spazio nella sua residenza. C'era il vescovo della diocesi, mons. Anfossi, ed era presente anche il cardinale Poletto, il quale in questo periodo è molto occupato, molto orientato verso l’Ostensione della Sindone in programma nella primavera dell’anno prossimo, che rappresenta il grande evento ecclesiale che polarizza l’attenzione dell'arcidiocesi di Torino. Il cardinale Poletto ha naturalmente informato il Papa sulla preparazione e lo ha invitato ancora una volta ad essere presente. Il Papa, come aveva già detto anche in passato, quando si era parlato dell’Ostensione, ha confermato la sua intenzione di recarsi a Torino per l’occasione, anche se la data, naturalmente, è ancora da precisare.


    D. - Per Benedetto XVI si avvicina ormai il giorno del congedo da Les Combes. E' stato già definito il programma del rientro?


    R. - Sì. Mentre le giornate di oggi e di domani si prevedono molto normali, molto tranquille, mercoledì sarà una giornata di impegni, perché alla mattina vi saranno i saluti con le Forze dell’ordine, con i Vigili del fuoco, la Protezione civile, cioè con tutto il personale che ha svolto il proprio servizio per la permanenza del Papa a Les Combes e ne ha garantito la sicurezza e la tranquillità. Nel pomeriggio, invece, vi sarà il saluto delle autorità e verso le cinque si prevede la partenza in elicottero per l’aeroporto di Torino Caselle, poi in aereo il trasferimento fino a Roma Ciampino e quindi immediatamente il passaggio a Castel Gandolfo, prima di cena, dove il Papa poi trascorrerà le prossime settimane.



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    00 28/07/2009 17:14
    Ultime ore di riposo in montagna per Benedetto XVI, domani il congedo da Les Combes. Il Comune di Introd conferirà la cittadinanza onoraria al Papa


    Sta ormai per concludersi di soggiorno in Valle d’Aosta di Benedetto XVI. Domani pomeriggio, dopo i saluti alle Forze dell’ordine e alle autorità locali che hanno consentito e custodito il suo periodo di riposo, il Papa lascerà Les Combes per trasferirsi a Castel Gandolfo. Intanto, mentre la gente del posto attende di salutare il Pontefice, in segno di omaggio il Comune di Introd ha deciso di offrire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria. Al microfono di Alessandro De Carolis, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, racconta in che modo il Papa stia occupando queste ultime ore in montagna, prima del congedo dalla località valligiana:

    R. - Con grande serenità, continuando le sue occupazioni di lettura, di riflessioni, di preghiera, le consuete passeggiate serali, oltre a quelle più brevi dopo i pasti. Dunque, momenti di grande tranquillità. Domani, ci sono poi i saluti a tutte le persone - e non sono poche - che hanno collaborato per la buona riuscita, serena e sicura, della permanenza del Santo Padre a Les Combes, tant’è vero che anche ieri sera, nella Colonia salesiana, vi è stata la tradizionale cena di ringraziamento alle autorità della Valle, alle autorità civili e militari, ai medici dell’ospedale. Mons. Gänswein, il segretario del Papa, ha portato il saluto del Santo Padre, il quale si riserva però di ringraziare personalmente domani tutte queste persone, perché - non sembra - ma anche un periodo di tranquillità per il Papa comporta un’organizzazione logistica e di sicurezza che tutti svolgono con grande buona volontà e con grande gioia, e che tuttavia ha una sua complessità. Il clima che si è stabilito negli anni tra il personale vaticano, incaricato di seguire più da vicino il Santo Padre, il personale della Colonia salesiana, le Forze dell’ordine e le autorità che si occupano della permanenza del Papa è veramente un clima di grandissima collaborazione e cordialità. Ieri sera, lo si poteva sperimentare negli interventi del presidente della Regione, Augusto Rollandin, del presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, e in particolare del sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, il quale viene chiamato con una battuta anche dal Papa “il sindaco eterno”, perché sono 30 anni che è sindaco di questa cittadina.


    D. - A questo proposito, proprio dal Consiglio comunale di Introd è venuta ieri la notizia del conferimento al Papa della cittadinanza onoraria…


    R. - Sì, il Comune ha deliberato di offrire al Papa la cittadinanza onoraria, poi bisogna avere l’accettazione anche formale ed esplicita di questa cittadinanza da parte del Santo Padre e si può prevedere che nei prossimi mesi una delegazione del Comune si rechi a Roma per conferire ufficialmente la cittadinanza a Benedetto XVI. Così è stato anche per altre occasioni: ci sono stati in passato dei comuni tedeschi, in particolare, che avevano offerto la cittadinanza onoraria al Papa e che poi si erano recati in delegazione a Roma e in occasione di un’udienza avevano ufficialmente conferito questo titolo al Santo Padre. Titolo che, naturalmente, il Papa accoglierà con molta cordialità e gratitudine per l’accoglienza così calorosa che riceve.



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    00 29/07/2009 01:29
    Benedetto XVI si prepara a congedarsi da Les Combes
    Il Comune di Introd conferirà la cittadinanza onoraria al Papa



    ROMA, martedì, 28 luglio 2009 (ZENIT.org).- Si avvia ormai alla conclusione il periodo di riposo di Benedetto XVI a Les Combes. Mercoledì mattina, infatti, sul prato antistante lo chalet dove ha soggiornato in questi giorni, saluterà un gruppo di giovani salesiani, così come le Forze dell’ordine e le autorità locali, per trasferirsi a Castel Gandolfo.

    Nel frattempo, il Papa, secondo quanto riferito alla “Radio Vaticana” da padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sta trascorrendo queste ultime ore “con grande serenità, continuando le sue occupazioni di lettura, di riflessioni, di preghiera, le consuete passeggiate serali, oltre a quelle più brevi dopo i pasti”.

    Anche lunedì, ha fatto sapere padre Lombardi in una nota, Benedetto XVI ha compiuto la sua consueta passeggiata pomeridiana nei boschi attorno allo chalet.

    La sera, si legge nella nota, “ha avuto luogo presso la colonia salesiana la tradizionale cena conclusiva con la partecipazione del Vescovo, del parroco di Introd, delle autorità civili e militari e dei medici dell’ospedale di Aosta che hanno assistito il Santo Padre”.

    Per l'occasione il Papa ha incaricato il suo Segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, di portare il saluto ai partecipanti alla cena.

    Il Santo Padre, ha aggiunto padre Lombardi all'emittente pontificia, si è riservato tuttavia “di ringraziare personalmente domani tutte queste persone, perché - non sembra - ma anche un periodo di tranquillità per il Papa comporta un’organizzazione logistica e di sicurezza che tutti svolgono con grande buona volontà e con grande gioia, e che tuttavia ha una sua complessità”.

    “Il clima che si è stabilito negli anni tra il personale vaticano, incaricato di seguire più da vicino il Santo Padre, il personale della Colonia salesiana, le Forze dell’ordine e le autorità che si occupano della permanenza del Papa è veramente un clima di grandissima collaborazione e cordialità”, ha spiegato il portavoce vaticano.

    “Ieri sera – ha raccontato –, lo si poteva sperimentare negli interventi del presidente della Regione, Augusto Rollandin, del presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, e in particolare del sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, il quale viene chiamato con una battuta anche dal Papa 'il sindaco eterno', perché sono 30 anni che è sindaco di questa cittadina”.

    Inoltre, ha continuato padre Lombardi, “il comune di Introd ha deliberato nei giorni scorsi di offrire al Santo Padre la cittadinanza onoraria”.

    “Alla deliberazione – ha aggiunto – dovrà seguire la risposta ufficiale di accettazione da parte del Santo Padre e nei prossimi mesi si può prevedere che una delegazione si rechi a Roma per il conferimento ufficiale”.

    Il portavoce vaticano ha garantito che il Papa accoglierà la cittadinanza onoraria “con molta cordialità e gratitudine per l’accoglienza così calorosa che riceve”.

    Nel pomeriggio di mercoledì 29 luglio, alle 16.30, prima di congedarsi, Benedetto XVI riceverà quindi il saluto del Vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, le autorità della regione e del comune di Introd. Recandosi verso l’elicottero saluterà poi anche i bambini e le persone residenti nella frazione di Les Combes.

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    00 29/07/2009 16:12
    IL RIENTRO DEL SANTO PADRE DALLA VALLE D’AOSTA

    Nel pomeriggio di oggi, intorno alle ore 17, il Santo Padre Benedetto XVI lascia la residenza estiva di Les Combes (Introd) in Valle d’Aosta e si trasferisce in elicottero all’aeroporto di Torino-Caselle da dove prosegue in aereo per Roma-Ciampino. Quindi si trasferisce in auto alla residenza estiva di Castel Gandolfo.




    Il saluto di Benedetto XVI alle Forze dell'ordine a Les Combes: "Grazie, siete stati angeli custodi discreti ed efficienti". In serata l'arrivo a Castel Gandolfo


    Siete stati come degli “angeli custodi, discreti ed efficienti”. Con queste parole, Benedetto XVI ha ringraziato oggi i membri delle varie Forze dell’ordine e di altri corpi, che in questi 17 giorni hanno garantito la sicurezza del suo soggiorno a Les Combes, in Valle d’Aosta. Durante l’incontro, organizzato verso mezzogiorno nel prato antistante la residenza salesiana che lo ha ospitato, il Papa si è soffermato anche sull’infortunio al polso, che ha rivelato di aver vissuto come un invito da parte di Dio all’“umiltà”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Un breve saluto, grato e venato di umorismo, con parole che partono dal cuore anche quando fanno sorridere. Si è voluto congedare così Benedetto XVI da chi - e sono state alcune centinaia di persone - ha eretto attorno a lui in queste due settimane una rete di protezione umana praticamente invisibile, se considerata la sua consistenza e l’area relativamente ridotta sulla quale era dislocata. Polizia, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, gli uomini dell’Ispettorato di Polizia presso il Vaticano, quelli della Gendarmeria e dei Servizi Sanitari del Vaticano. Tutti accomunati in questo ideale abbraccio del Papa:

    “Cari amici, alla fine di queste due settimane di vacanze, posso soltanto di tutto cuore dire ‘grazie’ a voi per il vostro servizio così competente, discreto ed efficiente. Siete stati come gli angeli: gli angeli sono invisibili, ma nello stesso tempo efficienti. Così avete fatto anche voi. Eravate invisibili per me, ma sempre efficienti”.


    Benedetto XVI ha detto di aver trascorso giorni di riposo immerso in una “pace celeste”, un silenzio interrotto - ha detto - dai “suoni del Creatore”, come quello degli uccelli. Parole di apprezzamento per la bellezza naturale di Les Combes che l’infortunio al polso non ha turbato. Il Papa ne ha parlato tornando al concetto dell’Angelo custode, con simpatia e profondità spirituale:

    “Purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, seguendo certamente ‘ordini superiori’… Forse il Signore voleva insegnarmi maggiore pazienza ed umiltà, darmi più tempo per la preghiera e la meditazione”.


    Nel pomeriggio, verso le 16.30, Benedetto XVI riceverà il saluto del vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, delle autorità regionali e dei responsabili comunali di Introd. Quindi, la partenza in elicottero verso l’aeroporto di Torino-Caselle e di lì il volo verso lo scalo di Roma-Ciampino, da dove il Papa raggiungerà in auto la sua residenza estiva di Castel Gandolfo.

    Per un resoconto sulla breve cerimonia di questa mattina, Sergio Centofanti ha raggiunto telefonicamente a Les Combes il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi:

    R. – Questo è un rito, evidentemente, necessario e bello alla conclusione di ogni permanenza del Papa nelle sue residenze estive. Il Papa, lungo il vialetto, mentre arrivava dalla sua residenza, ha incontrato un gruppo di giovani salesiani – circa 35 – che sono i giovani salesiani dell’Ispettoria del Piemonte, che stanno facendo un incontro formativo proprio qui, in Valle d’Aosta; il Papa li ha salutati insieme al loro ispettore, con molto calore. Poi, si è recato nel posto da cui recita l’Angelus nel giorno della domenica, e davanti a lui, nel grande prato dove stanno normalmente i fedeli, si erano schierati, in modo molto ordinato, tutti i vari Corpi che hanno svolto servizio per la sicurezza e per il buon andamento della permanenza del Papa. Il Papa ha dato un saluto molto spiritoso, molto carino, con riferimento alla custodia degli Angeli nei suoi confronti, e poi si è spostato lungo il prato e ha fatto le foto di gruppo con tutti i singoli Corpi che erano presenti: le forze di polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile, l’esercito, i carabinieri … ecco, quindi: c’erano tanti gruppi e ognuno ha avuto la sua foto con il Papa. Anche i giornalisti che erano presenti hanno avuto una loro foto con il Papa e hanno potuto rivolgergli alcune domande, parlare un attimo con lui in forma molto affabile e simpatica. Il Papa è apparso direi veramente in ottima forma: quindi nonostante il suo piccolo incidente, il periodo di vacanza qui in Val d’Aosta ha raggiunto proprio bene il suo risultato.


    D. – Che bilancio si può fare di questo soggiorno in Val d’Aosta?


    R. – E’ un bilancio positivo. Come tutti sappiamo è stato un po’ diverso da quello che era stato previsto, quindi non tanto di scrittura degli ulteriori capitoli del libro su Gesù, quanto piuttosto di riflessione, di lettura e di preghiera anche in conseguenza dell'incidente. Ma, come ha detto il Papa molto spiritosamente, c’è sempre qualche cosa da imparare e anche l'incidente ha avuto i suoi frutti spirituali per il Pontefice.


    La decisione di conferire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria di Introd è solo l’ultimo atto con il quale la comunità valligiana ha deciso di suggellare il proprio affettuoso attaccamento al Papa. Il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, si fa interprete dei sentimenti dei suoi concittadini al microfono di Alessandro De Carolis:

    R. – L’esperienza mia personale e quella di tutta la popolazione in questo periodo è stata molto importante e toccante. E’ per questo che noi vogliamo custodire - anche gelosamente - tutti i ricordi di Benedetto XVI. La nostra popolazione sa rispettare i motivi per cui un Papa sceglie di venire da noi: la riservatezza, la tranquillità, l’ambiente, la natura che lo circonda. A parte Castel Gandolfo, non è da tutti i Comuni avere la fortuna di ospitare due Papi. Per noi è stato un grande onore e una grande esperienza, anche morale, poterlo fare.


    R. - Come è nata la decisione di conferire la cittadinanza onoraria al Papa da parte del vostro Comune?


    R. - E’ grande l’entusiasmo per questo documento, che il Consiglio comunale l’altra settimana ha votato all’unanimità. Con ciò, abbiamo voluto far sentire al Santo Padre la vicinanza di tutta la comunità di Introd - che è di profonda tradizione cattolica - per la guida importante che il Papa rappresenta per l’umanità. Sarà una nostra delegazione a scendere a Roma - a suo tempo ci metteremo d’accordo a livello di cerimoniale - per consegnargli questa onorificenza da parte del Consiglio comunale.


    Da Les Combes a Castel Gandolfo, è ora la cittadina dei Castelli Romani a prepararsi come ogni anno a ricevere il Papa. Per diverse settimane, Benedetto XVI si tratterrà nel Palazzo apostolico che sorge nel complesso delle Ville Pontificie, dove presiederà gli Angelus domenicali e dove riprenderà le udienze generali del mercoledì, a partire dal prossimo 5 agosto. Sull’imminente arrivo di Benedetto XVI, Luca Collodi ha sentito mons. Marcello Semeraro, vescovo della diocesi di Albano nel cui territorio si trova la città di Castel Gandolfo:

    R. - E’ una presenza occasionale eppure in qualche maniera stabile, e questo per noi è motivo di orgoglio e al tempo stesso anche di responsabilità e d’impegno. Sentire il Papa vicino, anche fisicamente, è per noi un incoraggiamento a sentire “con” la Chiesa, essere vicini al Papa e aderenti in pieno al suo magistero.


    D. - Ci saranno delle iniziative che caratterizzeranno questa presenza del Papa ai Castelli romani?


    R. - L’unica cosa che al momento è prevista è la celebrazione, ormai tradizionale, della Santa Messa nel giorno dell’Assunta, all’interno della chiesa parrocchiale. Ci sono poi altri appuntamenti che sono stabiliti di volta in volta: so già, per esempio, che domenica 2 agosto, nel pomeriggio, si terrà nel Palazzo apostolico un concerto in onore del Santo Padre. Poi, verranno comunicati anche altri appuntamenti, tenendo presente che il periodo che il Santo Padre trascorre qui è un periodo di riposo ed allora non si dà molta ufficialità.


    Radio Vaticana

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    00 10/03/2010 00:24
    Da Petrus


    Il Papa non trascorrerà le vacanze estive né in Valle d’Aosta né in Alto Adige. Probabile che la meta sia Lorenzago di Cadore

    CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI ha fatto sapere al vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi, e a quello di Bolzano, Monsignor Karl Golser, che quest'estate non trascorrera' le sue vacanze a Les Combes, dove e' gia' stato tre volte, ne' a Bressanone, dove e' stato una volta da Papa e molte volte da Cardinale. Se non ci saranno sorprese, dunque, la scelta del Pontefice dovrebbe cadere, per la seconda volta dall'inizio del Pontificato, su Lorenzago di Cadore, localita' montana della quale e' originario il ministro Giulio Tremonti e dove amava andare anche il Venerabile Giovanni Paolo II.





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    00 12/03/2010 16:34
    COMUNICATO: PERIODO DI RIPOSO ESTIVO DEL SANTO PADRE

    Nel corso della prossima estate, il Santo Padre si recherà direttamente da Roma a Castel Gandolfo, per trascorrevi tutto il periodo estivo. Egli ha molto apprezzato gli inviti ricevuti anche quest’anno a recarsi per alcune settimane in località alpine e ha ringraziato sinceramente i Vescovi che li avevano presentati, ma per quest’anno preferisce iniziare subito il periodo estivo di riposo e di studio senza l’impegno di ulteriori trasferimenti.




    Benedetto XVI trascorrerà i mesi estivi interamente a Castel Gandolfo senza soggiornare in alta montagna


    Saranno gli scorci naturali delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e non quelli montani del nord Italia a fare da sfondo, quest’anno, ai mesi estivi di Benedetto XVI. In una nota diffusa oggi, la Sala Stampa Vaticana comunica che “nel corso della prossima estate, il Santo Padre si recherà direttamente da Roma a Castel Gandolfo, per trascorrevi tutto il periodo estivo”. Il Papa, si legge, “ha molto apprezzato gli inviti ricevuti anche quest’anno a recarsi per alcune settimane in località alpine e ha ringraziato sinceramente i vescovi che li avevano presentati, ma per quest’anno – conclude il comunicato – preferisce iniziare subito il periodo estivo di riposo e di studio senza l’impegno di ulteriori trasferimenti”.






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    00 09/07/2010 00:31
    Le vacanze del Papa a Castel Gandolfo: preghiera, passeggiate e libri
    Potrebbe cominciare a scrivere due nuove opere




    ROMA, giovedì, 8 luglio 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha trascorso il suo primo giorno di vacanze estive nella residenza pontificia di Castel Gandolfo, a circa 30 km da Roma, dove è giunto questo mercoledì.

    La sera del suo arrivo in questo luogo di tranquillità per i Papi sin dai tempi di Urbano VIII, che è stato Vescovo di Roma dal 1623 al 1644, in un breve discorso ai fedeli riuniti ha detto: “Cari amici, con questa sera cominciano le mie vacanze e sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza della creazione e della storia, e dalla vostra simpatia e amicizia. Grazie di tutto cuore, vi benedico tutti. Buona serata e buona settimana. Grazie per la vostra presenza e per la vostra amicizia”.

    Il Papa rimarrà nel Palazzo apostolico fino alla fine di settembre, invece di recarsi sulle montagne del nord d'Italia come aveva fatto negli anni precedenti, interrompendo il suo soggiorno con due visite apostoliche: il 5 settembre a Carpineto Romano e dal 16 al 19 settembre nel Regno Unito.

    In compagnia di suo fratello, monsignor Georg, venuto dalla Baviera, il Pontefice sfrutterà le due prossime settimane per passeggiare in giardino, pregando il Rosario, insieme ai suoi segretari, monsignor Georg Gaenswein, della Germania, e monsignor Alfred Xuereb, di Malta.

    Il soggiorno a Castel Gandolfo gli permetterà di dedicare molto tempo alla lettura e di cominciare a scrivere nuove opere.

    Nel suo viaggio a Sulmona, la scorsa domenica, pranzando con i Vescovi dell'Abruzzo, il Papa ha anticipato di voler scrivere un nuovo libro sull'infanzia di Gesù. Nel frattempo ha finito il suo secondo volume su "Gesù di Nazaret" che attualmente si trova in fase di traduzione.

    I giornalisti che accompagnavano il Papa hanno discusso in questi giorni sulla possibilità che possa mettere mano a una quarta enciclica sulla fede, dopo le altre due legate alle virtù teologali: la carità ("Deus visi est"), e la speranza ("Spe salvi").

    Nella Villa pontificia è stato portato un pianoforte a coda affinché il Papa possa esercitarsi sui brani di musica classica che sia lui che suo fratello apprezzano particolarmente, a partire da Mozart.

    Il Papa riceverà anche la visita dei suoi amici tra cui il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, che lo terrà sempre informato sulle questioni più importanti riguardanti la vita della Chiesa.

    Il prossimo appuntamento pubblico del Papa avrà luogo domenica prossima, 11 luglio, a mezzogiorno, quando i fedeli e i pellegrini da tutto il mondo si riuniranno nel cortile della residenza pontificia per la recita dell'Angelus. Il resto delle udienze pubbliche saranno sospese. La prossima Udienza generale del Papa avrà luogo mercoledì 4 agosto.

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    00 24/07/2010 00:39
    Benedetto XVI ha cominciato il suo terzo volume su Gesù
    Conferma il portavoce vaticano, padre Lombardi





    CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 23 luglio 2010 (ZENIT.org).- Il portavoce vaticano ha confermato che da alcuni giorni Benedetto XVI ha messo mano al terzo volume della sua grande opera su Gesù, dedicato ai “Vangeli dell’infanzia”.

    Padre Federico Lombardi S.I, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nell'editoriale di “Octava Dies”, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, rivela che “dopo aver consegnato nei mesi scorsi il manoscritto del secondo volume, dedicato alla Passione e alla Risurrezione, di cui si stanno ora preparando le traduzioni ed edizioni nelle diverse lingue e di cui si prevede l’uscita in libreria nella prossima primavera, Benedetto XVI ha posto mano ora alla terza ed ultima parte” della sua opera su Cristo.

    Il portavoce spiega che “come i fedeli hanno potuto costatare essi stessi vedendo il Papa in occasione dell’Angelus di domenica scorsa, Benedetto XVI dopo pochi giorni a Castelgandolfo appare già ritemprato e sorridente, e ha immediatamente cominciato a dedicarsi all’attività di lettura e studio che, anche se impegnativa, non lo affatica”.

    “E ora – come si è accennato - ha cominciato a lavorare in vista del completamento della sua opera su Gesù. E’ chiaro – quindi - quanto gli stia a cuore portare a termine questo grande disegno avviato anni fa”.

    Nella Prefazione al primo volume il Papa ricordava di aver cominciato a lavorarci “durante le vacanze estive del 2003”, di aver dato forma definitiva ai capitoli dall’1 al 4 nell’agosto del 2004, e continuava: “Dopo la mia elezione alla sede episcopale di Roma ho usato tutti i momenti liberi per portare avanti il libro”.

    Padre Lombardi spiega che “in occasione del Sinodo dei vescovi sulla 'Parola di Dio' molti interventi avevano messo in luce l’importanza cruciale di quest’opera del Papa come modello di lettura teologica e spirituale dei Vangeli, come guida per i credenti ad incontrare – attraverso i Vangeli – la persona di Gesù: 'il Gesù reale, il Gesù ‘storico’ in senso vero e proprio', afferma con decisione il Papa”.

    “Portarci ad incontrare Gesù! - conclude il portavoce -. Siamo al cuore del servizio del successore di Pietro per la Chiesa e per gli uomini di ogni tempo. A questo Benedetto XVI dedica le sue 'vacanze'. Grazie. Buone vacanze – dunque - Santo Padre!”.

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    00 24/07/2010 00:40




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    00 07/08/2010 15:18
    DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA SULLA VISITA DEL PAPA IN ABRUZZO IL 6 AGOSTO 2010

    Rispondendo a domande di giornalisti, il Direttore della Sala Stampa, P. Federico Lombardi, S.I., ha dato le seguenti informazioni sulla breve visita di carattere privato compiuta ieri dal Santo Padre Benedetto XVI in alcune località dell’Abruzzo.

    Nel giorno della Festa liturgica della Trasfigurazione, 6 agosto, in cui il Vangelo presenta Gesù in preghiera sul monte, il Santo Padre ha desiderato recarsi nella mattinata in un piccolo Santuario sui monti al confine fra il Lazio e l’Abruzzo, noto come la "Madonna dei Bisognosi", dove ha sostato in preghiera con il piccolo gruppo dei suoi accompagnatori.

    Poi si è recato per il pranzo a Carsoli, presso una comunità di religiose dove si trova ospite il cardinale Fiorenzo Angelini.

    Nel pomeriggio, accompagnato dal suo Segretario, ha poi raggiunto a Rocca di Mezzo, dove è stato accolto dal cardinale Angelo Sodano e dove ha visitato la chiesa di San Leucio, sostando in preghiera per le persone provate dal terremoto, e incontrando il parroco, il sindaco e gli amministratori comunali.

    In serata il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


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